I 70 anni anni di Roi Michel Platini

Platini, il 10 più snob e intelligente passato per la Juventus e per l’Italia: “Quando con la palla non sai cosa fare, dalla a me. Mettila in banca”

Un giorno sentii un personaggio allora parecchio noto e discretamente influente sull’opinione pubblica,  e che non rivelo, sentenziare che Platini è stato il miglior calciatore del mondo e della storia. Punto, niente Maradona o Pelè, tanto per stare alla più nota delle diatribe del genere. Insomma le Roi Michel Platini su tutti. Essendo personaggio noto e influente riteneva di aver abbastanza ascendente non solo per sostenerlo lui ma per convincerne anche me e addirittura il resto del mondo.

  Lì per lì pensai – erano molti anni fa e Platini aveva smesso abbastanza da poco –  che fosse una delle tante affermazioni indice di obnubilazione intellettuale da tifo acuto, ma con gli anni ho capito che il calcio è lo sport più bello al mondo proprio perché rifugge dalla logica. E non esiste un metro assoluto. Perché è come l’arte.

  C’è chi dice che il più grande è stato Leonardo, chi Van Gogh, chi Picasso, e chi perde la testa per i quadri del Fragolari (io)… L’arte, sia la pittura, la musica, o anche il calcio che è ben più di uno sport e raggiunge livelli di sublimazione assoluta, non ha mai nell’assoluto il riferimento. Il calcio è per definizione indefinito, relativo, soggettivo, filosofico, transeunte.

  Per cui più che respingere o per assurdo confermare che Platini sia stato il migliore in assoluto, diciamo solo che abbiamo avuto la grande fortuna di aver potuto vedere e godere nella stessa epoca di Platini e Maradona, Falcao e Van Basten, Zico e infiniti altri, e di esserci talmente ubriacati di bellezza e di arte pura da non aver alcun senso oggi stabilire quale sia stato il migliore, o meglio quale ci abbia emozionato di più. Ci siamo letteralmente sborniati di bellezza e di calciatori che hanno fatto la storia.

 

  Tanta Juventus, ma anche ben oltre la Juventus. Di Platini posso dire che probabilmente è stato il calciatore più snob, raffinato e intelligente che sia capitato da queste parti. E questo può essergli riconosciuto da chiunque lo abbia visto giocare e ammirare.

  Delle centinaia di aneddoti che si raccontano il più bello è quando fumava nello spogliatoio e Gianni Agnelli glielo faceva notare: “L’importante è che non fumi Bonini che deve correre”. Una frase iconica: “Quando non sai cosa fare con la palla, dalla me, mettila in banca”. La più sarcastica, in voluto francese maccheronico: “Un buon allenateur e un allenateur che ha buoni giocateur”. Sull’ Heysel una tragica verità: “Quando cade l’acrobata entrano in campo i clown”. Da questo punto di vista i campioni di oggi nemmeno lo sfiorano.

  Il calcio gli è debitore per infami intrighi politici di una carriera incompiuta. Ha potuto dare tutto in campo, non gli è stato permesso fuori, e certo il calcio ne avrebbe avuto bisogno. Dopo di lui non è stato più football ma business ancora più esasperato di quanto già non avesse concesso lui. In ogni caso nessuno di noi ricorderà quel Platini lì, tutti ricorderemo la maglia numero 10 che ha vestito. Quando quel numero per noi era davvero tutto.

   I 70 anni di Platini, come tutte gli anniversari dei grandi, più che i suoi di anni sono i nostri che passano. Se non si vuol scadere nella nostalgia, certi ricordi e certe celebrazioni bisognerebbe proprio lasciarle stare. Ignorarle. E confesso che ci ho provato, poi ho pensato di togliere qualcosa a qualcuno e non voglio essere io a negare il piacere di un ricordo.

  Hai voglia però a consolarti e continuare a ripeterti: siamo stati fortunati ad averli visti questi, tutti e tutti insieme.

***

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Giornalista sportivo, a La Repubblica dal 1983 al 2022, sono stato per 12 anni capo dello Sport. Prima e dopo sempre sport e calcio, dai campi di periferia fino ai Mondiali, da Gianni Brera fino a Internet, da San Siro a New York, da Wembley all'Olimpico, dalla carta alla TV. Autore di Bloooog!, il Bar Sport, per 14 anni dentro Repubblica.it. Ora in maniera assolutamente libera, autonoma, indipendente, senza filtri.

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Evabbè!

“Non ho mai cercato la soluzione individuale quando avevo un compagno piazzato meglio di me”: il testamento di un illuminato. Capocannoniere e primo assistman della serie A per tre anni consecutivi, giocando da regista, spesso basso. Tre volte consecutive pallone d’oro. Ancora più dei gol e degli assist, ricordiamo tutti i suoi passaggi di prima tra linee a creare superiorità numerica e i mitici lanci in backspin di 40-50-60 metri a tagliare il campo per mettere in porta Paolo Rossi e chiunque altro, soprattutto Boniek (ma qui ho letto che la sua prerogativa era “il tiro in porta” 😂 ). Ero sugli spalti durante quel 1-2 di San Siro nell’aprile ’84, gol meravigliosi di Cabrini e Platini. Ad un certo punto, sullo 0-2, Platini batte una punizione all’altezza della panchina di Trapattoni (io ero là dietro) e mette in porta Cabrini che segna lo 0-3 con un altro magnifico sinistro incrociato, ancora nello stesso angolo alla sinistra di Zenga. Agnolin (poi condannato nel 2010 a 2 anni e 7 mesi di reclusione per truffa e bancarotta fraudolenta per il crack MyAir) fischia e annulla il gol tra lo stupore generale. Michel ride e chiede conto con la mano a carciofo, Agnolin accorre con faccia contrita e dice che la punizione doveva essere battuta tre metri più avanti. Platini si mette le mani sui fianchi e continua a ridere, contagiando tutti quelli che ha intorno. Poco dopo sempre Agnolin cerca di riaprire un match stradominato dai bianconeri, fischiano un comico rigore per appoggio di Gentile su Altobelli.

commentanonimo

Arrivo tardi su Platini. Peccato. Lo ho visto giocare tantissimo, erano gli anni che andavo allo stadio. Che dire? In quegli anni si discuteva se il piu’ grande fosse lui o Diego o Zico. Questo per dare l’idea del suo valore percepito. Platini cambiava le partite. Le illuminava coi passaggi e con le punizioni. Era semplicemente fantastico. Era un giocatore intelligente e fantasioso. Io in quegli andavo a vedere il Toro e la Juve per Diego. E l’Udinese. Ma poi c’era anche Falcao. Era un calcio bellissimo o forse ero solo giovane😘

Sapevatelo

“Il calcio gli è debitore per infami intrighi politici di una carriera incompiuta. Ha potuto dare tutto in campo, non gli è stato permesso fuori, e certo il calcio ne avrebbe avuto bisogno. Dopo di lui non è stato più football ma business ancora più esasperato di quanto già non avesse concesso lui.’

Bocca, le ricordo che è stato fra i molti che sono saltati addosso in branco a Platini e hanno sobillato l’opinione pubblica e che anche lei era di quelli che volevano l’autodafè e la pubblica gogna.

Si ricorda cosa scriveva?
“Platini il corrotto che non può più dare lezioni di moralità a nessuno” e giù a ricevere gli applausi della marmaglia taj del primo Bloooog.

Poi sono arrivate le assoluzioni, lei muto senza nemmeno biascicare mezza scusa.

E ora fa pure il sepolcro imbiancato…

il nome delle cose

Qui dentro (non perché abbia mai frequentato questo blog, ma perché per ragioni professionali mi venivano segnalate tutte le calunnie contro Platini, anche quelle accorse nei più piccoli anfratti) si parlava di “Platini al gabbio”, ridendone e spettegolandone allegramente. Facendo finta di non sapere che quell’accusa ridicola e vergognosa era stata prodotta e portata avanti nientemeno che dalla Commissione Etica della FIFA, roba da far rabbrividire la Banda della Magliana. Davvero incredibile che il mondo del calcio e dei media asserviti non abbia mai sentito il bisogno di un sussulto di dignità per chiedergli scusa.

Il Regolamento

Ennesima conferma del cerchiobottismo e del giravoltismo di Bocca, non ce n’era bisogno.
Di scuse invece ci sarebbe bisogno, ma quelle non possiamo aspettarcele da uno che scrive ” in maniera assolutamente libera, autonoma, indipendente, senza filtri.”.
LOL

Modifica il 18 giorni fa da Il Regolamento
Claudio Mastino 62

Grande, grandissimo, un vero campione, un fuoriclasse assoluto, è stato uno dei più grandi calciatori che abbia mai visto giocare, sia dal vivo sia in tv, da George Best e Omar Sivori in poi. Nonostante la sua posizione in campo non fosse quella di un attaccante ha segnato tantissimo nella sua carriera, molto di più di tanti attaccanti. Michel Platini era dotato di una classe cristallina e di una tecnica sopraffina, nonché di un’intelligenza tattica fuori dal comune; essenziale nelle giocate come Ronaldo il fenomeno non si perdeva in inutili virtuosismi, era l’essenza del calcio che è un gioco semplice e Michel era estremamente pratico, prima di ricevere il pallone già sapeva cosa fare. Era dotato di una grande visione di gioco, abilissimo negli assist per i compagni di squadra e nel concludere a rete sia di destro che di sinistro e nonostante un fisico non proprio da corrazziere era bravo anche nei colpi di testa;
Inoltre è stato un eccellente rigorista ed eccellente nel battere le punizioni dal limite tanto che all’epoca erano famosissime le punizioni alla Platini.

occasionale

Estrapolo un paio di cose dall’omaggio di Bocca alla più grande espressione del calcio francese di tutti i tempi.

Agnelli
L’aneddotica dell’Avvocato è tanto ricca quanto gustosa.
Personaggi del genere – d’altra parte – non nascono sotto il cavolo.
Per esempio il flop juventino di Ian Rush da molti fu spiegato anche con l’ostacolo linguistico, col suo cattivo rapporto con la lingua italiana.
Beh .. una volta Mauro ha raccontato che a giudizio dell’Avvocato non ne aveva uno ottimo neppure con quella inglese.

la maglia n. 10
Non inclino esageratamente alla nostalgia ma quella della numerazione delle maglie è una nostalgia alla quale non posso e nè probabilmente voglio sottrarmi.
Quella che andava, ovviamente, dall’1 all’11 (altro che dall’1 al 99).
L’1 dell’estremo difensore (forse una delle espressioni più belle del gergo calcistico – quasi letteraria).
Il 2 e il 3 dei terzini, il 5 dello stopper, il 7 dell’ala destra e l’11 di quella sinistra.
E poi il mitico 10 di quelli che tutto vedevano: ciò che stava davanti ai loro occhi ma anche (e senza alcun bisogno di voltarsi) tutto ciò che avveniva alle loro spalle.
Quelli insomma che il gioco oltre a vederlo lo sentivano, lo annusavano nell’aria .. quelli che sapevano dare alla squadra il tempo di salire e che, quando c’era da tornare precipitosamente tutti indietro, erano gli unici a mancare – inesorabilmente – all’appello.

Waters

Ciao, a proposito di azioni leggendarie, ti ricordi il famoso gol di Pruzzo contro la Fiorentina?Parte da Falcao – che giocatore – poi Conti, Falcao fa tutto il campo poi di tacco sulla testa di ” O’ Rey di Crocefieschi” che fa gol…

occasionale

Eccome se lo ricordo – anche se ‘ripassarlo’ è stato un piacere.

Cinque tocchi in poco più di 15 secondi per portare la palla da una porta fin dentro quella opposta: quattro passaggi – due dei quali di prima – e il gol, sempre di prima.
Il tocco finale di Falcao, poi, per ovvie ragioni si fatica a definirlo semplicemente un assist di prima.

Diciamo che in una pagina che celebra Platinì il riferimento a Falcao cade esattamente come ‘il cacio sui maccheroni’.
Perchè Paulo Roberto è stato un’altra bella ‘testa pensante’, oltre che un altro di quelli che oltre a saperli servire su un piatto d’argento i gol sapeva anche siglarli personalmente: gol fra l’altro affatto infrequenti e spesso ‘pesanti’.

E ricordiamo anche che uno come Pruzzo in 16 anni di professionismo ha contato solamente 6 presenze in Nazionale: che qualcosa sulla qualità media del calcio di quegli anni in fondo ce la dice.  

2010 nessuno

La numerazione che citi tu era quella usata solitamente con la marcature a uomo, con il n. 1 portiere; 2 terzino destro; 3 terzino sinistro ; 4 mediano destro; 5 centromediano; 6 mediano sinistro; 7 ala destra; 8 mezz’ala destra; 9 centravanti; 10 mezz’ala sinistra; 11 ala sinistra.
Col tempo il 5 e il 6 vennero denominati poi stopper e libero

Nicola Romano

Da grande appassionato di musica beat ,possiedo diverse canzoni che ad inizio carriera Mal dei Primitives. ha cantato in patria nella sua lingua, ahimè non parlo inglese e forse sara’ suggestione, ma ho l’impressione che storpiasse anche l’idioma del grande Scekspir .

il radarista

Credo di non aver mai visto giocare Platini. Mi sono perso qualcosa?

Guglielmino degli Ubertini

Ti domandi se ti sei perso qualcosa? Vediamo un po’:
Partite Serie A:
Platini 224 in cinque stagioni – Maradona 259 in sette stagioni
Reti:
Platini 104 – Maradona 116
Assists:
Platini 100 – Maradona 60
Totale assists + reti:
Platini 204 – Maradona 176
Trofei Vinti
Platini 7 – Maradona 5
Capocannoniere campionato italiano
Platini 3 – Maradona 1
Palloni d’Oro
Platini 3 – Maradona 0
Quindi… sì, direi di sì… ti sei perso ben più di qualcosa

Sapevatelo

Ti sei perso come si poteva essere un fuoriclasse senza dover truccare l’antidoping per poter scendere in campo a giocare, Radarista.

a volte le cacate di uccelli accecano i radar;
il nostro radarista è accecato dal tifo;
addirittura dovremmo credere che non abbia mai visto una partita dell’Italia contro la Francia con Platini o il Napoli contro la Juve con Platini;
o forse è un maldestro tentativo di passare da giovincello;

2010 nessuno

Se lui è accecato dal tifo tu con questa maleducata risposta cosa sei? Un certo tipo di tifoso…

Mi sono interessato al calcio dopo aver visto giocare Maradona a Napoli. Prima avevo visto giocare Best ma non avevo avuto l’opportunità di seguire il calcio. Quelli sono stati i miei punti di riferimento per apprezzare il calcio. Posso dire che non mi intendo di calcio e una partita mi piace se vedo fare cose che mi sorprendono, chiunque le faccia, anche gli avversari del Napoli per cui tifo. Da poco seguo il calcio in TV e le partite sono diventate noiose con la cosiddetta costruzione dal basso, il possesso palla e il tikitaka. le integro con le parole crociate.
Buona domenica.

Evabbè!

Maradona e Platini (che si volevano bene e si stimavano per davvero) sono arrivati insieme in Italia (Platini un anno prima), se ti sei interessato a Maradona non puoi non aver visto anche Platini. A meno che avessi gli occhi chiusi o che il tuo interesse sia stato, diciamo così, flocloristico.

guido

M42

Niente, mica era Maradona.

Waters

Fabrizio, per me il più grande è stato Caravaggio, i suoi chiaroscuri sono leggendari, mentre fra i piu recenti metto Dalì e Chagall.
Platini è stato un ottimo giocatore niente da dire, la sua prerogativa era il tiro in porta, quasi sempre centrava il bersaglio
Ma c’è un grosso punto d’interrogativo sulla sua carriera, ed è stata la serata dell’Heysel con il suo giro con la Coppa con la gente morta a qualche metro da lui …
Saludos…

Il Regolamento

Sei sempre la solita bella personcina, capace di speculare sui morti senza nessuna remora.
E qui dentro c’è ancora non ha capito che tipo sei

il nome delle cose

Solo vili propagatori di menzogne avrebbero ancora la sfacciata indecenza di cavalcare la totale disinformazione sulla strage dell’Heysel per lisciare il pelo della propria ossessione. Quelli che ancora lucrano sui quei 39 morti e il dolore delle loro famiglie. Per tutti gli altri ci sono stupendi, esaustivi, commoventi posdcast sull’Heysel con tutte le testimonianze dei presenti, giocatori, dirigenti, tifosi ecc (primo tra tutti il podcast di Emilio Targia del Partito Radicale), dove viene spiegate per filo e per segno, che nessuno della Juventus voleva giocare quella finale e che, tutto il “cerimoniale”, giro di campo compreso, fu imposto dalla Uefa (la criminale Uefa, criminale tanto quanto le inette forze dell’ordine del Belgio) per permettere il deflusso da quella prigione di cemento e reti arruginite. Quella notte Michel decise dentro di se che la successiva, sarebbe stata la sua ultima stagione da calciatore.

Waters

Ma chi credi di essere?
E soprattutto chi cazzo sei?
Non sai niente, Tacconi e Paolo Rossi dissero più volte che sapevano tutto, altra fregnaccia il fatto che furono obbligati dall’Uefa.
Ne abbiamo la controprova all’arrivo all’aeroporto di Torino Caselle quando tanti giocatori ostentarono la coppa…

il nome delle cose

Placati, nemmeno io so chi sei e manco mi interessa saperlo, dato il livello…
Nessuno dei calciatori sapeva con esattezza che cosa era successo, le voci si rincorrevano, sapevano che era successo qualcosa di molto grave. La Juventus non voleva giocare quella partita, nessuno voleva giocarla, prima di tutto Scirea, già quando fece il suo discorso insieme al capitano del Liverpool dalle postazioni in tribuna! E a malincuore, con la morte nel cuore, obbedirono alle direttive dell’Uefa per evitare che la strage diventasse un’ecatombe, giro di campo compreso! Sei tu che non sai assolutamente nulla di nulla (e sicuramente non hai mai ascoltato – né voluto sapere, né empatizzare, né capire – almeno ascoltando ad una sola delle decine di ricostruzioni prodotte durante questi quarant’anni da persone che conoscono i fatti a menadito), ma ti permetti di fare il pettegolo sulla pelle dei morti e sul dolore delle loro famiglie.
 
Io sono uno che dà il nome alle cose. E ti rimette la tuo posto.
 
Per tutti le persone che voglio sapere e che mai oserebbero spettegolare e lucrare sul dolore altrui, ecco il meraviglioso (e terribile) lavoro di Emilio Targia, in 5 episodi di circa mezz’ora l’uno.
 
DENTRO L’HEYSEL #1 – IL SOGNO
https://www.youtube.com/watch?v=Iw8m48tnvxo&list=PLWO1LlqwznjiaN7NcRAta3qkcGrg4fRpx&index=1
 
DENTRO L’HEYSEL #2 – IL VIAGGIO
https://www.youtube.com/watch?v=3-iUjXP60ZY&list=PLWO1LlqwznjiaN7NcRAta3qkcGrg4fRpx&index=2
 
DENTRO L’HEYSEL #3 – LO STADIO
https://www.youtube.com/watch?v=pHGwICtLzR4&list=PLWO1LlqwznjiaN7NcRAta3qkcGrg4fRpx&index=3
 
DENTRO L’HEYSEL #4 – IL RITORNO
https://www.youtube.com/watch?v=g_aaingFgto&list=PLWO1LlqwznjiaN7NcRAta3qkcGrg4fRpx&index=4
 
DENTRO L’HEYSEL #4 – QUARANT’ANNI DOPO
https://www.youtube.com/watch?v=KV8y4Jd5Elw&list=PLWO1LlqwznjiaN7NcRAta3qkcGrg4fRpx&index=5
 
Grazie dello spazio dr. Bocca, questo podcast ed altri meritano di essere conosciuti.

Claudio Mastino 62

Ciao Andrea,
d’accordo con te per quanto riguarda il Caravaggio che insieme a Cezanne e a Magritte è uno dei miei pittori preferiti, uno dei più grandi.
Però come fai a dire che la prerogativa di Platini era il tiro in porta, non era certo Francisco Lojacono o Roberto Carlos e nonostante calciasse bene con entrambi i piedi spiccava soprattutto per ben altre qualità.

Waters

Bella chicca Lojacono ..ciaoo

Sapevatelo

“La prerogativa di Platini il tiro in porta” mi mancava e va di diritto nella top 5 delle tue migliori fesserie di sempre, waterz.

Anche se ha sempre segnato tanto – tre volte capocannoniere in serie A – non era quello che gli dava il quid che ad altri mancava.

E insiste a volersi dire “scienziato del calcio”…

Ah, dimenticavo: e piantala di fare finta che ti importi di quei morti, per favore

il radarista

Leonardo da Vinci. Autoritratto venerato come Sacra Sindone, inarrivabile.
Dalì, l’unico pittore al mondo a capire il dipinto L’Angelus di Millet.
L’Angelus di Millet, il più bel quadro di sempre.

Brutta giornata per il mondo. Mr Trump ha fatto bombardare i siti nucleari dell’Iran. C’è qualcuno che cambierà i suoi progetti vacanzieri? Mah!

Modifica il 19 giorni fa da il radarista
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