Ricominciamo da Inter-Napoli e dalla bufera scatenata da Conte sul Var e sui “retropensieri” del sistema arbitrale. Siamo all’8° campionato gestito con la tecnologia Var, ma polemiche e sospetti sono sempre gli stessi. Due visioni contrapposte: una conservatrice e una futuristica. Per Casarin la soluzione è nel ritorno della centralità dell’arbitro e nell’abolizione dei “rigorini”. Per Zambardino, esperto di new media e pioniere di internet in Italia, la soluzione è l’Intelligenza Artificiale e l’abolizione della discrezionalità dell’arbitro. Il dibattito è aperto
ARBITRO E VAR, SI RICOMINCIA DALLA SOLITA QUESTIONE
L’arbitro Mariani di Inter – Napoli 1-1, il “fallonzo” di Anguissa su Dumfries, Çalhanoğlu che provvidenzialmente (che non significa intenzionalmente ma fortunatamente) lo sbaglia, se no sai i casini, Antonio Conte, viceré di Napoli, che tira giù una filippica sul VAR, di cui val la pena una volta ogni tanto ripetere il significato: Video Assistant Referee. Accusa clou: “Così il Var alimenta solo i retropensieri”. Boom, il campionato viaggia allegramente su un carro che trasporta nitroglicerina.
Ecco, inutile girarci intorno, ricominciamo in estrema sintesi da qui, e cioè dallo scoglio su cui siamo andati a infrangerci prima di esser distratti da Cincinnato Claudio Ranieri che torna alla Roma o dalla Nazionale di Spalletti che con le tre sveglie prese dalla Francia sta punto e a capo e ci lascia parecchio interdetti.
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IL VAR E IL FAMIGERATO PROTOCOLLO DI LISSONE
Ma sta punto e a capo, direi, pure la storia del VAR, della moviola in campo, della sua applicazione o viceversa non applicazione, di tutti gli annessi e connessi, degli arbitri che ne fanno uso o viceversa se ne fottono, del regolamento sui cui si appoggia e che pomposamente viene chiamato PROTOCOLLO. Dalle nostre parti il Protocollo di Lissone fa discutere assai di più del Protocollo di Kyoto.
Considerato che il VAR è stato introdotto in Italia nella stagione 2017-2018 (siamo all’ottavo campionato), sembra proprio di stare dentro a una lunga crisi irrisolta. E le stesse cose che sentivamo 7 anni fa grosso modo le sentiamo adesso.
Quindi possiamo dire che il VAR non ha certo fallito del tutto gli obiettivi, ma sicuramente non ha sgombrato il campo da veleni e sospetti. E anzi per certi versi ha addirittura innalzato a livelli critici la temperatura del confronto tra i protagonisti.
La grande marmitta del calcio oggi è una pentola a pressione, in cui dentro bolle il minestrone del campionato, distrattamente dimenticata sul fuoco in cucina.
ARBITRO E VAR, LE VISIONI OPPOSTE DELL’EX ARBITRO E DEL PIONIERE DI INTERNET
Non intendo qui sottoporvi un saggio sul VAR o fare il punto nave di dove ci troviamo oggi – direi che ci siamo persi e non sappiamo dove andare – però voglio dirvi che un po’ per caso un po’ perché so scegliere cosa leggere in questa settimana, quasi negli stessi giorni sono incappato in due articoli, ottimi per fare delle riflessioni in tema, che rappresentano i lati opposti dello stesso problema. Chiamiamoli per comodità: il fronte conservatore e il fronte progressista.
IL VAR E IL RITORNO DELLA CENTRALITA’ DELL’ARBITRO
Sul fronte conservatore, ma da tradizionalista illuminato direi, l’articolo di Paolo Casarin, ex grande arbitro, commentatore del Corriere della Sera. Lo sguardo di Casarin, la sua appartenenza di campo, derivante dalla sua stessa storia professionale, è rivolta ovviamente all’arbitro, come protagonista e riferimento fondamentale dell’arbitraggio. Scrive Casarin:
“…i varisti che non hanno potuto accumulare esperienze ampie di arbitraggio sul campo, sembrano ricercare e scoprire dal monitor situazioni alternative, finendo per raccomandare all’arbitro i giudizi da divano”.
IL VAR E L’INFLAZIONE DEI RIGORINI
E’ la cosiddetta inflazione dei rigorini e dei fallettini che stanno di fatto operando una mutazione all’interno del calcio, sport di contatto. Dove deve colpirsi con la “massima punizione” un fatto grave, che sarebbe una vera ingiustizia insomma non porvi rimedio con una punizione “forte ed esemplare”.
Il VAR deve essere un supporto, la scelta “questo sì”, “questo no” deve sempre appartenere all’arbitro, proprio perché solo lui può stabilire quale “tocco” sia fallo e quale invece non lo sia. Alla fine il brevissimo titolo al commento di Casarin può spiegare meglio di tutto: “I rigorini e i varisti da divano”.
IL PROTOCOLLO VAR PUNTO PER PUNTO (clicca per ingrandire)
IL VAR E IL FUTURISMO DI ZAMBARDINO
Di tutt’altra visione, direi più deterministica e futurista la posizione di Vittorio Zambardino, mio amico e collega, che per i pochi che non lo sapessero è considerato in Italia addirittura uno dei pionieri di Internet. Uno di quei visionari ad aver dato origine, insieme a pochissimi altri, alla migrazione del giornalismo verso i new media, ormai saranno trent’anni.
Zambardino viene dallo sport, parla a ragion veduta, ha una simpatia non certo nascosta e anzi esibita per il Napoli, è un tifoso insomma molto evoluto e competente, e scrive commenti per il Corriere del Mezzogiorno.
Questo è stato fatto appunto in occasione dell’attacco di Conte al VAR dopo Inter-Napoli 1-1 e l’episodio del controverso rigore.
IL BAR, L’ARBITRO E LA SOLUZIONE DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
La soluzione che Zambardino preconizza è l’automazione assoluta e totale dell’arbitraggio per sottrarlo al sospetto e alle sempre possibili manovre oscure da parte di un potere dalla lingua biforcuta.
Come? Ma tramite l’Intelligenza Artificiale ovviamente, che è la grande frontiera che ci si presenta davanti. Per chi ne rifiuti l’opzione, e ipotizzi almeno lo Sport IA free (e cioè senza Intelligenza Artificiale) sappia che comunque l’ IA è già dentro la sua vita e già le sole sue esigenze che passano per Google, l’app di un qualsiasi navigatore, la ricerca di un video su Youtube, i post che gli vengono proposti da Facebook o gli acquisti che gli prospetta e lui porta a termine su Amazon, da lì passano.
Dunque non stiamo parlando di una realtà marziana, ma già molto terrestre, attuale, presente e operativa.
Venendo al dunque cosa scrive Zambardino?
DAL VAR ALL’ARBITRO AUTOMATICO
“Ciò di cui abbiamo bisogno è un lavoro di preparazione che duri – a livello si spera non italiano, altrimenti diventa una cosa del 2500 – alcuni anni, per riempire un enorme deposito di immagini ferme e video. Immagini di azioni e di gesti tecnici.”
”Una volta che il deposito raggiunga massa critica per mettere a disposizione dell’intelligenza artificiale le nozioni per interpretare ciò che accadde in campo, sarà possibile porlo sul campo. Non più VAR ma un AR, un Arbitro Automatico, che prende le decisioni più importanti.”
“E l’arbitro umano che fine fa? Be’ c’è molto da fare oltre a decidere su un rigore o su un fuorigioco: c’è da governare la disciplina in campo e il rispetto fra avversari. Volendo, qualche porcheriola si può organizzare anche a questo livello.”
”Ma intanto si tolga potere all’arbitro, gli si sottragga la possibilità di decidere l’andamento della gara e si restituisca legalità al funzionamento del sistema.”
IL VAR, L’IA E IL CASE LAW A DISPOSIZIONE DELL’ARBITRO
A parte le considerazioni di tipo politico e una conclusione di Zambardino a metà tra l’apodittico e il draconiano, non è assolutamente escluso che l’ IA sia davvero presto in grado di stabilire quale sia rigore e sia no. Semplicemente perché a livello statistico e di “Case Law” giurisprudenziale potrebbe controllare in un decimo di secondo migliaia e migliaia di precedenti. Uno dei principi base dell’ IA è l’apprendimento, la capacità di imparare una massa enorme di nozioni, sintetizzarla alla velocità della luce e risolvere problemi di conseguenza. E soprattutto in coerenza.
L’ARBITRO E L’IA CHE ASCOLTA LA SUA COSCIENZA
Anzi secondo alcuni la sua evoluzione è tale che non si esclude che possa arrivare a uno status di conoscenza tale molto vicino alla “coscienza” al “sentimento”, all’ “emozione” e alla “sensibilità” E quindi sia in grado di decidere, in due parole, cosa sia giusto e cosa no.
Anche andando al di là del freddo e rigido regolamento, ma calandosi con una consapevolezza totale dentro al caso singolo per prendere la decisione migliore. Potremmo mai dire più giusta? Mah, forse sì. Ma non posso certo essere io qui a scodellare una certezza assoluta.
Certo più l’ IA si umanizzasse e più torneremmo, nel caso dell’arbitraggio di una partita di calcio, paradossalmente, indietro. E’ proprio l’umanizzazione quella che stiamo cercando di ovviare.
DAL VAR A NEURALINK DI MUSK, L’ARBITRO COL CHIP NEL CERVELLO
Stiamo parlando di fantascienza? Se per fantascienza intensiamo l’anno 2500 o 3000, no. Il futuro galoppa in un tempo assai più compresso e concentrato. E comunque saprete certamente che una delle sperimentazioni più futuristiche e sconvolgenti del (pericoloso?) visionario trumpiano Elon Musk, è “Neuralink”.
Cosa è Neuralink? E’ un chip in grado di interfacciarsi contemporaneamente con l’ IA e i neuroni cerebrali, che viene impiantato nel cervello.
L’obiettivo è la cura delle malattie neuromotorie, ma è chiaro che poi – una volta oltrepassata la frontiera – possa fare anche molto altro. E aprire davvero la strada del’umanoide mezzo uomo e mezzo robot.
Se un “Neurlalink“, diciamo così specializzato, fosse impiantato nella testa di un arbitro, costui avrebbe la risposta immediata all’annoso problema del rigore sì, rigore no.
L’arbitro avrebbe a disposizione qualcosa di molto simile alla decisione migliore possibilie, statisticamente più probabile e accettata.
Ma se un altro “Neuralink“, magari solo un po’ diverso preparato però per chi gioca e non arbitra, fosse impiantato nella testa di un calciatore?
IL VAR E L’ARBITRO, MA NEURALINK PUO’ SERVIRE ANCHE AI CALCIATORI?
Se fosse impiantato nella testa di un calciatore, posso immaginare che potrebbe fornire la calibratura automatica del passaggio da fare verso un compagno nel punto esatto dove si troverà.
Fantascienza, ripeto? Beh, sappiate che tra il novembre 2023 e l’agosto 2024, almeno un paio di “Neuralink” sono già stati impiantati in individui umani. Quanto ci vorrà per sviluppare qualcosa del genere? Dieci, venti, trent’anni?
Con il cuore e con la razionalità sono vicino alla posizione di Casarin: vedo il calcio oggi e non nel futuro, che mi appartiene solo in parte. Io vedo ancora, oggi, l’arbitro come protagonista e me lo figuro come uno sceriffo dei grandi western di un tempo, che la legge se la fa da solo.
L”arbitro sceriffo è un’autorità cui tutti di comune accordo deleghiamo l’applicazione della giustizia, il Var può essere la pistola nella fondina, ma il grilletto alla fine deve premerlo lui.
L’IA MOLTO PRESTO IN SALA VAR
Ma so anche che l’evoluzione ci porta verso il mondo che ci descrive Vittorio Zambardino, senza per questo chiamare in ballo la fantascienza. Per qualcuno l’ IA è paragonabile alla scoperta del fuoco agli albori dell’uomo o l’invenzione della ruota in epoca primitiva.
Dunque che lo vogliate o meno, l’IA entrerà molto presto iin campo e in sala Var, come del resto lo sta già facento anche senza accorgercene nella vita di tutti. Forse noi non ci saremo, oppure tutto corre talmente veloce che faremo in tempo a vedere pure questa.
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O.T. ma mica poi tanto
Febbre da Scudetto
Il campionato riparte oggi con una tris da “Febbre da Scudetto”, le due nerazzurre Inter e Atalanta giocano fuori casa, mentre a Milano si scontrano altre due pretendenti al titolo, Milan e Juve. Leggiamo le partite come le analizzerebbe il celeberrimo scommettitore ippico Mandrake, alias Gigi Proietti, dopo un attento studio del suo giornale preferito, il Cavallo.
“Soldatino” Inzaghi potrebbe vincere al BorgoRoma (Vr), mentre al Castello (Pr) “Bernadette”, la Dea del Gasp, dovrebbe spuntarla sui ducali. A San Siro feroce duello tra “King” Thiago Motta in giubba bianconera e “D’Artagnan” Fonseca in giubba rossonera, secondo i nostalgici del noto driver dell’Ardenza potrebbe risolversi in un “horto muso”, si prevede infattti un arrivo al fotofinish.
Attende il suo turno, sornione, il Napoli di Conte, vale a dire “Antonello da Messina”, ad oggi ancora il favorito della corsa finale, che domani ad Agnano dovrebbe prevalere sui giallorossi affidati al vecchio “pilota” Ranieri, detto l’Ammiraglio. Sempre domani a Tor di Valle Baroni, nei panni del Pomata, storico tifoso laziale, proverà a spuntarla sui petroniani, per cercare la qualificazione europea al Gran Premio Lotteria.
Presentazione molto carina della giornata di campionato.
Complimenti!
Un dubbio amletico: vedo che VAR sta per “Video Assistant Referees”.
Sta bene, ma la traduzione esatta quale sarebbe? Video che assiste gli Arbitri? Arbitri assistenti al Video? Chi è il vero “soggetto” del marchingegno, il Video o gli Arbitri? Perchè Referees al plurale? Indica quelli di campo oppure invece VAR & AVAR di Lissone? Qualche vero esperto me lo può chiarire, per favore? Grazie in anticipo.
fo ricorso ai PF;
Atom Earth Mother: madre dal cuore atomico;
Video Assistant Referees: arbitri assistenti al video;
sì, penso si riferisca ai lissoniani;
Premetto, la AI sicuramente sta entrando in molti posti, quindi potra’ fare analisi di immagine anche sul Var. Mi preoccupano di piu’ le fughe dal Blooog, se scappa il Vipe si fa dura. Sul Var vado controcorrente. Meno parole e accettiamo gli errori ma…verifichiamo i conti economici dei varisti. Che sbaglino ci puo’ stare. Quello che non ci puo’ stare e’ il sospetto siano a libro paga di qualcuno. In fin dei conti non si puo’ essere cosi ciula da pensare che con tutti i soldi che girano nel calcio non ci siamo dei tentativi di prenderne…illeciti. Io se vedo errori mi preoccupo solo se sono volontari. Poi vabbe il primo maneggione e’ la Fifa.
Scommetto che indovino in quali partite ti viene il sospetto della compravendita dei varisti…..
Non sarebbe difficile indovinare…
Tu mi lusinghi. Credo il timore ( ? ) desunto dall’ invito al Ghiro di contattarmi via mail: proprio perché intendo restare mi serve contattarlo in privato.
E grazie.
sospettare che i varisti siano a libro paga è una uscita bizzarra, anonimo. Chi dovrebbe controllare i conti correnti dei varisti, la Lega, la Figc, un comitato ad hoc in cui magari non si trova l’accordo sulla composizione? Ci son già fior di organi di vigilanza, se vogliamo dire che c’è qualcuno (a caso) che li manovra a piacimento? diciamolo dunque, facendo nomi e cognomi perchè non è pensabile ci siano sospetti senza che ci sia un cui prodest. Molto più semplice sarebbe accettare il referto arbitrale, e ancor più imparare ad accettare la superiorità dell’avversario. Sennò facciamo il Conte, che vede sempre la pagliuzza nell’occhio altrui senza mai vedere la trave nel proprio. Uscire da questa logica aiuterebbe molto più che immaginare cento utilizzi possibili del Var. Abbiamo un ordinamento giuridico infinitamente complesso, proprio per consentire ogni bizantinismo, esattamente quel che si vuole fare del Var: non avere un Var neutro ed utile, ma un Var controllabile. C’è un arbitro? Che lo lascino arbitrare, allora. Una misura utile sarebbe stata squalificare Conte per un mese: o porti prove o stai zitto. Ci vuole una pazienza…..
“Chi dovrebbe controllare i conti correnti dei varisti, la Lega, la Figc, un comitato ad hoc…”
La Guardia di finanza, su incarico della Procura della repubblica
Il VAR ormai non si può più abolire, ma sarebbe meglio regolamentarlo :
Ok tecnologia goal/no goal;
Ok fuorigioco semiautomatico, abolendo però quelli millimetrici perchè dipendenti troppo dall’operatore nello stabilire il frame esatto da fermare (potrebbe andar bene no-fuori gioco sotto 15-20 cm.)
Ok intervento del VAR per gravi falli sfuggiti all’occhio dell’arbitro.
Ok al VAR sui falli di mano, ristabilendo però un minimo di volontarietà sull’intervento.
No al VAR sui falli da contatto in area di rigore : la decisione spetta esclusivamente all’arbitro e pertanto l’azione non va neanche rivista.
d’accordo su tutto, soprattutto sui millimetri del fuorigioco e sui falli di mnao dei difensori, non si possono tagliare le mani e non li si può mettere in codizioni di inferiorità fisica: serve la volontarietà e soprattutto si ripristini il concetto di chiara occasione da gol, sennò è furbata. E ci deve pensare l’arbitro, giusta o sbagliata che sia la decisione.
posto che il var ha corretto molti errori, sono favorevole alla chiamata, una per tempo e rinnovabile se ha esito positivo;
per i contatti la decisione dev’essere dell’arbitro, il var dovrebbe intervenire solo per evidenti errori o sviste: scambiare un giocatore per un altro, tocco di mano non visto, ecc…
per questo giudico giusto il rigore assegnato recentemente alla malmata;
cheppoi le polemiche ci sarebbero in ogni caso è pacifico;
due problemi: a certificare l'”evidenza” dell’errore o della svista è sempre un arbitro, quindi soggettivo, o la parte “lesa” con ovvio incarognimento; perchè limitare ad una per tempo (nella Nba è possibile in effetti un solo coach challenge) quando errori o sviste possono essere più dii uno per tempo? certo, se un arbitro fa cinque errori gravi per tempo, poi lo pensionano, ma solo ex post. Di fondo, occorre imparare ad accettare l’arbitro. Quanto alle questioni regolamentari sul Var, è evidente che qui dentro non interessano a nessuno, salvo usarle contro l’Inter perchè più forte. Io il rigore su Dumfries non l’avrei dato, come per il 90 % di quelli assegnati, però se a lamentarsi è un Conte che dimentica il rigore di Empoli più scandaloso, oppure chi dimentica quello inesistente di Dumfries su Alex Sandro, oppure ecc. ecc. ecc. allora è rigore netto. A monte, sempre un problema di credibilità. A un arbitro che fa benissimo ma poi non vede un rigore nettissimo si fa la pelle, ma al nostro calciatore che sbaglia l’inverosimile nulla.
gli errori ci saranno sempre, il var messo a puntino può limitarli di molto, a me sembra più che sufficiente;
una chiamata per tempo, salvo che abbia esito positivo e si rinnovi, è essenziale, altrimenti una squadra in difficoltà o che volesse mantenere il risultato la farebbe ad ogni azione;
già adesso le chiamate del var o le attese perché si pronunci rallentano di molto il gioco;
Sono solo chiacchiere da VAR…
Ma bando alle chiacchiere, io sono favorevole a regolamentare il VAR “a chiamata”.
OT Personale. Se a Bocca è possibile fornirti la mia mail salutami con quella perché ho bisogno di contattarti.
Caro Vipe, anche io autorizzo FaB a darti la mia email, così ci possiamo sentire in privato, mi farebbe piacere. Lo stesso vale per il radarista e per shnirele, altre due persone che credo varrebbe la pena di conoscere più a fondo.
Già si chiude con Lele Adani ?
Che peccato.
Siamo dalla parte di Casarin. Di più, favorirei anche una miglior retribuzione dell’arbitro, cosa che può avvicinare a questa carriera anche ex calciatori, che oggi mirano tutti a fare gli agenti piuttosto che gli allenatori. E l’I.A. non è mai neutra nè neutrale, specie in un sistema in cui le opinioni vengono veicolate ad hoc, e trascinano tutto verso il basso, come avviene nell’ecommerce. Il calcio resta sport di contatto, non si possono vedere difensori ammanettati dietro la schiena in precario equilibrio per non farsi tirare su un braccio.