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Altro giro, altra giostra, tornano in pista Ibrahimovic in società al Milan e Fabregas sulla panchina del Como. Cosa sarà rimasto però dei campioni che sono stati? E soprattutto saranno bravi da dirigenti e allenatori quanto lo sono stati da calciatori – IL PODCAST

Ascolta “Ibrahimovic e Fabregas, i campioni riciclati (20 nov 2023)” su Spreaker.

Totti e Del Piero no ma Ibrahimovic e Fabregas sì, Cannavaro forse Maldini pussa via. Tutti sognano di prendere i grandi calciatori e spremerne ancora qualcosa dopo aver smesso. Come la ricotta che viene dopo il formaggio o l’olio di sansa spremuto dopo l’extravergine. Siamo pieni di campioni degli anni 90 e 2000 da dover e poter sistemare dietro una scrivania o su un campo, il calciatore fa i  conti con l’età ma i dirigenti no e gli allenatori o si aggiornano e si tengono sulla breccia oppure anche loro sono destinati poi inevitabilmente a declinare.

Tenere questi campioni dunque in attività con un diverso incarico, per prolungarne la vita sportiva: ma alla fine è come se tutti ripartissero da zero e quel che è stato è stato. Si spera che qualcosa del loro genio sia rimasto, che la fiamma sia sempre accesa per poter riscaldare una squadra ma non c’è mai niente di sistematico e il dopo per i calciatori diventa tutto molto random, casuale. La realtà è che il 90% dei campioni si disperde in una popolazione di soggetti assolutamente normali e in grisaglia d’ordinanza. La maggior parte vive di vetrina e comparsate.

  Colpa forse anche della TV che è solo un surrogato del mestiere di campione che continua facendo show di se stesso in altra forma. Vieri, Adani, Ventola e Cassano sono diventati delle superstar del web, per poi spaccarsi per invidia, gelosia, protagonismo. Ma di fatto siamo in un mondo parallelo ed esterno al calcio, che non lo genera ma semplicemente ne chiacchiera.

  Adesso è la volta di Ibrahimovic e Fabregas, tocca loro provare a rientrare o restare nel giro, mettetela come volete. Questi sono i giorni in cui si tenta di scacciare le inquietudini del Milan facendo rientrare Zlatan Ibrahimovic nel club. Con un ruolo non ancor bene identificato: non quello che fu di Maldini perché le sue competenze sono state ormai suddivise tra l’ad del Milan Giorgio Furlani, il ds Antonio D’Ottavio e il capo scout Geoffrey Moncada, quello che va a caccia di giocatori sfruttando algoritmi e Intelligenza Aritificiale. E senza disturbare o ingelosire Stefano Pioli che qualche colpo e qualche intuizione comunque l’ha perso. Insomma tutti vogliono recuperare un totem come Ibrahimovic e issarlo sul piazzale di Milanello, ma cosa debba fare precisamente non si sa o meglio non si può dire. Magari comincerà col ruolo di generico consulente addetto al numero 1 Gerry Cardinale, poi qualcosa si inventerà.

   C’è poi uno come Cesc Fabregas che all’improvviso te lo ritrovi come allenatore del Como, in Serie B. Fabregas fa parte della straordinaria leva del Barcellona, per poi esplicare parte della propria carriera in Premier League tra Arsenal e Chelsea, per poi chiudere come calciatore proprio al Como. Dopo aver smesso stava cominciando a lavorare come allenatore della Primavera, fino a quando i proprietari indonesiani, i fratelli Hartono, che dicono avere un patrimonio smisurato, all’improvviso hanno deciso di silurare l’allenatore Moreno Longo, che non se la stava cavando affatto male, per metterci il catalano e le sue idee. Che ovviamente sono quelle della filosofia guardiolista e barcellonista. Fabregas ha anche una piccola quota azionaria del Como e i fratelli Hartono gravitano con società e interessi vari in Inghilterra e dalle parti della Premier League. Il Como stesso è di fatto dentro la scatola di una società inglese dei due fratelli e il cui ad è l’ex centrocampista del Chelsea Dennis Wise. I dirigenti del Como hanno accelerato i tempi, per lui hanno sacrificato un allenatore che stava facendo bene, ma senza appeal. E’ chiaro che il Como sia solo propedeutico al grande salto. 

  Ibrahimovic e Fabregas tornano in pista per ciò che sono stati, che però c’entra poco o nulla con quel che dovranno fare. Sono una scommessa: si cambia vita, si cambia mestiere, resta il nome.

***

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Altro giro, altra giostra, tornano in pista Ibrahimovic in società al Milan e Fabregas sulla panchina del Como. Cosa sarà rimasto però dei campioni che sono stati? E soprattutto saranno bravi da dirigenti e allenatori quanto lo sono stati da calciatori – IL PODCAST

Giornalista sportivo, a La Repubblica dal 1983 al 2022, sono stato per 12 anni capo dello Sport. Prima e dopo sempre sport e calcio, dai campi di periferia fino ai Mondiali, da Gianni Brera fino a Internet, da San Siro a New York, da Wembley all'Olimpico, dalla carta alla TV. Autore di Bloooog!, il Bar Sport, per 14 anni dentro Repubblica.it. Ora in maniera assolutamente libera, autonoma, indipendente, senza filtri.

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Libeccio

Giusto Cisco, chi se ne frega di parlare stasera di Ibra o di Fabregas? Non c’era l’Italia che si giocava il pass per i prossimi Europei? Tra l’altro nell’occasione ha fatto la sua ricomparsa lo stellone italico; speriamo da qui agli Europei di vedere un significativo miglioramento degli azzurri, chiunque saranno, perchè altrimenti son cavoli amari….

Cisco

Va bene che hanno licenziatio Altman da OpenAi (quelli della ChatGPT)
Ma chi li fa I post al dott. Bocca? L’intelligenza Artificiale? Che senso ha questo articolo il giorno della Nazionale ?e poi domani ce ne sara’ un altro nuovo? Pesca ai tonni? We are at the fruit come si dice qui.

Waters

Fabrizio, credo che il Milan abbia bisogno di tutto tranne che di un bullo da quattro soldi in società, più che altro di spendere per una prima punta decente che possa far rifiatare Giroud, di un centrale e di un centrocampista.

Due parole su Sinner bisognerebbe dirle, come avevo ampiamente previsto – dove è la novità direte voi- non aveva nessuna chance di vincere il maestro, è arrivato in finale cotto come un bissolano, ieri sera avrebbe perso pure con Mannarino.
I progressi sono stati evidenti in questi ultimi mesi – dopo aver perso all’Usopen diciamo – se riuscirà a migliorare la condizione fisica dopo aver migliorato il servizio sarà pronto per uno Slam, altrimenti la vedo fra, molto dura.
Comunque è molto positivo questo momento di Sinner, ieri sera è stata la partita di tennis più vista di sempre in Italia ovviamente, il traino potrebbe essere eccellente e una vera panacea per il movimento tennistico, soprattutto per circoli e scuole tennis.
Da grande esperto di sci e sport invernali mi ricorda molto l’effetto Tomba la bomba…..quello vinceva però è molto…

Giorgio Bianchi

Non discuto di ex giocatori che vogliono, o sono invitati a fare i dirigenti. Qualcuno dimostra qualità qualcuno no.
Per Fabregas però questo discorso non vale. Lui sta facendo il percorso tradizionale che fa la maggioranza degli ex calciatori, rimanere nel calcio giocato allenando.
E riparte tutto sommato da una squadretta in una serie inferiore, non come certi che sono partiti dagli squadroni e poi sono spariti.

Approfitto per fare un piccolo OT di uno sport che non seguo ormai da tempo, diciamo da Panatta. Stimolato ed incuriosito dalle grandi informazioni che ovunque si sentivano e leggevano, anche qui sul trionfale cammino di Sinner ho dato ieri uno sguardo al suo incontro con il numero uno attuale. Credo che il 6-3,6-3 rimediato dica molto. Io non capisco nulla di questo sport, ma confesso che, da incompetente, vedere bordate dalla linea di fondo sia molto diverso da quello che ricordavo io e tutto sommato mi sembrava più divertente come era prima. Mi scuso per le mie riflessioni da incompetente se hanno dato fastidio a qualcuno.

malandragem

Strano che nessuno abbia offerto una panchina ad Adani però… tutta quella competenza e nessuno che ne approfitta per raggiungere risultati da riscrivere la storia del calcio…

Modifica il 5 mesi fa da malandragem
Insider

Direi che ci siamo.

il radarista

Scusami malandragem, noto che molti post, anche in altre rubriche, hanno un denominatore comune. Si tratta di tifosi juventini che, ogni volta che possono, ne dicono di cotte e di crude contro Adani. C’è un motivo specifico oppure è una moda che, partita da un tifoso, ha coinvolto tutti gli altri? Grazie.

malandragem

Come hai ricordato tu, “chi non sa, insegna”…o meglio, in questo caso ne avrebbe velleità, che è ciò che io evidenzio.

EhEh

Al parco e’ pieno…

abbasso la maggioranza

Lo si potrebbe dire anche per Lucchetta nel volley e sarebbe una liberazione per le mie orecchie senza dovere eliminare l’audio.

Modifica il 5 mesi fa da abbasso la maggioranza
Camillo P.

Presenze in Nazionale: Adani 5, Lucchetta 292.

abbasso la maggioranza

E allora questo vuol dire che saprebbe allenare? Una logica indimostrabile.

Camillo P.

Certo che no. Un conto giocatore, un altro allenatore, un altro dirigente, un altro commentatore tecnico e un altro giornalista: sono anche sport diversi. È solo un’informazione per chi magari non li ha visti giocare: presenze in Nazionale di Adani 5 e di Lucchetta 292.

RM28

La differenza è che Lucchetta almeno di volley ne capisce

Camillo P.

È completamente diverso il modo di porsi: i commenti di Lucchetta mi ricordano il tono di quelli del grande Altafini; possono piacere o stancare, possono essere utili o inutili, sono funzionali a creare un certo tipo di personaggio, ma nemmeno un attimo ti dimentichi che stanno parlando di un gioco.

Adani sembra stia scrivendo il tema della maturità sulle cause della Prima Guerra Mondiale.

cipralex

No, dai, qui stiamo alla frutta…piuttosto Bagnaia vs Martin o le convocazioni di Bonini e Vignola per la partita di domenica…

Bombaatomica

Per certi versi, Ibrahimovic è stato davvero il salvatore della patria, pemettendo al Milan di sculare l’ultimo scudetto. Il suo ingresso in campo ha dato vitalità ai quei 4 mezzi addormentati, uno scossone che si è rivelato utile ai fini del trionfo finale.
Parliamo però del suo ingresso in campo come calciatore.

Ma come sarà Ibrahimovic fuori dal campo, cioè come Manager?
Sicuramente è un personaggio ma anche una persona intelligente. Ma le doti manageriali non si improvvisano.
Forse riuscirà, forse no. Vedremo. Come anti-milanista, spero nel tonfo 😁😁
Anche perchè essere un grande campione sportivo non va di pari passo con l’essere un grande Manager.

Guardate totti. Quel bifolco crede di avere il tocco di Re Mida.
Una carriera vincendo 1 solo scudetto, 1-2 coppe Italia… e la Coppa del Nonno 😂😂
Mai avvicinatosi al podio del Pallone d’Oro….
Ora però – grazie alla potenza dei Media – viene considerato quasi come un Dio in terra, paragonabile a Messi…

Insomma, sto cavernicolo crede di poter entrare nella roma (nessun’altra società lo chiamerebbe mai quel buzzurro) e portarla a trionfi mai visti grazie alle sue “doti” manageriali…. 😁😁

EroAdAtene

Ormai il calcio è diventato una farsa che serve dolo per vendere abbonamenti TV e merchandising. Il resto è relativo.

Luc 68

Di solito si dice …
Chi sa fa …
Chi non sa … dirige, coordina, amministra, consiglia, organizza, indice, rappresenta, ….. etc. Etc.

Questo non sempre è una cosa negativa…. lo sguardo puro di chi ha in mente solo l’obiettivo… può far scoprire nuove vie inesplorate e a volte veramente innovative.
Quindi …. proviamo e vediamo.

Modifica il 5 mesi fa da Luc 68
il radarista

Questa la conoscevo diversamente: Chi sa fa … Chi non sa insegna …

Luc 68

Di solito si dice …
Chi sa fa …
Chi non sa … dirige, coordina, amministra, consiglia, organizza, indice, rappresenta, ….. etc. Etc.

Antonio Trilussa

Calciatori che giocano e che non giocano, sembra quasi non ci sia più differenza da quando il calcio fa più spettacolo fuori che dentro al campo.

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