
Osimhen e Vlahovic, gol troppo cari. E tutti ci perderanno
Osimhen e Vlahovic sono due macigni sul calciomercato. Uomini gol preziosi e troppo costosi ai margini di Napoli e Juventus. Un tempo ne sono stati il motore e la speranza, oggi un peso quasi insopportabile. Con valutazioni che scendono verticalmente e collocazioni sempre più difficili da trovare.
Osimhen ha rifiutato l’Arabia Saudita, Vlahovic non ha ancora trovato qualcuno – ettecredo – che eguagli lo straordinario contratto che strappò alla Juventus, all’epoca di Andrea Agnelli. Doveva essere l’uomo della spinta e della risollevazione Juventus, alla fine è diventato un problema. Entrambi guadagnano troppo per aver voglia di darsi essi stessi un taglio o per trovare posto lontano dalle squadre con cui la passione è stata breve. Ma l’interesse venale massimo.
Continuo a pensare che la miglior collocazione possibile per Osimhen e Vlahovic siano sempre il Napoli e la Juventus, ma è praticamente impossibile far coincidere ingranaggi diversi e che girano al contrario. Nessuno farà un affare in questa storia e tutti ci perderanno.
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Io Osi me lo terrei, è già lui il nuovo-vecchio erede di Lukaku, senza bisogno di andare a cercare chissà dove
Magari tornasse Osi, altro che il palo della luce belga!
Non conosco i retroscena, ma anche per me sarebbe cosa buona e giusta .
Banalità sul Gioco del Calcio
Partiamo da un punto fermo: il gioco del calcio è il più bello e divertente sport del mondo, gli altri sport, di squadra o individuali, non sono altrettanto coinvolgenti ed appassionanti, altrimenti non si sarebbe gradualmente ma inesorabilmente diffuso in modo quasi virale dal paese di origine, l’Inghilterra, a tutti i continenti e a tutti i paesi del globo, diffusione tuttora in corso, vedi Paesi Arabi ed Estremo Oriente. Alcuni sport hanno aspetti innegabilmente positivi, ma sono meno avvincenti e spesso più monotoni e ripetitivi (vedi il tennis e le varie palla-canestro/volo/ovale/nuoto, ecc.), altri come l’atletica, le ginnastiche, il nuoto e tuffi, pugilato e arti marziali, gli sport invernali sono indubbiamente molto formativi ed educativi per i giovani, ma molto meno spettacolari e coinvolgenti, tranne rari ma significativi exploit eccezionali.
Secondo punto importante: il “foot-ball” prevede l’impiego di una palla e di una parte specifica del nostro corpo, il piede; questo significa che il giocatore deve saper, per prima cosa, sviluppare la sua capacità di trattare il pallone con i piedi, meglio se entrambi, allo scopo di rendere più facili e naturali tutte le sue azioni durante le varie fasi del gioco. Tutte le altre parti del corpo sono meno essenziali, testa inclusa; la “testa” rimane comunque importante per “finalizzare” al meglio le sue azioni di gioco.
Ricordiamo che l’obiettivo finale del gioco è il “goal”, il pallone che finisce in fondo alla rete, ma che il calcio, da vero sport di squadra, prevede che tale obiettivo si raggiunga attraverso uno sforzo congiunto di tutti i giocatori, uniti nello stesso impegno collettivo.
Qualcuno attribuisce l’attuale carenza di risultati delle nostre squadre, di club e nazionali, alla insufficiente preparazione atletica dei nostri giocatori, all’esasperato tatticismo instillato dagli allenatori fin dai primi passi, all’allontanamento dei giovani di oggi dallo sport in genere e dal calcio in particolare, alla mancanza di spazi adeguati per praticare questo sport nelle città e nei paesi; tutti questi fattori sono certamente veri, ma non sono sufficienti a giustificare questa flessione nella qualità del gioco e nella scarsità dei risultati.
Bisogna ricreare nei giovanissimi la passione per il “gioco” in sè, per il miglioramento della propria tecnica individuale nel controllo del pallone, e poi nella visione complessiva del gioco e nella lettura delle varie fasi in cui questo si sviluppa, nella “pulizia” ed accuratezza dei passaggi ai propri compagni, sempre orientandoli a facilitare il controllo e a preparare il successivo sviluppo dell’azione.
Troppo spesso i passaggi sono “sciatti”, arretrati e mai in prospettiva, sporchi o carichi di effetto, alti o balzellanti quando un passaggio pulito rasoterra sarebbe più efficace, talvolta solo volti a liberarsi del pallone lasciando ad altri il compito di costruire gioco.
Se il giocatore riuscisse a seguire sempre queste poche regole, anche gli aspetti relativi alla forza fisica o alla resistenza atletica sarebbero minori o comunque meno significativi, sarà la palla a dover correre più veloce, il giocatore potrà risparmiare molte energie e sarà più efficace in ogni fase del gioco, offensiva e difensiva, e più lucido e pronto nel tiro in porta.
Nei giocatori professionisti, quali sono i giocatori delle varie nazionali e dei nostri campionati maggiori, è ormai molto difficile migliorare aspetti ormai consolidati negli anni di carriera, vizi e virtù che fanno parte del loro bagaglio tecnico e di vita sportiva, ma forse ai più giovani qualcosa si riesce ancora a inculcare, per riuscire a modificare il loro atteggiamento in campo.
La mia crociata infatti è destinata prevalentemente agli istruttori delle scuole calcio, come ho già scritto anche a @il regolamento, a loro il compito di appassionare spronando, motivando, ma anche istruendo, correggendo i difetti e rafforzando le qualità.
N.B. Ciuffettino alla rincorsa di Ringhio, spero in un allegriano “corto muso”
Caro ghiro, permettimi di farti un appunto.
Il calcio obiettivamente è uno sport noioso come tutti gli altri, a meno non giochino i campionissimi. Non dirmi che non ti sei mai addormentato guardando qualche partita di livello tecnico o agonistico non propriamente eccelso.
La differenza sulla diffusione della passione per il pallone risiede, secondo me, in altri fattori:
1) è uno sport facilissimo da praticare ovunque, in strada, in cortile, in spiaggia, in campagna ed in città😉. Lo stesso non si può dire per pallavolo, – canestro, -mano, -nuoto, ecc.
2) la (sovra)esposizione mediatica del calcio in Europa e in Sudamerica non è neanche lontanamente paragonabile a nessun altro sport. La stessa cosa accade p. e. con American football e basket negli USA o con il cricket nel subcontinente indiano e infatti in quei paesi il calcio è decisamente uno sport minore.
3) in Europa e in Sudamerica il calcio ti viene imposto fin da quando sei in fasce, è chiaro che sia abbastanza difficile riuscire ad ignorarlo ed interessarsi ad altri sport. In più si tratta uno sport di squadra, quindi un momento di socialità, grosso vantaggio rispetto agli sforzi individuali.
4) infine, come dice più di la tua cotifosa Sunako, è uno sport che possono praticare anche persone non particolarmente talentuose.
Questi fattori, assieme alla nostra tradizione di paese vincente nel calcio, fanno sì che noi qui siamo malati del “pallone” e ci emozioniamo meno per altre attività sportive, a meno che non primeggiamo in queste a livello mondiale (vedi il tennis ad esempio).
Una buona giornata a te e a tutti i malati del “pallone”.
Perdonami, ma questa è una visione abbastanza calciocentrica. Il calcio è lo sport più praticato solo in alcuni paesi del mondo, non in tutti.
Oltre a questo, sostenere che altri sport sono meno avvincenti significa aver seguito poco sport come pallavolo o rugby, ad esempio.
P.S. tu lo sai che lo sport più praticato al mondo a livello agonistico è… il nuoto? E che fra i più seguiti il cricket è più o meno al pari del calcio?
Confermo la visione calciocentrica, ma vedo con molto piacere anche la pallavolo e il rugby, come il tennis e il basket, anche se, non avendoli praticati a livello agonistico, non sono in grado di apprezzarne tutti i risvolti tecnici e le finezze. Tuttavia invito i bloggisti presenti ad assistere, con la stessa emozione, coinvolgimento e partecipazione:
a) ad una partita di calcio
b) ad una giornata di gare di nuoto
c) ad una interminabile partita di cricket, anche se di livello altissimo…
Giustamente mi parli di “visione”, perche da tempo non pratico più sport, mi limito a guardarli, quindi parlo di spettacolarità del gioco in sè.
E del calcio sono in grado per esperienza diretta di capirne pregi e difetti, errori ed orrori
Beh, c’è gente che assiste ad avvincentissimi incontri di tennis della durata di cinque ore e mezza
Anche io l’ho guardato, ma 5 ore e passa non le ho rette. Ogni tanto facevo altro per guardare di tanto in tanto come era finita. Ma non finiva mai. Assurdo!!
L’ho fatto, ne sono rimasto incantato. Embè? Io parlavo di partite di calcio e di come si può migliorare la qualità del gioco.