
The Brutalist Gasperini è super, ma non deve piacerci per forza
Gian Piero Gasperini è sicuramente un ottimo allenatore, come dicono 9 anni di Atalanta, ma non mi piace. Ne apprezzo il calcio scarnificato e il lavoro sulla psiche e sul fisico dei calciatori, ma non mi piacciono i suoi modi e la rudezza di troppe sue uscite.
Non vedo quale problema ci sia a dirlo, del resto mica dobbiamo esserci tutti simpatici. E comunque sicuramente, noi e pure molta parte del calcio mandato non di rado a cg..are dal nostro, non lo sono a lui.
Poi è chiaro, quando ti serve qualcuno di rottura, e pensi di ricostruire l’ Atalanta perché te ne fanno gola i profitti e la capacità di inventare, far crescere e trasformare calciatori, Gasperini può anche apparire l’ideale. Uno smaliziassimo Trump della panchina che ha una soluzione spiccia per tutto.
Ma la vedo anche come una dissecazione complicata e non facilmente risolvibile. Nel senso che la separazione ha forti rischi per l’intero triangolo in questione: l’Atalanta, Gasp e lo speculatore che vorrà approfittarne inserendosi nella crisi coniugale.
A prescindere dalla troppo lontana e fallimentare esperienza con l’Inter morattiana non escluderei un forte rigetto lontano da Bergamo – che so, la Roma, il Napoli, il Milan – e mi chiedo se il brutalista Gasp durerebbe nove anni altrove. Certo che no. Ma magari qualcuno vorrà sperimentare il brivido. E in quel caso noi non avremo nemmeno bisogno di appiccare mezza scintilla per cavarne qualcosa da raccontare.
Quando poi Gasp vincerà lo scudetto quasi tutti vi sarete dimenticati di quello che ho scritto e così potrò salire sfacciatamente, come l’intera comunità degli addetti ai lavori ed ex riciclati alla TV, sul carro del vincitore lubrificando di viscida saliva il console trionfante.
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[…] squadra di Inzaghi unica italiana in corsa su tutti i fronti *** Martedì 25 febbraio 2025 The Brutalist Gasperini è super, ma non deve piacerci per forza Gasperini dopo 9 anni può lasciare l’Atalanta e magari Napoli, Roma o Milan […]
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[…] ci corre un mondo. C'è un'aria così tesa che si capisce che Milano si senta non … […]
Dall’esperienza sulla panchina dell’Inter sono passati 15 anni durante i quali Gasperini è certamente cresciuto – e non poco – sotto il profilo tecnico e tattico.
Anche la figura del ‘piangina’, in fondo, si è raffinata: nel senso che esiste ancora ma si è data un contegno e toni fino a qualche tempo fa impensabili.
Insomma .. il Gasp è ormai da considerare a tutti gli effetti un tecnico di assoluto prim’ordine, senz’altro meritevole della panchina di una grande.
Anch’io, tuttavia, nutro dubbi sugli eventuali, possibili risultati.
Quella di Gasperini infatti è una filosofia calcistica estremamente dispendiosa sia sul piano mentale (per la concentrazione richiesta) che su quello fisico.
Una filosofia che, se ben si sposa con giocatori in cerca di affermazione o comunque in crescita, mal si adatterebbe a mio vedere a squadre composte da campioni ormai affermati (ce lo vedete Rafa allenato dal Gasp ?).
A meno di concedergli un piano di lavoro a quattro anni, caso in cui io credo che il discorso cambierebbe.
Ma nel calcio di oggi dove la trovi una grande che ti assicura la panchina per quattro anni ?
Visto che siamo in tema di allenatori …. scorrendo la classifica della A e soffermandomi sui due fanalini di coda – il Venezia e il Monza ormai mestamente allenati da Di Francesco e Nesta e di fatto entrambi con i piedi in B – riflettevo su quanto essere stati giocatori di livello non garantisca di poter essere allenatori, di livello.
Oltre a Nesta e Di Francesco infatti ce n’è diversi che già da anni calcano le panchine del calcio professionistico con fortune che più che alterne definirei davvero modeste: penso per esempio a Gattuso, Grosso, Pippo Inzaghi, Pirlo, De Rossi, Gilardino …
Che si tratti di due mestieri totalmente diversi non ho dubbi .. anche nel caso di giocatori che per ruolo, tecnica e indole hanno vissuto una carriera agonistica da ‘allenatori in campo’ (spesso fior di giocatori – cito Seedorf per tutti).
Ma non solo .. a giudicare dagli esiti delle avventure di Ferrara, Pirlo, Seedorf, Inzaghi, Leonardo e De Rossi sulle panchine di Juve, Milan e Roma – per esempio – sono portato anche a pensare che, come per tutte le cose della vita, pure quello di allenatore sia un mestiere che andrebbe iniziato ‘dal basso’ per poi, eventualmente, ‘salire’.
Seppure i casi di Trapattoni, Zoff, Capello, Deschamps, Ancelotti e Guardiola sembrerebbero dimostrare il contrario.
Diciamo che mettere sulla panchina di una grande un calciatore che ha appena smesso di giocare è un azzardo che può premiare solo in presenza di dirigenti dall’occhio lungo e dall’enorme intuito.
Ma la domanda è: esistono ancora dirigenti di questa fatta ?
[…] The Brutalist Gasperini è super, ma non deve piacerci per… 4 ore fa by il radarista […]
Considerato che una squadra di calcio di serie A è fatta di un presidente, una quindicina di giocatori e qualche milionata di spettatori e telespettatori, se ce ne fossero una ventina di allenatori come Gasperini sarebbe un affare per una ventina di presidenti, per tre centinaia di calciatori e qualche milionata fra spettatori e telespettatori.
Mica male.
Gasperini può non piacere però se qualcuno gli affida una squadra, per diversi anni, raggiunge qualunque risultato. Certo, non è come Ranieri in Premier però, passo dopo passo, dà alla società più di quanto si aspettasse.
All’inter I consiglieri gestiscono anche le scommesse.
Ma quando si decidera’ qualcuno a mettere mano a questo putridume?
“La notizia del giorno sono le dimissioni del consigliere Amedeo Carassai, che è anche a capo di una società di scommesse online, la ‘MicroGame’, che raccoglie anche scommesse sulle partite dell’Inter – chiede Filippo Roma delle iene -. Questa doppia veste a noi risulta incompatibile secondo il codice di giustizia sportiva: sapevate di questa possibile incompatibilità e magari Carassai si è dimesso proprio per questo motivo?”. Questa la domanda che il giornalista ha posto al Presidente dell’Inter chiedendo delucidazioni su queste dimissioni.
Marotta risponde che e’ impreparato e se ne va