
Fagioli, Tonali e la GINTONERIA della ludopatici and Parners
Fagioli, Tonali e quel truce giro milanese da Gintoneria di Wanna Marchi
Lo dico senza mezzi termini, così, a segnare bene la distanza e la differenza dalla comune rappresentazione del fenomeno dei giocatori che alle scommesse via smartphone si giocano non solo il cospicuo patrimonio che hanno avuto la fortuna e la bravura di accumulare in brevissimo tempo, ma addirittura le mutande.
A me la storia dei 12 calciatori di serie A (Fagioli, Tonali, Florenzi, Zaniolo, Perin, McKennie, Paredes, Di Maria, Bellanova, Ricci, Buonaiuto, Cancellieri) implicati in questo giraccio losco di delinquenti che accalappiano giocatori e vip in genere e poi li spennano, nascondendo il giro della bisca clandestina dietro gli affari di una gioielleria milanese non torna e fa sempre più riflettere. Con sospetto e grande diffidenza. (Leggi la cronaca).
Sono gli stessi identici dubbi che avevo quanto questa storia rimbalzò fuori e coinvolse direttamente anche la stessa Nazionale. Così come potrebbe accadere di nuovo adesso.
Non mi fido più della versione ufficiale. Non tanto per la cronaca verità, che comunque al solito veniamo a conoscere a rate e il calcio che ne è protagonista addirittura buon da ultimo, quanto per il riflesso e la conseguenza. Sempre compassionevole e giustificatrice, il demone del gioco che avvinghia il malcapitato e non lo molla più fino a che non lo ha spolpato.

Fagioli, Tonali, Florenzi, McKennie
Siccome i ludopatici li vedo ogni giorno che entro in un bar a prendere un caffé e trovo dei disgraziati infelici, umanamente degradati ad automi, che si giocano anche le scarpe dei figli alle slot machine e persino al gratta e vinci penso che ancora ci sia una differenza. Non vi dico di quando avevamo la redazione sopra una sala corse vicino alla Stazione Termini a Roma, e i personaggi che manco “Febbre da Cavallo”. Ecco a quelli va la mia compassione, ai calciatori no. Perché dubito che non avessero la possibilità, la forza, la voglia, la dimensione culturale per non poterne stare fuori.
Basta osservare un po’ gli spot Instagram che veicolano il messaggio della Elysium Luxury che è la gioielleria milanese cui i calciatori fanno riferimento acquistando Rolex e orologi di lusso per finta, ma in realtà versando lì il costo del loro vizio.
“Buongiorno ragazzi, quando presento un Patek mi metto il guanto, sapete perché? Perché gli orologi Rolex d’oro corre voce che sono da macellaio. Patek Philippe da 49.900 euro; se non sei un macellaio – Nusret Salt Bae a parte… – vieni a prenderlo”. Ecco, se ti sei scelto a riferimento quel mondo così cafone sono affari tuoi, non chiedermi di provare pena.
Instagram ci offre il target e il livello di cialtroneria e cafonaggine, che fa somigliare questa storia più alla vicenda della Gintoneria milanese di Wanna Marchi e figlia che a una triste e dolorosa storia di ludopatia patologica così come ci è stata raccontata fino a oggi.
Per carità, io non nego che il tarlo psicopatologico non abbia un ruolo in tutto questo, però è anche vero che questo è l’unico aspetto con cui ci è stata raccontata questa storia. La ludopatia, allora, è stata dimostrata con certificati di parte, senza mai un serio e diverso approfondimento. Tanto è vero che ancora una volta una Procura (in questo caso quella di Milano) ci racconta una storia assai più complessa e lugubre, con aspetti delinquenziali, che implica molti più calciatori e molti più personaggi.
Andrea Abodi, il ministro per lo Sport e per i Giovani del governo Meloni, è per il pugno duro, e per l’esclusione dei giocatori coinvolti nella storia delle scommesse illegali dalla Nazionale. “Se vieni meno a delle regole che sono esemplari, bisogna andare al di là della sanzione. Vedo la convocazione in Nazionale come un premio” ha detto il ministro Abodi.
Questo è un altro aspetto della questione, su cui si può essere d’accordo o meno – opposizione politica e sindacato calciatori (AIC) ovviamente no – ma che comunque incrina la stessa linea del calcio, portata alla tolleranza, al recupero e alla minimizzazione della squalifica, in base proprio alla tesi del “demone della ludopatia”.
Concetto, quello della ludopatia come patologia che non risparmia nessuno, che se estremizzato porterebbe a sostenere che tutti i giocatori d’azzardo sono ludopatici, in quanto non in grado di respingere la tentazione.
Che l’unica differenza la faccia il dettaglio se abbiano giocato sul calcio o meno, sulle proprie squadre o meno mi sembra una semplificazione di comodo. Senza contare che anche il rapporto tra calciatori stessi (“Dai oh, fallo puntare di più che ti faccio lo sconto e ti faccio un regalo”) a questo punto andrebbe indagato e approfondito. Che riflesso ha tutto questo sulla sempre più presunta purezza del gioco?
Immagino che adesso ci diranno che 12 calciatori sono 12 ludopatici. E dunque che vuoi fargli? Nulla, so’ ragazzi, con troppi soldi facili nelle tasche. Bisogna capirli. Certo, come no.
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Mah, a me sinceramente questa assoluta incapacità di capire le situazioni lascia sempre un po’ perplesso.
Non so se qualcuno di voi ha idea di come si arriva a giocare in serie A da giovanissimi.
Generalmente a 15, massimo 16 anni si lascia la famiglia e si va a vivere in un convitto dove si studia il minimo indispensabile per non essere rispediti a casa. Si è in una specie i caserma in cui non c’è assolutamente nulla da fare se non allenarsi e studiare.
Si ha tantissimo tempo libero e tutta l’attenzione è concentrata su un unico obiettivo, giocare a calcio. Non è un caso se su cento ragazzi della Primavera, al massimo quattro o cinque arrivano in serie A, non sono quelli più forti tecnicamente, sono quelli che reggono meglio a livello mentale.
Poi, a diciotto, massimo vent’anni, ti ritrovi con un sacco di soldi e sempre tantissimo tempo libero, e più nessuno che ti sorveglia.
Facendo il parallelo con altre situazioni, ad esempio con i rapper, direi che i calciatori sono un esempio di probità e correttezza. Potrebbero andare in giro con la pistola, solo per noia, oppure spendere centomila euro in champagne e ragazze in una sera.
Caro dott. Bocca, adesso vediamo chi oserà sostenere che la Juventus ha sbagliato a cedere Fagioli.
Ah!, scordavo: Lei ha scritto di “dimensione culturale” dei calciatori. Scherzava, vero?
Non vedo cosa ci sia da ridere. E’ evidente che un ragazzo di vent’anni che ha pensato per tutta la sua vita a giocare a calcio ha un certo tipo di “dimensione culturale”
INTER – CAGLIARI 3 – 1
Dragone contro Biscione, il Cagliari per l’occasione indossa, per il gemellaggio con la provincia cinese del Fujian, la maglia “Heritage”(con i nomi scritti in cinese ?!), per incontrare un’Inter in versione ridotta, con sei titolari in panca, pronti a intervenire se necessario. Arbitra Di Bello, al VAR Chiffi.
Dopo un paio di tentativi a vuoto, l’Inter passa: assist di pancia da Carlos Augusto ad Arnautovic, che si infila in area e di sx spara una gran botta sotto la traversa, 1-0. Piccoli ben lanciato da Zappa tira su Sommer in uscita, poi Caprile esce bene su Frattesi lanciato da Barella. Ma al 26′ Carlos Augusto scucchiaia in area un assist al bacio per Lautaro, che non ha difficoltà ad appoggiare la palla in rete con un soffice cucchiaio, 2-0. Errori insoliti nei lanci del Calha, Lautaro ci riprova ma va fuori bersaglio, poi prova una rovesciata in area, appena a lato.
Ripresa: va subito in gol il Cagliari, cross da sx di Augello per la potente zuccata di Piccoli che si infila imparabile nell’angolo, 2-1. Caprile devia in angolo un tiretto insidioso di Dimarco, sul secondo angolo consecutivo di Dimarco Bisseck svetta su tutti e fa secco Caprile, 3-1. Sommer alza il tiro-cross di Zortea, dentro Correa e Darmian, Coman e Marin, poi Thuram e Bastoni per l’infortunato Zalewski, infine Obert e Gaetano, tiraccio di Zortea, dentro anche Pavoletti ed Asllani, i biscioni addormentano la gara fino al 96′ e il dragone cino-sardo esce sconfitto da San Siro.
I migliori dell’Inter i soliti noti, Lautaro, Barella, Dimarco e stasera anche Frattesi, nel Cagliari bene Zortea, Piccoli e il peperino Luvumbo. Bravo Di Bello, autorevole quasi come il suo simil-omonimo, il grande Concetto Lo Bello.
Solo per dire che l’assist a Lautaro, in occasione del gol, e’ di Arnautovic.
Bella la grafica. Cosa è successo?
AI
Fabrizio,sono d’accordo fino ad un certo punto, non mi pare uno scandalo molto grave,figlio sì della scarsa cultura,della noia,dei soldi facili,ma nessuna partita è stata truccata – a quanto sembra – .
Nulla a che vedere con lo scandalo del totonero del 1980 quando per pochi spiccioli vennero truccate varie partite e furono radiati o condannati giocatori famosissimi,da Albertosi a Giordano e Manfredonia, perfino il grande Paolo Rossi.
Il calcio è sopravvissuto a quello scandalo,supererà anche questo…
Come si può dire che nessuna partita sia stata truccata? A volte si vedono distrazioni ed errori incredibili e ci si chiede come sia potuto accadere. Succede anche per la Nazionale? E chi glielo impedisce. “Soldi facili” è il motto imperante.
Il calcio sopravviverà? Non bisogna approfittare troppo delle passioni della gente comune. Alcune partite sono così noiose che le integro con le Parole Crociate.
Non grave come quello d’accordo. Ma le scommesse sono comunque un fattore di inquinamento, tanto è vero che in Inghilterra sono molto sorgegliate e colpite severamente se serve. Il problema è che le scommesse agiscono pesantemente anche sull’ambiente. Se io partecipo a una bisca insieme ad altri di altre squadre questo condiziona forte i rapporti. I reportage di oggi sono ancora più pesanti. Già se il poker lo facciamo tra persone di una stessa squadra è un conto, ma se lo facciamo tra giocatori di squadre diverse e si creano forti indebitamenti di uno con l’altro, il problema si presenta eccome. Un saluto e buona domenica Fab
“in Inghilterra sono molto sorgegliate e colpite severamente”
Tonali, da recidivo, in Inghilterra è stato squalificato per due mesi, pena sospesa con la condizionale.
E’ questa la tua idea di “severamente”?
Analizzando lo scandalo della GinTonaleria una domanda nasce spontanea: quando guardo una partita di calcio cosa sto vedendo veramente? A proposito di ‘purezza di gioco’, pensate solo al fatto che circuitore e circuito si sono ritrovati a giocare in Nazionale qualche volta. Per non parlare delle scommesse effettuate sulla propria squadra. Io dico che questi nomi sono solo la punta dell’iceberg…
O. T.
L’Inter vince con apparente facilità contro un Cagliari alla ricerca di punti salvezza ma tenta, more solito, di complicarsi la vita beccando il solito golletto “apporta patemi” all’inizio del secondo tempo. Nonostante il doppio vantaggio procurato da un ispirato Arnautovic e le esperienze passate, la squadra non riesce proprio a controllare la gara quando i suoi uomini migliori riducono la portata e l’ampiezza del loro movimento, vuoi per risparmiare energie preziose in vista del ritorno col Bayern, vuoi perchè le batterie si esauriscono troppo presto. Ecco che Piccoli, colpendo indisturbato all’interno dell’area su un crosso mal contrastato dalla coppia Bisseck-Zalewski, fa addensare nuvole scure sul pomeriggio di noi interisti prima che lo stesso difensore nerazzurro su un corner battuto da Dimarco insacchi di prepotenza il nostro terzo gol. Se a questo aggiungiamo un salvataggio di De Vrij sempre su Piccoli a portiere battuto (ed il pericolo sventato da Sommer nel primo tempo), si comprende come l’attenzione difensiva quando non riusciamo a far circolare bene la palla non sia sempre al massimo. Noto solo che tra Monza, Parma e Cagliari, con due partite in casa, siamo riusciti a beccare cinque gol che ci sono costati due punti. Ma io sono incontentabile.
Tra i migliori Arna, ovviamente, Carlos Augusto e Bisseck, per il gol della sicurezza. Lautaro ha segnato con un pregevole pallonetto ma ha pure sciupato diverse occasioni promettenti, rischiando pure di farsi male; Barella lezioso a tratti; Chala diverse sbavature ma anche lanci lunghi ben dosati; Dimarco sempre prezioso anche se si avverte che è frenato dall’infortunio. De Vrij ha salvato un gol ma mi è parso meno attento in marcatura rispetto all’inizio di stagione (è un altro che chiude sempre in calando in campionato). Zalewski ha provato a fare qualcosa ma si è pure infortunato.
Saluti
Buongiorno Chakkko, ecco se magari, e ribadisco il magari, i nostri in difesa ad un certo punto hanno calato l’attenzione perché pensavano a risparmiarsi per il Bayern, purtroppo è uno scotto da pagare, e lo si paga, vedi appunto il gol di Piccoli e le altre occasioni. Abbiamo giocatori che non sono al cento per cento, eppure devono giocare anche solo per parte della partita perché non abbiamo altri rincalzi, Dumfries e Zielinski vanno per le lunghe, quindi spero, senza cattiveria ma con un po’ di cinismo, che i tedeschi arrivino con ancora gli stessi indisponibili.
Ho letto che Dumfries ed il polacco dovrebbero rientrare per la Roma. Sarà vero?
Saluti