Il populista Salvini spara a zero sulla Federcalcio e sul presidente Gravina come rappresentante massimo dell’intero movimento. La strategia di Salvini è semplice, cavalcare l’onda. Il problema è che Matteo gioca facilmente in contropiede su un campo che gli altri gli lasciano incredibilmente libero e non occupano anche per opportunità politica. Ma se ti fai eliminare dal Mondiale per la seconda volta consecutiva, se il calcio italiano ormai è una voragine di conti in rosso, se le plusvalenze sono un gioco delle tre carte che la giustizia sportiva aveva archiviato, se un ct ti pianta così su due piedi senza nemmeno avvertirti, se nemmeno delle scommesse in cui sono coinvolti importanti giocatori dalle parti della Federcalcio non sapevano niente, se per organizzare un Europeo devi dividerlo a metà con la Turchia perché sugli stadi siamo a punto a capo, se l’organizzazione dei campionati è sempre la stessa e non hai diminuito il numero dei club di uno solo, se nel calcio si parla solo dei “soldi dei diritti tv” e mai dei “diritti degli utenti”, non c’è trionfo di Wembley che ti salvi (l’ultima volta ce le hanno date…) è evidente che il problema del presidente della Figc esiste. Il problema è lasciare che a sottolineare il problema ci sia il furbo populista Salvini. Certo poi qui sono tutti Gattopardi, tutto cambia perché nulla cambi. Comunque tranquilli, tanto Gravina, classica espressione del sistema calcio come tanti altri in passato, sarà sostituito, come in garanzia, da uno identico. Nemmeno ce ne accorgeremo…
Matteo Salvini non è un politico tradizionale, è un furbo di tre cotte e un formidabile, scafatissimo populista. Dalle tasse (mai diminuite), alle pensioni e all’età pensionab
Berlusconi, il calcio e l’origine della grande illusione
Per uno che vince la Coppa Campioni, anzi ne vince addirittura cinque, tanto da autocelebrarsi a lungo come presidente più vincente della storia del calcio, sarà uno scherzo non
Una paura percorre il mondo del calcio e soprattutto i giocatori che giocavano tra gli anni 80, 90 e primi 2000: le morti di Vialli e Mihajlovic potrebbero avere una spiegazione connessa con la loro stessa attività sportiva? Tre calciatori di quello stesso periodo – Dino Baggio, Brambati e Raducioiu – affermano di aver preso medicine e sostanze varie, fatto flebo la sera prima delle partite. E adesso hanno paura che la loro salute possa risentirne. Vogliono sapere se giocando e prendendo quello che i medici gli dicevano di prendere hanno messo a rischio loro stessi. Zdenek Zeman lanciò l’allarme con la famosa intervista all’Espresso nel 1998: “I medicinali servono a guarire gli ammalati, chi fa sport è sano. Ma chi può escludere che i danni non si manifestino poi a distanza di anni?”. Si scatenarono accuse, polemiche e persino un processo finito con una zona d’ombra, mai completamente dissolta. Adesso è doveroso che l’Associazione Calciatori intervenga e che spinga Ministero della Sanità, Coni e Federcalcio ad aprire delle commissioni mediche di inchiesta per cercare di arrivare a delle risposte. E servono commissioni il più possibile libere e indipendenti, senza intromissioni, che scaccino alibi e giustificazioni inaccettabili. I calciatori, e non solo loro, hanno tutto il diritto di sapere
E siamo ad almeno tre. Dino Baggio, 51 anni, centrocampista di Inter, Juventus, Parma, Lazio e altri club ancora, negli anni 90 e primi 2000, nazionale. Massimo Brambati, 56 anni
Ben vengano gli schiaffi che l’Argentina di Messi, Lautaro, Di Maria (se la Juve lo prende fa davvero un affare) e Dybala ha rifilato all’Italia, nel match di gala a Wembley, nello stesso stadio dove un anno fa diventammo a sorpresa e meritatamente campioni d’Europa. Ma la realtà di oggi è che l’Italia è precipitata in basso e attraversa una crisi nera dopo la doppia consecutiva eliminazione dal Mondiale, per la quale nessuno ha pagato il conto. Solo tante chiacchiere e nessuna soluzione dei problemi che assillano il calcio azzurro. Donnarumma non fa più tanti miracoli, Chiellini all’addio, pure Bonucci sta preoccupantemente tramontando e in attacco nessuno fa più gol. Insomma un certo clima autocelebrativo, assolutamente fuoriluogo, ha fatto dimenticare all’Italia che qui c’è da ricominciare tutto da capo…
Ascolta “Bloooog! il Bar Sport di Fabrizio Bocca” su Spreaker. Martedì 14 giugno 2022 Germania-Italia 5-2, un altro tracollo. Non abbiamo proprio squadra Donnarumma Ca
Se rivogliamo la Nazionale, togliamo il potere ai club e ai padroni del calcio
LO SMALTIMENTO DEL RIFIUTO AZZURRO La crisi azzurra, il risultato più negativo della Nazionale nella sua storia più che centenaria (prima partita Italia-Francia 6-2, a Milano il