A chi frega qualcosa di questa Nazionale? L’Italia oggi ha l’immagine di Spalletti, non dei campioni che non ci sono e che mancano. Sentiamo il vuoto di un’intera classe di calciatori e il distacco causato da due mondiali mancati. Per gli Europei in Germania bisogna recuperare a tutti i costi il rapporto sentimentale con la gente e soprattutto bisogna trovare un attaccante. Da Retegui a Zaccagni, da Lucca a Raspadori, li darei tutti in cambio per un Pippo Inzaghi. O anche solo un Toni…
NAZIONALE, DIETRO SPALLETTI IL VUOTO Siamo di fronte a una preoccupante, ma anche ciclica, caduta di appeal della Nazionale. Se dovessi esprimere il concetto in altre parole, ma br
Calzona nuovo allenatore del Napoli al posto di Mazzarri. E’ già il terzo allenatore dopo lo scudetto con Spalletti. Un altro traghettatore che per di più il Napoli dovrà condividere con la Slovacchia, di cui Calzona resta ct. Con De Laurentiis ormai non ci si deve stupire più di niente. Il presidente ha scambiato il Napoli per un Festival della Canzone dove alterna vecchi e superati cantanti a Nuove Proposte che non conosce nessuno. Chi lo sa? Magari il bello deve ancora venire…
CALZONA AL FESTIVAL DI NAPOLI Calzona nuovo allenatore del Napoli al posto di Mazzarri. Siamo ad appena nove mesi dallo scudetto e siamo già al terzo allenatore dopo Spalletti. Un
Euro 2024, Italia con Spagna, Croazia e Albania. Dura, ma pensiamo a far gol non al sorteggio. E poi quelle ciambelle di salvataggio…
Agli Europei 2024 Italia con Spagna, Croazia e Albania, messe in ordine di “pericolosità”. E dunque possibile e teorica classifica. “Poteva andare meglio”. Lo dice il ct S
E’ andata. Che fatica con l’Ucraina ma l’Italia di Spalletti è agli Europei 24. Dopo il Mondiale fallito si riivede la luce, e come dice il ct la partita vera inizia ora – IL PODCAST
Ascolta “L’Italia di Spalletti agli Europei 2024 (21 nov 2023)” su Spreaker. Evviva, siamo agli Europei. Eviterei toni trionfalistici ma capisco. Due Mondiali man
L’Italia senza un centravanti? Come la carne coltivata, a questo punto facciamocelo in provetta… – IL PODCAST
Ascolta “Italia senza centravanti? Facciamolo in provetta, come la carne… (17 nov 2023)” su Spreaker. Cinque gol alla Macedonia del Nord, finalmente. Ma, a
Più che un Commissario Tecnico un Commissario Straordinario, Luciano Spalletti oggi è il generale Figliuolo della Nazionale. Non c’è da rifondare il calcio, non ci sono progetti di grande riforma azzurra, c’è da salvare una squadra in declino. Pensiamo a tornare agli Europei e ai Mondiali, poi si vedrà…
Commissario straordinario più che commissario tecnico. Se dovessi scegliere un riferimento pratico e spirituale per Luciano Spalletti non direi Marcello Lippi, suo conterraneo e c
Luciano Spalletti ct azzurro. E’ ufficiale, l’Italia non è ancora qualificata per Europei e Mondiali, ma si qualifica per le Spallettiadi. La Federcalcio ha affidato la panchina più importante d’Italia all’ex allenatore del Napoli, grande condottiero dell’ultimo sorprendente scudetto. E’ un colpo da levarsi cappello, il presidente della Figc Gravina ha rotto gli indugi e in appena cinque giorni risolta la grana delle improvvise e inaspettate dimissioni di Mancini. Il problema è il rilancio di una nazionale che non ha grandi campioni, ma la scena ora se la prende tutta super Luciano: aspettatevi show, scatti di ira, silenzi inquietanti e dichiarazioni contorte e incomprensibili. Ma pazienza, l’importante è che la Nazionale risorga e torni al centro del calcio italiano. Intanto preparatevi, più che in campo si sale sul ring…
Il dado è tratto, Luciano Spalletti nuovo ct della Nazionale. Ha l’incarico di portare la Nazionale ai prossimi Europei e ai prossimi Mondiali nel 2026. Non ci metto anche vince
Se vi appare scandalosa, inopportuna e imbarazzante una trattativa Federcalcio-Napoli, e nello specifico Gravina – De Laurentiis, con tanto di tre milioni in ballo da pagare, per liberare Spalletti e farlo diventare il nuovo ct della Nazionale, allora potreste anche accontentarvi di un Bollini o Nicolato commissario tecnico e non pretendere di avere per forza alla guida dell’Italia il migliore allenatore su piazza. Dai tempi di Sacchi in azzurro (1991) la Nazionale e la Federcalcio sono di fatto sul mercato e dunque in competizione con l’intero mondo del football, club e nazionali. Quindi è inutile prendersela col solito De Laurentiis che tra l’altro è il mago dei contratti e delle clausole: i patti sono tali perché convengono a tutti e sono firmati da entrambe le parti. Il Promesso Sposo Spalletti ha già smaltito lo stress e superato la stanchezza che gli ha fatto dare l’addio al Napoli, l’anno sabbatico è durato sì e no un paio di mesi… E ora – come del resto fanno tutti – vuole che la Federcalcio paghi quella clausola che lo riguarda direttamente. Insomma si sta sul mercato, la Federcalcio non è mica la mamma dei Gracchi…
Il triangolo no, non l’avevo considerato, ma era perfettamente immaginabile che alla fine si finisse a letto in tre. Per fare un ct nuovo bisogna passare attraverso le forche cau
Peccato, ma prima che uno scudetto storico venga sommerso da fango e veleni è meglio chiuderla subito qui questa storia di convivenza coatta tra Spalletti, il Napoli e De Laurentiis. E’ stato bellissimo, meraviglioso, ma basta, risparmiateci i piatti in faccia e la “Guerra dei Roses”. In fin dei conti tra l’Inter e Conte, due anni fa, andò nella stessa identica maniera. Due galli nel medesimo pollaio sono troppi e il pollaio appartiene a De Laurentiis, che non vuol concedere all’allenatore fette di potere o farsi dire come gestire la società, la squadra e soprattutto come spendere i propri soldi. Qui comando io, è il messaggio di De Laurentiis: non voglio tarpare le ali a nessuno, se non va bene quella è la porta. La sintomatologia della malattia del resto è chiarissima, Spalletti ha già ricominciato a parlare per complicate e incomprensibili allocuzioni che non promettono nulla di buono. “Per il mio futuro non mi servono le ali ma un paio di stivali”, “bisogna andare sempre dentro lo scorrimento delle siruazioni…”. Dunque inutile aspettare che l’incendio divampi incontrollato, meglio separarsi consensualmente. Sorprendente? No, stupidi noi a credere che nel calcio esistessero ancora le favole. “Maronn ‘ro Carmin”! L’unica preoccupazione di De Laurentiis oggi è che Spalletti non finisca, prima o poi, alla Juventus…
Se alla Juve l’allenatore rischia di restare anche quando non si vince nulla, al Napoli l’allenatore se ne va dopo uno scudetto che ha fatto il giro del mondo. No, siam
E’ fatta, a 33 anni da Maradona, il Napoli vince il terzo scudetto della sua storia. Lo fa con ben cinque giornate d’anticipo sulla fine del campionato, dimostrazione di un dominio schiacciante. E’ lo scudetto di De Laurentiis e di Spalletti, di Osimhen e di Karavtskhelia, del capitano Di Lorenzo e del grande regista dietro le quinte Cristiano Giuntoli, il mago del calciomercato. Uno scudetto costruito con pazienza negli anni, tenendo testa ai grandi club del Nord. Spalletti, che finalmente riesce a vincere a 64 anni uno scudetto che avrebbe meritato anche molto prima, ha plasmato e reso irresistibile una squadra nuova, derivata dalla progressiva liquidazione della precedente. Nessuno poteva immaginare che dopo l’addio a Insigne, Mertens e Koulibaly si potesse arrivare immediatamente allo scudetto. Ma è successo. Pensavamo tutti a Milan, Inter, Juventus: che invece si sono piegate subito al nuovo padrone del calcio. Non è un miracolo, Napoli ha vinto in un football ormai preda dei mostri dei colossi finanziari, e lo ha fatto impegnandosi in un calcio sostenibile. Tutti il popolo azzurro in strada, Napoli ringrazia e il Vesuvio erutta non fuoco ma felicità. Ma soprattutto nessuno ha un Santo Protettore come Maradona che ti sorveglia e ti guida dall’alto.
Il gol della storia lo segna, come ti potevi sbagliare, Victor Osimhen – lui, l’uomo mascherato del Napoli – al 52′ di Udinese-Napoli. Sono le 21.56 di giov