Più che un Commissario Tecnico un Commissario Straordinario, Luciano Spalletti oggi è il generale Figliuolo della Nazionale. Non c’è da rifondare il calcio, non ci sono progetti di grande riforma azzurra, c’è da salvare una squadra in declino. Pensiamo a tornare agli Europei e ai Mondiali, poi si vedrà…
Commissario straordinario più che commissario tecnico. Se dovessi scegliere un riferimento pratico e spirituale per Luciano Spalletti non direi Marcello Lippi, suo conterraneo e c
Mancini cambia Nazionale così come cambia cravatta (da azzurra a verde), l’Arabia Saudita lo annuncia come nuovo ct in uno spot che evoca la vittoria dell’Europeo, e nasconde, ovviamente, la mancata qualificazione ai Mondiali. In appena due settimane il clamoroso salto della quaglia, il benservito ferragostano all’Italia e la firma per l’Arabia Saudita il cui flirt ha tentato grottescamente di nascondere dietro incomprensioni, tensioni col presidente Figc Gravina, divergenze sullo staff e vis così. La verità è che è solo una banale, ma peantissima, storia di soldi. Tanti, tantissimi: per lui e per il suo clan di amici… Mancini però ha mal calcolato un dettaglio, questa storia lo segnerà per sempre. Per tutti sarà sempre il mercenario, che non si è dimesso quando è stato sbattuto fuori dai Mondiali dalla Macedonia del Nord, ma lo ha fatto non appena ha sentito il profumo dei petrodollari….
Cambiare nazionale, così come si cambia cravatta. Un verde fluorescente scelto fra mille altre direttamente dalla sua cabina armadio. Roberto Mancini si è presentato così ai su
Luciano Spalletti ct azzurro. E’ ufficiale, l’Italia non è ancora qualificata per Europei e Mondiali, ma si qualifica per le Spallettiadi. La Federcalcio ha affidato la panchina più importante d’Italia all’ex allenatore del Napoli, grande condottiero dell’ultimo sorprendente scudetto. E’ un colpo da levarsi cappello, il presidente della Figc Gravina ha rotto gli indugi e in appena cinque giorni risolta la grana delle improvvise e inaspettate dimissioni di Mancini. Il problema è il rilancio di una nazionale che non ha grandi campioni, ma la scena ora se la prende tutta super Luciano: aspettatevi show, scatti di ira, silenzi inquietanti e dichiarazioni contorte e incomprensibili. Ma pazienza, l’importante è che la Nazionale risorga e torni al centro del calcio italiano. Intanto preparatevi, più che in campo si sale sul ring…
Il dado è tratto, Luciano Spalletti nuovo ct della Nazionale. Ha l’incarico di portare la Nazionale ai prossimi Europei e ai prossimi Mondiali nel 2026. Non ci metto anche vince
Se vi appare scandalosa, inopportuna e imbarazzante una trattativa Federcalcio-Napoli, e nello specifico Gravina – De Laurentiis, con tanto di tre milioni in ballo da pagare, per liberare Spalletti e farlo diventare il nuovo ct della Nazionale, allora potreste anche accontentarvi di un Bollini o Nicolato commissario tecnico e non pretendere di avere per forza alla guida dell’Italia il migliore allenatore su piazza. Dai tempi di Sacchi in azzurro (1991) la Nazionale e la Federcalcio sono di fatto sul mercato e dunque in competizione con l’intero mondo del football, club e nazionali. Quindi è inutile prendersela col solito De Laurentiis che tra l’altro è il mago dei contratti e delle clausole: i patti sono tali perché convengono a tutti e sono firmati da entrambe le parti. Il Promesso Sposo Spalletti ha già smaltito lo stress e superato la stanchezza che gli ha fatto dare l’addio al Napoli, l’anno sabbatico è durato sì e no un paio di mesi… E ora – come del resto fanno tutti – vuole che la Federcalcio paghi quella clausola che lo riguarda direttamente. Insomma si sta sul mercato, la Federcalcio non è mica la mamma dei Gracchi…
Il triangolo no, non l’avevo considerato, ma era perfettamente immaginabile che alla fine si finisse a letto in tre. Per fare un ct nuovo bisogna passare attraverso le forche cau
Non si vive di soli spot Tv, buon Ferragosto alla Nazionale: Roberto Mancini saluta e se ne va, lasciando la panchina da ct dopo 5 anni tra trionfi e disastri. Cosa è successo per scatenare questa improvvisa bufera nelle acque piatte della squadra azzurra? Probabile che l’ ex ct abbia sentito i richiami di questi contratti faraonici che girano in Arabia Saudita e dunque basta con la Nazionale dopo il trionfo agli Europei ma anche una cocente mancata qualificazione ai Mondiali (la seconda consecutiva) ad opera della Macedonia del Nord. Cinque anni da ricordare, ma anche un rapporto che ormai si andava trascinando in un tran tran senza grandi prospettive e un panorama di calciatori convocabili abbastanza deprimente. Ora non ci resta che aspettare il prossimo ct. Parliamo chiaro, no a Gattuso, Cannavaro, De Rossi o Buffon – essere campioni del mondo non conta – no a Conte minestra riscaldata, che alla Nazionale voltò le spalle per il Chelsea, sì a Luciano Spalletti. Ma dopo lo scudetto vinto a Napoli e la clamorosa separazione bisogna parlarne con De Laurentiis e sai quanti ostacoli? Auguri alla Nazionale allora, la squadra di tutti e di nessuno…
Roberto Mancini vi saluta tanto e augura buon Ferragosto a tutti. La bufera nel cuore dell’estate ci coglie in costume da bagno, gli zoccoli ai piedi e le ciambelle dei ragazzini
Il biscotto siamo noi. Il flop dell’Under 21 fuori dall’Europeo e dalle Olimpiadi fa scopa con la crisi della Nazionale fuori da due Mondiali consecutivi. E il problema si allarga ulteriormente se consideriamo che alcuni giocatori dell’Under sono gli stessi della squadra maggiore. Tonali è travolto dalla propria vicenda personale del trasferimento al Newcastle, Gnonto è un attaccante cui si è rivolto anche Mancini stesso senza ottenerne granché, mentre il no alla convocazione di Kean, giocatore come tanti, significa che la crisi non solo tecnica è davvero profonda. Di rifondazione in rifondazione e di flop in flop bisogna ormai ammettere solo una cosa: non sappiamo proprio che fare.
Il pericolo maggiore è l’indifferenza, perché di flop in flop si finisce quasi per farci il callo e un’eliminazione in più o in meno non fa più differenza. Il flop dell’
Azzurro tenebra. Attenzione, la questione Nazionale non è affatto risolta. La brutta sberla presa dall’Inghilterra a Napoli riapre la questione. L’ Italia comincia la strada della qualificazione europea così come aveva chiuso quella della qualificazione mondiale: cioè malissimo. Siamo ancora a quel punto? Partenza completamente sbagliata, squadra debole e dominata da quella nazionale che battemmo ai rigori a Wembley. Da allora abbiamo fatto inquietanti passi indietro, a cominciare da Donnarumma per finire a un attacco privo di centravanti importanti. Anche se l’oriundo Retegui, tutto sommato, il suo golletto l’ha fatto. Ma certo non si può stare tranquilli con una Nazionale così.
Domenica 26 marzo 2023 Mancini ha azzeccato la mossa Retegui, ma non basta certo Fare un paio di gol a Malta credo non cambi molto la musica, anche se dobbiamo metterci nell’ordi
La domanda sorge spontanea: ma chi è Mateo Retegui? Al di là delle sorprese nelle convocazioni azzurre di Mancini, si può rispondere banalmente: beh, meno male che almeno Retegui, oriundo proveniente dall’Argentina, c’è. La Nazionale ha una crisi di vocazioni, non trova abbastanza calciatori di qualità da chiamare, per cui Mancini deve fare i salti mortali per trovare i giocatori. Ma dire che la colpa è di Napoli, Juventus, Inter, Milan, Roma, Lazio etc che non fanno giocare gli italiani è solo voler nascondere la realtà. La percentuale di stranieri che giocano nel nostro campionato (62,7%) non è molto superiore agli altri campionati europei. Il problema di fondo è la mancanza in assoluto di talenti e di campioni, che poi giochino in Italia o altrove non fa differenza. L’importante è che facciano esperienza in grandi club internazionali. E purtroppo, in assoluto, ci sono troppi pochi calciatori italiani bravi all’estero. Nella Nazionale di Mancini ci sono solo 7 calciatori italiani che giocano in club esteri: Donnarumma, Jorginho, Verratti, Scamacca, Gnonto, Grifo e Retegui. L’Argentina campione del mondo in Qatar ha solo un nazionale che gioca in patria: il terzo portiere. Forse i nostri ragazzi ormai guardano agli altri sport, e forse i nostri giovani calciatori sono troppo mammoni e non vanno a cercare fortuna all’estero… Resta la strada già percorsa dalla Francia, della Nazionale multiculturale: bisogna aspettare gli italiani figli e nipoti di immigrati, i nuovi azzurri di seconda e terza generazione
Va bene, partiamo almeno da un punto fermo e acclarato. Mateo Retegui non lo conosce nessuno, a parte gli addetti i lavori e chi magari ha letto un po’ più approfonditamente le
Due gol della Nazionale all’Ungheria a Budapest, in casa di Orban, l’autocrate amico della destra che ha trionfato alle elezioni in Italia. La squadra di Mancini va alla Final Four di Nations League a giugno con Olanda, Croazia e Portogallo. Ancora in gol Raspadori, il giovane attaccante che ha ridato fiducia e orgoglio all’Italia in uno dei momenti più difficili della sua storia. La Nazionale ha di nuovo fame di vittoria e soprattutto Donnarumma è tornato il fenomeno che ci portò alla vittoria nell’Europeo. Due vittorie azzurre contro Inghilterra e Ungheria nonostante le solite infinte difficoltà: i giocatori che se ne vanno al primo dolorino, la Lazio del neo senatore Lotito che ferma Immobile alla partenza all’aeroporto. Toccato il fondo forse stiamo cominciando a risalire
NATIONS LEAGUE Gironi di qualificazione Lunedì 26 settembre 2022 Ungheria – Italia 0-2 (27′ Raspadori I, 52′ Dimarco I) Che il calcio abbia qualcosa di esoterico