
Il Milan di oggi è un prodotto della finanza, non del calcio
Udinese – Milan 0-4 (Leao, Pavlovic, Hernandez, Reijnders) non è un risultato da Milan, è assolutamente incoerente con la mediocrità della stagione intera. Quindi andiamo al cuore del problema, che è la consueta interpretazione dei segni e dei visceri del pallone.
Cosa dobbiamo farne di questo Milan? Credo che nessuno lo sappia e pazienza se capita a noi che siamo tifosi o al massimo osservatori che nulla responsabilità hanno. Ben diverso se incertezza e inquietudine ce l’ha chi questo Milan tiene sulle spalle e dovrebbe governarlo con la coscienza dell’oggetto prezioso che maneggia.
Penso all’impenetrabile boss Gerry Cardinale, al business di Redbird ed Elliott che il Milan se lo sono rimbalzato in un gioco di prestiti e interessi, a SuperEgo Zlatan Ibrahimovic che dovrebbe essere il suo consigliere e braccio operativo e ancora non si capisce quale sia il suo spazio operativo, al presidente Scaroni che è uno scostante e freddo uomo di finanza, all’ad Furlani, bocconiano catapultato per la prima volta dentro uno spogliatoio di calcio.
E ancora pensiamo al giubilamento dell’icona Maldini e il bisogno di sostiturlo adesso con un professionista del settore (e lasciamo perdere la toppa ridicola che sono andati a cercare con Paratici) . L’equivoco di fondo, probabilmente, è che non si sia mai preso in considerazione che di calcio si stesse parlando per cui aver a che fare con i Boston Red Sox e i New York Yankees fosse più o meno la stessa cosa. Per cui l’uno vale l’altro…
Fino a oggi Scaroni e Cardinale si sono preoccupati più che altro di costruire un nuovo stadio San Siro per non si sa quale Milan farci giocare.
Il Milan si è buttato via per ragioni che ancora non abbiamo compreso a fondo. Leao ha il doppio ruolo di colpevole e di salvatore, gli allenatori si sono succeduti nel compito di guida e si sono perduti loro per primi, la difesa è stata un colabrodo fino a 24 ore prima.
Cardinale e i suoi manager hanno comprato pezzi di calcio sparsi in Europa e forse ora pensano di ricomporlo insieme in qualche altra combinazione o comunque in maniera diversa dalla storia del Milan. Il club attuale ha perso qualsiasi collegamento col Milan di Berlusconi, Sacchi, Capello, Gullit, Van Basten, Ancelotti o anche solo il Milan di Pioli e del solito Leao, che pure stava lì con buona pace di tutti appena a tre anni fa.
Voglio sperare che i quattro gol fatti all’Udinese, e che per ora non cambiano di nulla la classifica, non facciano pensare che il Milan sia finalmente sulla buona strada. Per ora si è costruito un prodotto finanziario, oggi in episodico rialzo come Wall Street dopo il tonfo, ma cui stare per prudenza ben lontano. il calcio viene dopo o quantomeno sta da un’altra parte. E lo Zio d’America lo va cercando, ma nemmeno troppo…
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OT OT OT
Punto Lazio n. 19
1. In Guardiola. Non c’entra niente il Pep, il mister catalano del City, sto parlando del “portierato” laziale, cioè della scelta di Baroni di alternare tra loro Provedel e Mandas nella porta della Lazio. A inizio anno i ruoli erano chiari e definiti, il friulano titolare e il greco riserva, lasciandogli l’opportunità di schierarsi nelle partite dell’Europa League. Poi un paio di gravi errori nei rilanci di piede per le ripartenze dal basso sono costate il posto a Provedel, mettendone in discussione la titolarità, con negative conseguenze sul morale del ragazzo. Dopo la orribile trasferta norvegese Mandas è oggi in (H)auge e, se sarà confermato per il derby, le priorità potrebbero ribaltarsi. In realtà i due si equivalgono, entrambi hanno pregi e difetti, Baroni deve essere molto attento nel gestire con saggezza e sensibilità la loro alternanza, Ivan e Christos ci servono al meglio delle loro notevoli qualità, finora più volte dimostrate.
2. Difesa s…fasciata. Ormai è chiaro a tutti, il problema della nostra difesa sono proprio i difensori di fascia, la batteria dei centrali (Patric, Romagnoli, Gila, Gigot, Provstgaard) è pienamente adeguata al nostro attuale livello di classifica. Invece ai lati oggi giocano a dx Lazzari, Marusic e Hysaj, a sx Tavares e Pellegrini. Nessuno di costoro è totalmente affidabile come difensore, anzi Lazzari e Hysaj sono proprio scarsi, Marusic solo adesso sta imparando il mestiere, anche a sx Tavares non sa difendere e Luca è di poco meglio di lui. Morale: per il prossimo mercato estivo il cav. Fabiani fin da ora deve cominciare a guardarsi in giro per coprire questa grave carenza della nostra formazione, cercando in giro abili e potenti difensori di fascia in Italia e all’estero.
3. Palla al centro. Anche il nostro centrocampo talora ha mostrato la corda, anche se rispetto agli altri settori del campo ci sembra comunque meglio equipaggiato. Nello schieramento a due, quello preferito finora da Baroni, i titolari inamovibili sono Guendouzi e Rovella, molto cresciuti di rendimento quest’anno, tanto da meritare le convocazioni in nazionale. I due si integrano piuttosto bene, si alternano nella copertura e nel rilancio delle azioni offensive, certo il confronto con i loro predecessori, SMS e il Mago, non è facilmente colmabile, ma i loro difetti possono essere corretti e sanati, il tempo è a loro favore. I sostituti oggi sono lo stagionato Vecino e il neo-acquisto Belahyane, di uno si conosce già tutto, dell’altro ancora troppo poco. Poi resta da capire come e dove impiegare quel bestione di Dele-Bashiru, grande potenza fisica, ma tutta da irreggimentare a vantaggio della manovra sia difensiva che offensiva.
4. Attacchiamoci al T…aty. E veniamo all’attacco, i ruoli sono quattro, i due esterni, il trequartista e la punta centrale. Per Baroni i titolari oggi sembrano essere Isaksen e Zaccagni, poi Dia e infine Castellanos. Per Zac e il Taty fin dall’inizio nessuna incertezza, per il danese la scelta è maturata più lentamente, poi le sue prove in crescendo hanno convinto il mister nella scelta, oggi Tchaouna sembra accantonato. Resta il ruolo sulla trequarti, il senegalese non mi sembra abbia pienamente convinto in quella posizione, alterna prove positive a prestazioni scialbe e incolori, non mi sembra adatto a fare il regista del nostro attacco. Allora preferirei adattare in quel ruolo il vecchio Pedro, per quel che ancora può dare, con la sua astuzia e la sua esperienza a giocare tra le linee. Gli altri in lista sono il misterioso Noslin e il giovanissimo Ibra jr, due pedine tutte da scoprire, potrebbero essere due discreti acquisti o due vere pippe al sugo.
5. Capitano, mio capitano. Non ricordo se ho già trattato questo delicato argomento, ma mi pare il caso di riprenderlo oggi dopo la partita di Bodo. Ho letto un interessante commento di Nando Orsi, il nostro ex-portiere negli anni ’80-’90, che criticava i nostri giocatori per il loro comportamento in campo, incapaci a reagire alle folate offensive dei gialli, tutte concentrate sulla nostra fascia dx. Lui sostiene che, anche in assenza di istruzioni specifiche da parte di Baroni, giocatori esperti come Romagnoli e Pedro avrebbero dovuto suggerire un diverso schieramento in campo e contromisure adeguate ad evitare che si giocasse a calcetto dentro la nostra area di rigore. E si ritorna quindi alla scelta della fascia da capitano, che io vedrei molto meglio al braccio di Romagnoli, guida della difesa e leader riconosciuto da tutti, piuttosto che a quello di Zac, meno autorevole e carismatico e troppo impegnato nelle fasi offensive.
Avendo la disponibilità del Dott. Frankenstein si potrebbe operare uno scambio di pezzi tra i due portieri e farne uno nuovo, con il meglio che si può recuperare dai due.
Cio e scusami. Sta per cominciare la partita dell’Inter che ha due ottimi portieri.
Questo 4 a 0 non vale niente.
Per due ragioni.
La prima è che l’Udinese sta smobilitando.
E’ una squadra che ha disputato un torneo lusinghiero tirandosi fuori abbastanza rapidamente dai bassifondi per poi galleggiare tranquilla a metà classifica.
Una cosa, questa, che la rende pienamente appagata già con alcune giornate di anticipo sulla fine del torneo.
Il punto raccolto nelle ultime cinque partite, d’altra parte, ce lo conferma: a Udine si pensa già alle vacanze.
E la seconda è che – avendo davanti una vera e propria ‘cooperativa di squadre’ – le possibilità che il Milan possa strappare un biglietto per l’Europa sono pressochè nulle.
E se mai ciò accadesse non ne avrebbe alcun merito, ne avrebbero semplicemente demerito tre delle otto squadre che la precedono in classifica: xchè il Milan ha davanti otto squadre – quasi la metà di quelle che giocano il Campionato di A.
Barra dritta dunque sui tanti cambiamenti che si imporranno dopo una stagione come questa.
Sempre che si voglia tornare dalle parti del calcio, naturalmente, perchè ha ragione Bocca: il calcio è altrove.
Non vale niente? Sono tre punti, buttali via, e sono anche un’iniezione di fiducia avanti.
La verità e’ che i friulani dopo aver tolto punti a Lazio e Napoli, non potevano resistere a cotanto Milan, quanto all’Inter possibile che dopo le coppe gli tocchi sempre qualche “piccola ” ? .
Tranqui che la settimana prox dopo il Bayern c’è il Bologna e poi il Milan e poi la Roma: cuntènt rosicus ?
Era ora,lassa fa .
Pur di non parlare della mafia delle curve e i suoi tentacoli che affondano nella vera nera corruzione calcistica i media con l’approvazione dall’alto ci ripropinano la non notizia delle scommesse dei soliti idioti viziati e viziosi, un sintomo minore ma buono per distrarre gli allocchi
Applausi
Qui il Milan è l’ultimo degli argomenti. L’Udinese ha smesso di fare sul serio da quando ha raggiunto la salvezza e considerando quanti scommettitori ci sono dentro e fuori dal campo io non parlerei tanto di calcio giocato. Quello, ormai, è rilegato ai campi di calcetto forse gli ultimi luoghi dove si gioca per la gioia di giocare.
Niente peana per ieri sera, solo “ peene” al massimo, leggera incazzatura perché la squadra sembrava messa bene e anche Theo,libero da esclusivi compiti di marcatura ha giocato,bene, credo sia una di poche partite quest’anno .
Ormai siamo in fondo e tutti i danni possibili sono stati fatti, vediamo se riescono a pianificare bene la prossima stagione, resta la CI, ma non è così importante
Anche il Napoli è un prodotto della Finanza.
Aurelio De Laurentiis voleva diversificare i suoi interessi e si è occupato del Napoli. Lo ha salvato portandolo ad alti livello. SeriC, SerieB, Serie A e scudetto. Tutto bene? Resta l’amaro in bocca. Poteva evitare errori e fare grande il Napoli. Ovviamente il tifo non può precedere l’economia della squadra e probabilmente ha avuto ragione lui quando ha cacciato via Sarri cancellando con un volgare colpo di spugna il più bel gioco mai visto a Napoli, Maradona a parte.
Il bilancio si è complicato e le spese devono necessariamente essere oculate.
La parola “plusvalenza” è diventata l’arma segreta delle Società di Calcio e ovviamente anche di De Laurentiis. Comprare a poco e vendere a molto. A questo punto l’obiettivo primario non è più lo scudetto ma una posizione che permetta incassi extra senza spendere troppo.
Come quando andiamo in una trattoria dove si mangia bene e si spende poco. Contentiamoci, anche se vedere Kvaratskhelia giocare da campione nel PSG mi ha fatto un poco troppo male. Con lui e Osimhen avremmo lotatto per lo scudetto? Penso di sì.
Esimio buongiorno, non é che siete in zona retrocessione, ve la state giocando, noi possiamo solo sperare, da tifosi irrazionali, che le altre rallentino e noi si “ filotti”, ma la vedo dura, anche se ieri mi sembra ( avevo le prove…) che non si sia giocato male
Il problema attuale del Napoli è che non ha gioco. Fa un gol e si chiude in difesa. Poi i deboli di cuore devono far finta di guardare la partita. Io ancora ci riesco ma è dura.
Buona giornata.
Più che il problema del Napoli mi sembra l’approccio di Conte. A noi ha portato uno scudetto…