
Security Room, quella stanza del Bar Sport di Bloooog! dove l’argomento non è il calcio, ma tutto il resto: dalla politica ai viaggi, dai libri alla cultura, dal mondo alle storie. Uno spazio aperto, dove l’argomento è assolutamente libero e lo sceglie ognuno di noi. In un racconto continuo e condiviso con tutti
Non solo calcio. O almeno il calcio e tutto quello che c’è intorno. Questo è sempre stato un posto amato da tutti i frequentatori di Bloooog!. Che qui possono entrare e scrivere liberamente di ogni argomento, proponendone loro stessi. Tutto quello che va oltre il calcio. Lo sport in genere, ma anche e soprattutto la politica, la società, il mondo, lo spettacolo, la cultura, i libri, il cinema, la cucina, le storie, i viaggi, le città, gli amori, i ricordi, i racconti personali. Sostanzialmente tutto. Lo spazio è aperto, i protagonisti siete voi.
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A Napoli per la Salome di Strauss con Ricarda Merbeth, vista già a Settembre nell’Elektra ed un resto di cast sbalorditivo. Pure qui cast di alto livello con Charles Workman nel ruolo di Erode, e Brian Mulligan, che ho appena visto a Parigi come Alberich nel Rheingold, come Jochaanan.
Il tutto preceduto dal solito ottimo pranzo alla Locanda del Gesù Vecchio… oggi mi sa che vado sugli Ziti allardiati…
Qui la Salome nella versione classica di Bohm con la Stratas… funziona sempre :
La von der Leyen propone soluzioni discutibili su difesa, “green deal”, immigrazione
Roma, 14 mar 18:03 – (………)
– Quello dei dazi, peraltro, non è l’unico campo in cui l’azione della Commissione europea si mostra frettolosa e inefficace. Il piano “ReArm Europe”, a partire dal nome, appare infatti altrettanto, se non più discutibile. Il piano prevede 150 miliardi di debito comunitario che potrà essere messo a disposizione degli Stati membri, i quali comunque dovranno ripagare le somme ottenute da Bruxelles, senza tuttavia subire alcun peggioramento dei rating del debito e, quindi, alcun aumento dei tassi d’interesse. Il problema è che per gli altri 650 miliardi il piano non prevede alcun intervento comunitario, ma solo la possibilità di non calcolare, ai fini del Patto di stabilità, del debito pubblico che i Paesi membri dovessero impiegare per le spese della difesa, e ciò solo per quattro anni. Di fatto, l’Italia potrebbe impiegare, grazie ai due strumenti, poco meno di 50 miliardi, che dovrebbe però cominciare a ripagare il più rapidamente possibile alla fine del quadriennio. I prestiti resi a livello nazionale, peraltro, pur non contabilizzati ai fini del Patto di stabilità, sarebbero comunque considerati dagli investitori, che non mancherebbero di penalizzare il maggior indebitamento con un rialzo dei tassi d’interesse, e quindi con un maggiore costo del servizio del debito. Un simile piano potrà consentire ai Paesi a basso debito, come la Germania (63,4 per cento del Pil), di rafforzare la propria industria militare ad un costo tutto sommato accettabile. L’Italia invece, che ha un debito pubblico al 135,3 per cento, non si può permettere altri 50 miliardi di debito, per via della penalizzazione che i titoli di Stato subirebbero sui mercati. Proprio per evitare che il divario tra la capacità industriale dei Paesi meno indebitati e l’Italia possa crescere, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, propone un fondo europeo di garanzia limitato a soli 16,7 miliardi che potrebbe, secondo i suoi calcoli, muovere investimenti privati – e non pubblici – per circa 200 miliardi, nel settore della difesa, ma anche nell’industria ad alta tecnologia e nei settori di rilevanza strategica. Una strada alternativa che viene ritenuta interessante da esponenti come il commissario europeo per il Commercio, Valdis Dombrovskis, ed il ministro dell’Economia francese, Antoine Armand, e che tuttavia difficilmente potrà essere considerata come una valida alternativa al discutibile piano della von der Leyen. La presidente della Commissione, peraltro, è sembrata adottare posizioni di retroguardia anche nel caso della revisione del “Green Deal” europeo e sulla normativa sull’immigrazione clandestina. Nel primo caso, infatti, la sua proposta conferma l’obiettivo della decarbonizzazione totale entro il 2035, con l’unica differenza che le case automobilistiche avranno tempo fino al 2027 per adeguarsi ad una serie di parametri la cui violazione, altrimenti, avrebbe comportato il pagamento di multe miliardarie già a partire da quest’anno. La possibilità di utilizzare i biocarburanti – produzione che vede l’Italia all’avanguardia – resta peraltro una mera ipotesi di lavoro. Quanto ai migranti, la Commissione fa sua l’ipotesi italiana d’istituire centri di rimpatrio al di fuori del territorio Ue, ma solo per i maschi adulti senza famiglia, e solo se già colpiti da provvedimento di espulsione. Limitazioni che difficilmente potranno aiutare a risolvere i problemi che il nostro Paese affronta nel contrastare un fenomeno massiccio, che dall’inizio dell’anno vede un rinnovato aumento dei flussi, pari al 30 per cento rispetto agli stessi primi mesi del 2024.
Ora al di là del fatto che quella manica di cazzate del piano di riarmo europeo della Von der Leyen è solo un tentativo di ridare alla Germania un ruolo di traino a livello industriale, e quindi una mano a Merz che ha convocato il vecchio parlamento per far passare il suo piano economico, il punto è un altro.
Spostare tutte queste risorse su riarmo porterà ad un decremento delle risorse sul welfare, sulla sanità e su altri settori sensibili in tutta Europa in un momento di grave difficoltà economica, con il risultato di dare fiato alle formazioni di opposizione, in alcuni casi di estrema destra e filo-russe che avranno facilità a cavalcare le posizioni anti-guerra, e quindi in poco tempo prenderanno il controllo dei rispettivi paesi e magari anche dei piani di riarmo… ad esempio immaginate che succede in Germania se AFD ( sostenuta dall’attuale amministrazione USA ) cresce ancora e obbliga la CDU a fare un governo… immaginate come sarebbero contenti in Polonia… insomma questi sono talmente scemi che fanno una cosa per avere il risultato opposto.
Ma d’altronde non fossero stati scemi non avrebbero fatto quello che hanno fatto con gli ukro-nazi, e non avrebbero seguito quel rincoglionito di Biden nei suoi piani filo-ucraini di famiglia.
Ora che qui dentro a partire da Mariuccio ci siano degli scemi lo sappiamo benissimo, ma che gente che dovrebbe governare l’Europa non sappia fare 2 + 2 è veramente drammatico. Oppure lo sa fare ed è in malafede… che è peggio.
Questa uscita di Tajani, qui nella perculata di Crozza, è nel più puro stile Mariuccio Rossi, e non a caso sono compagni di partito. Sembra incredibile che gente del genere non solo vada in giro, ma che faccia pure il Ministro degli Esteri ( Tajani, no Mariuccio… lui per fortuna fa cose più umili).
Ma noi ci accontentiamo di molto meno ed attendiamo da Mariuccio altre uscite sulla democrazia, veramente imperdibili…
A Parigi per un bilaterale sulla Difesa tra Francia ed Italia che ha dato un po’ l’idea di un dialogo tra sordi, ma che è valso a dare un’occhiata all’interno del Palais du Luxembourg, fatto costruire dalla regina Caterina de Medici in forme fiorentinizzanti ed a incontrare il CEMA francese Burkhard, un sincero amico dell’Italia.
Per il resto ottima sosta da Cova Paris al Pont Neuf e poi da lì al Théatre du Chatelet dove OLiver Py ha messo in scena un bellissimo Peer Gynt, nella versione con musiche di scena di Grieg diretta dalla bravissima Anu Tali. Su ‘ste cose PArigi è sempre Numero UNO.
Da segnalare un buon Ristorante nell’ottavo, pieno Faubourg St Honoré : Biche.
Notevole il Boeuf Bourguignon.
Nel frattempo tornato ad Istanbul dove hanno sempre più l’impressione che l’Europa abbia bisogno delle armi turche, e fanno sempre più affari con i russi, questa volta con gli USA d’accordissimo. L’Impero Ottomano is back… o almeno pare…
La rassegna stampa di Fabrizio è sempre molto interessante.
Molto divertente la vignetta del Fatto Quotidiano, ed anche molto veritiera, come dicevo oramai a Mosca stannod irettamente alla presa per il culo, ma tranquilli, tra poco l’Armenia entrerà nella sfera di influenza europea, che vale 18.000 miliardi… poi qualcuno gira la chiavetta e… POF!!!
Roma, 7 mar 18:57 – (…… ) – Domenica 2 marzo il premier britannico Keir Starmer convoca a Londra un vertice al quale partecipano i leader di 11 Paesi dell’Unione Europea, con l’aggiunta di Norvegia, Canada e Turchia (presente con il ministro degli Esteri, Hakan Fidan). Un vertice che non ha miglior esito di quello convocato, la settimana prima, a Parigi dal presidente francese Emmanuel Macron. Germania, Italia, Polonia e perfino la Spagna – guidata dal governo più a sinistra e più allineato alle posizioni del leader dell’Eliseo, tra quelli dell’Ue – si rifiutano infatti di prendere in considerazione l’ipotesi d’inviare in Ucraina contingenti militari che possano offrire garanzie di sicurezza a Kiev. Ma perfino i promotori dell’iniziativa “europea”, Macron e Starmer, non riescono a mettersi d’accordo tra loro, tant’è vero che il presidente francese propone una tregua di tre mesi, spacciandola come idea franco-britannica, salvo poi essere immediatamente smentito da Londra. Non contento, il leader dell’Eliseo convoca a Parigi, per la prossima settimana, i capi di Stato maggiore delle forze armate dei Paesi “volenterosi”, senza specificare quali essi siano, né a cosa possa servire una riunione operativa in una fase in cui non sono ancora stati avviati i negoziati di pace. Questo frenetico attivismo di alcuni – e solo alcuni – leader europei fa emergere un’ansia da prestazione che è dettata soprattutto dall’inadeguatezza dei singoli Paesi membri dell’Unione, ma anche del Regno Unito, ad affrontare uno scenario internazionale in rapidissimo mutamento. Da una parte l’Europa, nel suo complesso, non è in grado di garantire la sicurezza non solo dell’Ucraina, ma nemmeno di sé stessa. Già nel 2024 l’Ue promise di fornire all’Ucraina un milione di proiettili d’artiglieria, mai consegnati per il semplice motivo che l’industria bellica europea non è in grado di produrre simili quantità di ordigni. Le forze di Kiev, peraltro, sparano in un mese i proiettili che l’intera Europa produce in un anno. Anche l’ipotizzato contingente franco-britannico – 30 mila uomini da inviare in Ucraina – appare francamente sovradimensionato rispetto alle attuali capacità delle forze armate dei due Paesi. In queste condizioni appare evidente che Zelensky dovrà accettare le condizioni poste da Donald Trump, che saranno assai probabilmente più dure rispetto a quelle che il presidente Usa aveva proposto all’omologo ucraino solo una settimana fa, in particolare sulla questione delle terre rare. È ragionevole credere che, nel frattempo, anche i russi abbiano irrigidito la propria posizione, e che si presenteranno al tavolo negoziale con richieste ancor più umilianti per il leader di Kiev. Per quanto le trattative possano prolungarsi, appare dunque inevitabile per Zelensky accettare una cessazione dei combattimenti ed un accordo che assai difficilmente potrà soddisfare le speranze dell’Ucraina. Gli Stati Uniti, infatti, non intendono offrire garanzie di sicurezza al Paese, e lo stesso Trump, nella telefonata avuta con Giorgia Meloni sabato primo marzo, si rifiuta di estendere a Kiev una garanzia anche lontanamente simile all’articolo 5 del Trattato atlantico, che garantisce la difesa comune dagli attacchi esterni. Come anticipato, Donald Trump ha tutta l’intenzione di raggiungere con la Russia un partenariato strategico che non solo consenta di riprendere le normali relazioni diplomatiche, politiche, economiche e commerciali, ma che lo aiuti a sventare il programma nucleare iraniano, aprendo con Teheran un negoziato diplomatico grazie alla mediazione di Mosca. Non è un caso, del resto, se oggi, venerdì 7 marzo, lo stesso Trump riveli di aver inviato una lettera alla guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, per proporgli di avviare colloqui tesi a trovare un accordo sul tema (Fox News, 7.3.25). A fronte di questi obiettivi, l’Ucraina – ai suoi occhi – può ben essere offerta a Putin come boccone da mantenere nella sfera d’influenza russa, e lo stesso destino potrebbe toccare in sorte, in un futuro non lontano, a Paesi come l’Armenia e, forse, persino la Moldova.
Aggiungiamo la Romania e la Bulgaria e chiudiamo le comunicazioni.
Ok io sono mesi che lo dico… ma adesso siamo alle Agenzie di Stampa, quelle utilizzate da Palazzo Chigi e la Farnesina.
A Parigi ho scoperto ieri che pensano che Macron in fondo si meriti le prese per il culo di Putin e che è meglio che l’ombrello nucleare protegga la sola Francia.
Se poi qualcuno vuole venire a dire che la Russia è nella merda può sempre farlo.
Magari mai come è nella merda l’Europa, ma può dirlo….
Nel frattempo sono a Parigi per un evento sulla Difesa tra Francia ed Italia, ed il fatto che Putin oramai sia alla presa per il culo diretta del loro Presidente, non gli sta facendo molto piacere, ma non se la prendono con Putin… lui fa il suo lavoro…
Macron è diventato le bebé Napoléon…
Va anche detto che un’idea esatta di quello che avrebbero fatto alla fine gli americani, da queste parti ce l’avevano chiara da tempo.
Come sempre, l’utente privilegiato cancella i commenti che non gli piacciono.
Bene, e così abbiamo un utente del blog che continua a cancellare i commenti che non gli piacciono.
Tutto molto bello, avrebbe detto Pizzul.
Ti stai riferendo a quelli miei? si concordo e ti ringrazio per l’inaspettato sostegno… qualcuno li ha cancellati, comprese interessanti Agenzie Stampa di livello governativo che spiegavano per filo e per segno quello che sta succedendo.
Ma poi ORMAI basta leggere i giornali per capire quello che sta succedendo.
Se uno capisce quello che legge… chiaramente.
Leggere di gente che qui dentro esulta perché gli sta bruciando la casa è abbastanza surreale.
Se poi gli stessi esultano anche per i morti ammazzati, perché tanto sono ucro-nazi, prevale il senso di schifo.
Per fortuna mi hanno insegnato a distinguere il giusto dallo sbagliato.
Tipo pagare Vlahovic 80 Milioni? …
Io comunque li ho visti e li continuo a vedere.
Non i fasci,
Piuttosto quelli che ti camminano a fianco il 25 aprile.
Quelli che ti canticchiano a petto in fuori la canzone sula mattina che si sono svegliati,e hanno trovato l’invasor.
Quelli che decidono quali lotte di resistenza hanno dignità e quali no.
Secondo il loro – insindacabile – giudizio.
Prima timidamente,poi sempre più spudoratamente.
Un comico
Un cocainomane
Un pazzo
Un burattino Usa
Un dittatore – decisamente la più esilasante –
Probabilmente il loro giudizio sarebbe stato differente se Zelensky fosse scappato come un vigliacco in elicottero lasciando il paese nelle mani di Putin,stendendogli un tappeto rosso.
Perché anche su quello riescono ad essere ipocriti.
Salvador Allende per loro è stato un eroe a resistere alla Moneda – e sinceramente lo credo anch’io – invece Zelensky che pure lui è rimast a Kiev, mentre piovevano missili su Kiev, è un nemico.
Perché dai, sarai mica credibile se non ti fanno fuori?
Non vivo su Marte, mi è di tutta evidenza che oggi dopo la ignobile imboscata alla Casa Bianca, è politicamente un dad man walking.
Dovrà presto chinare il capo e limitare i danni per un paese offeso da tre anni di bombardamenti.Che ha visto morire oltre 150mila persone e che ha decine di milioni di sfollati in tutto il mondo.
Ho la mia storia personale,altri riferimenti politici, ma ugualmente, la dignità con la quale anche ieri,davanti a due mafiosi,ha difeso la sua gente,mi convincono sempre più del fatto che nella disgrazia,l’Ucraina ha avuto la fortuna di essere guidata da un uomo forte e coraggioso
Luca Paladini – blogger Radio Popolare –
Mioddio, pensavo che dopo aver visto Maradona, Platini, Pelé, Mariolino Corso, Federer, Roquepine e Varenne, Cassius Clay, Fosbury, Pogacar, Gilles Villeneuve, Sergio Marchionne e la Cina comunista più grande democrazia e prima potenza economica e tecnologica del mondo potevo morire senza essermi perso nulla. Neanche mi sarei mai immaginato che se fossi morto due giorni fa mi sarei perso la diretta della più grande figura di merda politico-economica che nemmeno l’Immaginazione Artificiale avrebbe mai potuto consegnare al mondo occidentale.
No, non mi riferisco ai due attori che l’hanno messa in scena ma a quell’Europa che, sempre a sue spese ovvero a spese dei propri contribuenti, è alleata di uno e suddita dell’altro. Ahahahahahahahahahahahahahah.
Duzzo in pratica parli da solo ormai quaggiù, degli ultimi 100 commenti 90 sono tuoi chi ti legge anche malandragem ti ha mollato
https://www.today.it/mondo/putin-soldi-ecco-perche-fine-guerra-ucraina-trump.html
Duzzo Putin è nella merda solo tu credi alle favole. ps come va la ditta di idraulica?
SI infatti, da quello che si legge sui giornali sta proprio nella merda… Sniffolo invece bello saldo in sella… dai Belin, che l’occidente democratico ha bisogno di gente come te… facci un’altra bella tirata sulla democrazia che ci facciamo due risate 🙂 🙂 🙂 🙂
“E’ essenziale” che l’accordo sui minerali venga firmato: il presidente “si aspetta che Zelensky lo firmi”. Lo afferma la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, sottolineando che l’accordo è cruciale per “recuperare i soldi dei contribuenti americani che hanno finanziato la difesa nazionale dell’Ucraina”. [Repubblica]
E tutti vissero felici e contenti. Quella che si dice “la pace giusta” ovvero:
1) Gli USA si beccano 500 mld di terre rare;
2) l’Europa si becca il gas non ai prezzi russi ma ai prezzi della Nederlandia, si beccano i dazi americani e, dulcis in fundo, sempre per il benessere dei propri contribuenti, l’aumento della spesa per quella puttanata della cosiddetta “difesa comune”;
3) tirando le somme, fra il cosiddetto aggredito ed il cosiddetto aggressore io non so, oltre ai dementi coloni europei, chi ci abbia davvero perso.
Fra l’altro, sempre i dementi coloni europei, oltre a smenarci miliardi su miliardi fra aiuti in forniture militari, costi dell’energia ormai fuori controllo ed aumenti a cascata per l’effetto domino dell’aumento del gas, ci hanno rimesso anche la faccia. Ma il problema non era il diritto internazionale? Chi era l’aggredito e chi l’aggressore?
Ora verrà la parte che, seppur patetica e disgustosa, sarà la più divertente. Quella che darà la parola agli “economisti” ovvero a quella parte dello scibile umano che, pur non andando oltre le 4 operazioni dell’aritmetica, si è autoeletta a scienza e le toccherà come sempre masturbare i numeri per spiegare al gregge perché ci abbiamo guadagnato tutti.
Caro Luigi, in realtà hanno già cominciato… ma spiegare come questa sconfitta che mette per molto tempo o per sempre l’Europa all’angolo sia in realtà una vittoria sarà duro.
Per adesso tentano di dirci che la Russia non ha ottenuto quello che voleva…
In ogni caso subito dopo lo scoppio di questo conflitto ti ricorderai che dissi subito che alla fine della vicenda avremmo avuto due sconfitti : L’Europa e l’ucraina… e due vincitori , gli USA e la Russia… e giù i vari Consy, Mobilia, Mariuccio e compagnia bella, a dire che dicevo boiate ed utilizzavo fake news… ora rimane solo ‘sto poveraccio che ancora insiste… ma, come dico sempre, poi arrivano i fatti, che tanto difficili da prevedere non sono mai… quanto agli economisti, sono il male dell’occidente da un centinaio di anni, andrebbero mandati nelle guerre che provocano con i loro calcoli ( tipo, le sanzioni faranno crollare la Russia… eh si, come no…).
Passava tutto per immaginare chi sarebbe diventato Presidente degli USA dopo due anni dallo scoppio della Guerra e pure lì era facile, considerato il ticket Biden-Harris, e l’evoluzione della società americana, sempre più lontana dai “valori” e dai modelli europei.
Fantastico Roméo et Juliette di Gounod al San Carlo Domenica, trascinato da una magnifica Nadine Sierra uno dei migliori soprano della scena mondiale, in coppia con l’ottimo Javier Camarena. Momenti di vera emozione tra il Quarto ed il Quinto atto, e grosso successo finale. Ottimo anche Gianluca Buratto come Frate Lorenzo.
Bella la regia di Giorgia Guerra e grande direzione di Sesto Quatrini.
Eccoli qui nella versione di Bilbao con cast in parte differente e direzione di Lorenzo Passerini, poi presentata a Napoli con la direzione di Quatrini.
Enjoy!!
Altra brillante vittoria da parte dei russi.
Qualcuno li fermi o non ci sarà più posto per esibire un numero di trofei così elevato:
“Esclusiva: la Russia potrebbe cedere 300 miliardi di dollari in beni congelati come parte dell’accordo di guerra con l’Ucraina, affermano fonti.”
Ma ancor parli???!!! Temo tu non abbia ben presente quello che sta succedendo… magari cerca di capire cosa significa che all’ONU gli USA votano con la Russia e la Cina… per adesso quello che si sta svendendo i gioielli di famiglia è Sniffolo, oramai ai titoli di coda… Putin al momento attinge da due forni, è di nuovo al centro della diplomazia mondiale, ha dato il benservito a Sniffolo, e prende a schiaffi l’Europa un giorno si e l’altro pure… ha pure detto che se l’ucraina entra in UE a lui non gliene frega niente, pensa te che paura del potenziale economico europeo di cui ciarlavi l’altro giorno.
Nel frattempo dopo le elezioni in Germania siamo tornati a Germania Ovest e Germania Est… poi ne riparliamo… del potenziale europeo.
A proposito dei saluti romani di Musk, Bannon e compagnia si legga “La svastica sul Sole” di Philip Dick o si guardi la serie Prime “The Man in the High Castle” che ne è tratta.
Distopia (cit Wiki): “Descrizione o rappresentazione di una realtà immaginaria del futuro, ma prevedibile sulla base di tendenze del presente percepite come altamente negative, in cui viene presagita un’esperienza di vita indesiderabile o spaventosa.”
mi ero fermato a metà della serie, molto lugubre, adesso devo cercare di finirla….
😂😂😂😂Putin dichiarerà la vittoria dopo non aver conquistato Kiev, non aver conquistato le 4 oblast annesse e nemmeno il donbass, e dopo non aver liberato nemmeno il Kursk.
E parte del popolo, ipnotizzato da anni di propaganda, sarà felice dopo aver perso centinaia di migliaia di uomini e centinaia di miliardi di mezzi ed aver prosciugato il fondo per la previdenza nazionale, con tassi record ed inflazione galoppante.
La sorella minore è persa per sempre, coloro i quali parlano male il russo sono persi per sempre
Pirro gli spiccia casa a Putin
Ancora non hai capito che Putin in ucraina si prende tutta la posta…
«Scott Bessent in realtà è andato lì ed è stato trattato piuttosto maleducatamente, perché in sostanza gli hanno detto di no e che Zelensky stava dormendo e non era disponibile a incontrarlo», ha detto Trump a bordo dell’Air Force One. Bessent «ha viaggiato per molte ore in treno, un viaggio pericoloso, e stiamo parlando del segretario al Tesoro. È andato lì per far firmare un documento e quando è arrivato, è tornato a mani vuote. Non hanno voluto firmare il documento»
Cioè, manco l’hanno fatto parlare con il capo, gli hanno detto “Ciccio, guarda, il capo dorme e non ci sembra il caso di andare a disturbarlo per una puttanata del genere”
🤣 🤣 🤣
Povero Ciccio, oltretutto aveva fatto un viaggio “pericoloso”, pensa te, era persino andato in un paese in guerra per parlare con uno che in quel paese ci vive. Poverino…
Insomma ha firmato la sua condanna a morte… pensa che succede se Musk gli spegne i satelliti tutti insieme … una bella dormita 🙂 🙂 quella definitiva 🙂 🙂 🙂
Hai capito i russi? Non solo hanno invaso senza ragione uno Stato sovrano, non solo hanno violato il diritto internazionale ed il memorandum di Budapest, non solo hanno distrutto parte del paese, adesso vogliono imporre anche quali truppe debbano garantire l’Ucraina. Vogliono cioè l’assicurazione di raggiungere in futuro gli obiettivi che non sono stati in grado di raggiungere adesso: né Kiev, né le 4 oblast, né il Donbass
La loro arroganza è inversamente proporzionale alla loro capacità
Beh… avendo vinto la guerra possono dire quello che gli pare, soprattutto perché è quello che pensa anche l’attuale amministrazione americana… e anche tu, spero, capirai che fa tutta la differenza del mondo… Il Donbass poi se lo sono praticamente preso tutto, eccome. Per il resto basta che gli USA sospendano gli aiuti, come hanno fatto, ed il resto crolla di conseguenza. Donbass, 4 Oblast e Kiev. Quanto al Diritto Internazionale esiste da sempre per pulircisi il culo, gli USA sono maestri. Nei Balcani, in Afghanistan, In Iraq, in Palestina… e già che ci siamo pure in ucraina.
Venendo a noi se i russi dicono che gli UK devono andare a farsi fottere, loro vanno a farsi fottere, oramai dovrebbero essere abituati. La UE poi oramai serve solo per le barzellette.
La guerra che verrà non è la prima.
Prima ci sono state altre guerre
Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente faceva la fame.
Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente.
Bertoldo Brecht…
Ciao Walter.
Nonostante la legnata sui denti secondo me di là stai più tranquillo…😁
CinghialOne di Fauglia,ti riferisci alle legnate di Ivan il terribile?
L’incontro Trump-Putin che metterà fine alla Guerra in ucraina improvvidamente voluta dalla NATO, dai democratici americani e dall’UK, e che pensava di far crollare la Russia e mettere le mani sulle sue risorse di energia e terre rare dovrebbe avvenire in Arabia Saudita. E mette un punto a tutto quello che ho detto qui per più di due anni.
Gli USA che hanno abbandonato gli accordi sul clima e che si incontrano in casa del maggiore produttore mondiale di petrolio e gas con l’altro grande produttore di petrolio e gas. Il che dimostra anche che la minaccia di Trump di “costringere” Putin ad un accordo facendo leva sul prezzo del petrolio era solo un bluff. l’Arabia non avrebbe abbandonato il nuovo alleato con cui ha in comune tutti gli interessi.
La guerra Occidente-Russia voluta da BIden si chiude con un accordo generale tra USA e Russia in cui l’ucraina sarà un dettaglio : Crimea e Donbass ( e terre rare ) passeranno alla Russia, le sanzioni saranno tolte e la Russia tornerà al centro del gioco mondiale, da cui peraltro non era mai uscita se non nei sogni bagnati di certi europei. Per garantire l’accordo truppe ONU ( con turchi e cinesi ) e non certo NATO come volevano polacchi e baltici insieme ad UK.
Qui dentro di gente che non ci ha capito una mazza ce n’è stata molta, ma alcuni si sono distinti 🙂 🙂 🙂 terze e quarte file certo, ma magari starsene zitti e limitarsi a leggere sarebbe stato meglio … come era quella della Russia ad un passo dalla catastrofe? 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂
Manca solo che Il Presidente USA e quello Russo si vedano il 9 Ottobre a Mosca.
AAAAMENNNNN!!!!
Nel frattempo, a conferma del fatto che in questa faccenda a pagare alla fine sarebbero stati solo l’ucraina e l’Europa, Trump tratta direttamente con Putin, saltando di netto gli europei, chiede a Kiev l’equivalente di 500 miliardi in terre rare ( che però per più della metà sono sotto il controllo russo ) per gli aiuti già ricevuti ed eventuali altri ( che però servirebbero a poco ) e dichiara che comunque un giorno l’ucraina potrebbe diventare russa. Cosa che dando un’occhiata alle linee del fronte sembra probabile.
Oltre a questo dice agli europei di mandare loro le eventuali armi a Kiev e pagarle agli USA… e chiede agli ucraini di fare le elezioni presidenziali suonando così le campane a morto per Z che nel frattempo, per resistere, prova a rivendersi tutto quello che gli è rimasto, anche quello che non controlla più, come era quella che gli USA in politica estera sono bipartisan?…
Ennesimo capolavoro di politica estera dei democratici, che fanno bene ad avere come simbolo l’Asino… ma più asini ancora gli UK ed il resto dell’Europa.
Prove di nuovo Ordine Mondiale, e non c’è bisogno di molta fantasia per capire chi ci andrà di mezzo…
E concludiamo con il Rheingold, magnifica anticipazione della disgrazia legata all’oro ed alla cupidigia di guadagno che affligge l’Occidente, ed in generale la nostra epoca.
Qui in una solida edizione classica della Staatsoper di Vienna.
Proseguiamo con la Piccola Volpe Astuta di Jànàçek qui in una bella edizione dello Chatelet di qualche anno fa…
Di ritorno da un ottimo Don Carlo a Napoli, nobilitato dalla bella regia di Claus Guth, che inserisce nella vicenda un nano di Velazquez in modo da descrivere la vicenda a guisa di mimo, come un foll shakespeariano. Ottimi anche Relyea e Tsymbaliuk nei ruoli politici di Filippo II e del Grande Inquisitore, duetto strepitoso. Bene Pretti come Don CArlo, voce molto nobile, e grande prestazione dell’Orchestra del San Carlo da cui il direttore ungherese Nanasi sa trarre fuori le sonorità ed i timbri avveniristici immaginati da Verdi, e sentirli dal vivo fa sempre un grande effetto.
Ora a Parigi per CAstor et Pollux, edizione Currentzis, Piccola Volpe Astuta e Rheingold.
Iniziamo con Castor et Pollux, in una bella edizione di Christophe Rousset, regia di Pierre Audi.:
Nostagia…il barocco musicale, in particolare quello francese, è stato molto importante nel mio sviluppo personale durante gli anni passati all’estero a studiare per il dottorato. In quel periodo praticamente sentivo solo musica barocca, con Monteverdi e Gesualdo a dominare i miei ascolti di musica precedente, e il jazz, soprattuto be-bop, quelli di musica successiva. Anche se l’opera in tutte le sue manifestazioni non mi ha mai affascinato particolarmente e ho sempre prediletto la musica strumentale, ho fatto qualche eccezione solo per il barocco. La mia preferita è dell’amato Henry Purcell (Dido and Aenea). In assoluto, fra i Francesi, mi sentivo in simbiosi soprattuto con Forqueray. Dopo avere avuto tante altre fasi musicali, nel mio attuale amore per il metal, apparentemente agli antipodi, riconosco una continuità profonda con l’autoespressione drammatica, ostentata e aggressiva del grande Antoine nei suoi indiavolati pezzi per viola da gamba (Marais ad esempio non ha invece nulla a che fare e infatti non mi emozionava così tanto).
Grazie per avere risvegliato ricordi. Vale sempre la pensa passare di qui ogni tanto.
Grazie a te per il commento, che ribatte perfettamente con l’esperienza che ho fatto io qui a Parigi, a conferma di quanto tu dici a proposito della vicinanza di generi apparentemente diversi e lontani nel tempo, ma accomunati da un aspetto fortemente espressivo, qualcuno direbbe dionisiaco.
Ero al Palais Garnier, il tempio dell’arte francese classica, e quindi luogo ideale per un’opera come questa, avvolgibile facilmente dalla spettacolarità del sito… ma la cosa grande è stata la regia del sempre eretico Peter Sellars, che oltre ad ambientare la vicenda nell’attuale fase di civilizzazione e nella Techné con filmati urbani nello schermo di sottofondo, li alternava con visioni satellitari ed astronomiche, che alludevano all’assoluto del mito che comunque ci riguarda.
Sulla scena la vicenda diventava quella di una famiglia americana media devastata dalla guerra e da ogni forma di conflitto interiore ed esteriore, espresso da alcuni eccezionali street dancer americani, che contrappuntavano tutta la vicenda con una danza molto esplicita ed emotiva, che andava d’accordissimo con la musica. La scena dello spirito di Castor che lascia il suo corpo durante il lamento di Telaire nella famossisima aria “Tristes apprets, pales flambeaux” resa con una danza immateriale, è stata sbalorditiva. Antico e nuovo insieme a testimonianza del fatto che l’arte è una sola. Il direttore della compagnia si chiama Cal Hunt e dei danzatori citerei Andrew Coleman detto “Finesse”, Xavier Days, detto “X” e Cordell Purnell detto “Storm”… ma tutti bravissimi.
Mettiamoci Theodor Currentzis alla direzione della sua orchestra “Utopia” che usa tempi dilatatissimi quando servono ed un pianissimo molto espressivo e abbiamo detto tutto. Il Tempo in questi casi sembra fermarsi ed allude ad un eterno presente.
scusate se lo scrivo qui,ma è quasi l’unico “social” che frequento (l’altro è un blog sulla fiorentina),e qui credo di trovare qualcuno che mi può spiegare come se lo dicesse a un bimbo dell’asilo.
io sono proprio ignorante e non capisco bene cosa siano ‘sti bitcoin,ma è normale che un presidente di stato lanci la sua moneta,se pur virtuale??
Se ha come obiettivo quello di scardinare il potere della FED dandolo ad un’oligarchia di ricchi e potenti che controllano i sistemi di comunicazione ( anche satellitare ) e di commercio mondiale, oltre che armi e sistemi di energia, mirando allo stesso tempo a dissolvere il potere federale instaurando un sistema di tipo privatistico si…
Il potere passa sempre per la moneta, l’Impero romano ha cominciato a decadere quando la sua moneta ha cominciato a perdere valore, e quando problematiche di tipo morale hanno cominciato a percorrere la società… insomma vince sempre chi ha fame, vale per il calcio ma anche per le nazioni gli stati e gli imperi. In quest’ultimo caso si chiama volontà di potenza. Se vuoi promuovere una politica isolazionista e non interventista allora devi pensare a qualcosa di diverso dal Dollaro… anche perché il debito pubblico USA è in mano ai cinesi… e lasciargli carta straccia in mano è una bella tentazione.
La prossima settimana altra graditissima sosta in casa della capolista per una coppiola musica/buona cucina che è sempre una delle grandi cose della vita… ma si può fare solo in Italia ed al limite in Francia.
Di nuovo al Gesù Vecchio e di nuovo al San Carlo.
L’opera quasi eponima è il Don Carlo nella regia di Claus Guth di cui ho visto quest’estate un entusiasmante Samson di Rameau ad Aix en Provence.
Opera lunga a volte diseguale, ma con alcuni momenti del massimo Verdi possibile. Purtroppo niente Atto di Fointainebleau che riuscii a vedere solo a Firenze una ventina di anni fa…
Qui una buona edizione del passato della Scala, magari Pavarotti nel ruolo dell’esangue Don Carlo è un po’ fuori taglia, ma vabbeh… regia molto classica del Zeffy e buona mano di Muti :
Russia a un passo dalla catastrofe
https://www.linkiesta.it/2025/01/russia-guerra-ucraina-sconfitta/
Più che altro Minkiesta… 🙂 🙂 🙂
Il presidente americano eletto Donald Trump ha detto di “poter capire” perché la Russia non vuole che l’Ucraina entri nella Nato, incolpando Joe Biden per lo scoppio del conflitto. “La Russia per molti anni ha detto che non si sarebbe mai potuto avere un coinvolgimento della Nato con l’Ucraina. Questo è stato come scritto nella pietra. E Biden ha detto che no, dovrebbero poter entrare nella Nato. – ha detto Trump nel suo discorso da Mar a Lago – Allora la Russia ha qualcuno proprio sulla soglia di casa. Potrei capire i loro sentimenti al riguardo”. “Quando ho sentito il modo in cui Biden stava negoziando, gli ho detto: ‘finirai in una guerra’ e così è stato – ha continuato il tycoon – Ma potrebbe esserci un’escalation che renderà la guerra molto peggio di come è adesso”. “Io sono convinto ci fosse un accordo che Biden ha fatto saltare, e quell’accordo era soddisfacente per l’Ucraina e per tutti gli altri. Ma Biden ha detto ‘no, l’Ucraina deve essere parte della Natò”, ha concluso…
Sempre meglio… allora niente ucraina nella NATO, mi sembra che ci siamo… più Crimea definitivamente alla Russia e pure Donbass, magari dopo Referendum sotto egida ONU e si può chiudere… stessa cosa che diceva Kissinger due anni fa… mi sa che Sniffolo deve cominciare a farsene velocemente una ragione… anche perché altri due anni con questi equilibri, un Presidente ucraino filorusso e AMEN.
Nel frattempo l’Austria ha un cancelliere di estrema destra, e si unisce a Ungheria e Slovacchia nel fronte anti ucraino… in Romania ha già vinto un candidato filo-russo e rivincerà anche la prossima, la Bulgaria seguirà e la Moldova pure. La Georgia è già andata e tanti saluti… rimane la Germania e qui tra poco succederanno un po’ di cosine che non faranno contenta la Polonia, che rimarrà sola con la Repubblica Ceca ed i Baltici nel fronte anti-russo.
Ma tranquilli, Svezia e Finlandia sono entrati nella NATO e l’Europa rimarrà unita…
CVD…
Molto bene. Celebriamo con un po’ di cultura metal!
Ieri serata con i fiocchi allo Heaven di Londra, più che altro uno storico club gay che ogni tanto ospita concerti.
Protagonisti gli Insomnium, un gruppo finnico di melodic death metal ad alto contenuto culturale. Il loro chitarrista Ville Friman è Professore di Microbiologia all’Università di Helsinki. Il loro cantante e bassista Niilo Sevänen è un autore di romanzi a sfondo storico.
Oggi ascoltiamo la loro canzone “White Christ” (Hvitakristr), tratta dal loro LP più recente “Anno 1696” – in un’altra puntata magari spiegherò il significato storico di quell’anno per la Finlandia, perchė so che vi preme- e ambientata al tempo del conflitto fra “Pagani” e cristiani.
Come alcuni sapranno, Hvitakristr, Cristo bianco, è il termine con cui Vichinghi chiamavano Cristo, in senso dispregiativo. “Hivtr” per i Vichinghi designava qualcosa come “debole”, “codardo”, “effemminato”. Cristo era pallido e debole, insomma, mentre il dio pagano, il rosso Thòrr, era forte e virile: rossa la sua barba, rossi i suoi occhi infuocati, rossi come il sangue dei guerrieri.
Ma il leader cristiano descritto nella canzone sembra tutt’altro che mite. Una musica minacciosa -la canzone è la più “heavy” dell’album- accompagna queste strofe iniziali espresse dai ruggiti di Niilo e del vocalist ospite Sakis Tolis, curiosamente membro di un gruppo che si chiama “Rotting Christ”:
In the name of our Saviour and Lord
In the name of our monarch and the crown
I’ve come to bring the law and justice to this land
I’ve come to bring the light and grace of the Christ
I’m the one who wields the sword of God
I’m the one who holds the sacred rod
I’m the one who finds the truth with iron
I’m the one who finds the truth with fire.
Azzarola, decisamente agguerrito questo cristiano! Ma si può dire che tutto sommato è in linea con vari capetti che si agitano nel mondo cristiano contemporaneo?
In effetti Insomnium è un nome giusto… chissà perché i finlandesi quando fanno musica hanno sempre qualcosa di Sibelius…
Ucraina, la brigata “Anna di Kiev” addestrata in Francia fugge prima di combattere: doveva difendere Pokrovsk dai russi. Circa 1.700 soldati dell’unità si sono dati alla fuga, lasciando un vuoto significativo nella difesa del cruciale snodo logistico di Pokrovsk, nella regione di Donetsk.
Lo scorso 6 giugno, in occasione dell’80° anniversario dello sbarco in Normandia, il presidente Emmanuel Macron aveva annunciato che la Francia avrebbe addestrato ed equipaggiato una brigata ucraina. La 155° Brigata meccanizzata autonoma (chiamata anche «Anna di Kiev» in onore di una principessa ucraina divenuta regina di Francia dopo aver sposato il re Enrico I nel 1051) era stata sponsorizzata dal capo dell’Eliseo come un «fattore importante» nella guerra in Ucraina, in quanto equipaggiata con alcuni delle migliori armi europee, tra cui circa 30 carri armati tedeschi Leopard 2 e 18 obici Caesar di fabbricazione francese. Nello specifico, circa 1.500 istruttori e traduttori francesi hanno addestrato 2.300 ucraini, mentre diverse centinaia di carristi sono stati addestrati in Polonia per l’utilizzo dei Leopard 2. Il resto dei 4.500 membri della brigata, il cui quartier generale si trova nella regione di Rivne, è stato formato in Ucraina.
Dopo mesi di addestramento, però, il progetto di Macron sembra essersi trasformato in un completo fallimento. La brigata, scrive Forbes, si sarebbe infatti disgregata nel mese di dicembre, ancor prima di poter difendere la città fortezza di Pokrovsk, nella provincia di Donetsk, ormai assediata da decine di migliaia di soldati russi. Il Berliner Zeitung, senza mezzi termini, parla di un «fiasco».
Ancor prima che la brigata arrivasse al fronte caldo del Donbass, si legge, 1.700 soldati hanno abbandonato l’unità senza permesso, mentre circa 50 hanno disertato già durante l’addestramento nel Paese di Macron.
Nella fase di formazione dal marzo 2024, inoltre, 2.500 soldati che erano stati inizialmente assegnati alla brigata, sono stati distaccati verso altre truppe schierate al fronte, mentre il loro comandante sarebbe stato licenziato. Quando l’unità che inizialmente doveva avere circa 4.500 uomini è stata dispiegata vicino alla città di Pokrovsk, assediata dai russi, si è trovata senza un numero adeguato di combattenti, senza droni e privata degli strumenti di difesa contro i velivoli nemici. Questo ha portato a perdite elevate, ha denunciato Butusov, accusando il presidente Volodymyr Zelensky, il ministro della Difesa Rustem Umyerov e il comandante Alexander Syrsky di mancanza di organizzazione. E non sarebbero solo morti numerosi soldati specializzati, la brigata avrebbe pure perso diversi carri armati e altri veicoli corazzati.
Poco prima di Natale, Macron e Zelensky hanno annunciato la formazione di una seconda brigata che sarà addestrata in Francia. Secondo il Berliner Zeitung, anche in questo caso alcuni soldati probabilmente scapperanno durante l’addestramento per sottrarsi alla guerra. Stando agli ultimi dati ufficiali forniti dalla procura di Kiev, oltre 100 mila soldati hanno abbandonato le proprie unità dall’inizio della guerra, di cui la metà solamente nell’ultimo anno. Ciò equivale alla perdita, ogni mese, di una intera unità simile alla brigata «Anna di Kiev»
AMEN e BUON ANNO DA KIEV!!! 🙂 🙂 🙂
Questo a proposito del sostegno europeo all’ucraina del comico triste e del suo governo filo-nazista. La caduta di Pokrovsk e quindi la sconfitta finale dell’ucraina è questione solo di tempo, se Trump non riesce a fermare tutto prima.
Adesso però tranquilli che arriva Consy e vi spiega che l’Europa ne esce bene… per adesso è completamente spaccata, in attesa delle elezioni tedesche, che porteranno altri problemi, e pure seri… per non parlare di quelle francesi. La Meloni nel frattempo, oramai dominante anche in Europa, con Trump ha trovato il suo vero padrino, mentre Orban che, insieme ad Erdogan è il vero vincitore politico della vicenda tra Europa e Medio Oriente, gongola…
Regalino di Natale… una cosa pochissimo conosciuta ma molto bella scritta a diciotto anni da un giovane compositore basco morto a nemmeno venti anni… e che, se il destino glielo avesse concesso, sarebbe diventato uno dei più grandi compositori della storia della musica… un livello del genere a quell’età lo hanno avuto solo Mozart Schubert e Mendelssohn.
Sinfonia in Re Maggiore di Juan Crisostomo Arriaga, nato il 27 Gennaio, come Mozart…
Enjoy …
👏 👨✈️ 🍷 🍷
Allora, a quanto pare dal Piano della Vittoria, che era una maniera per dire venitemi a salvare ed in cambio vi regalo quello che resta dell’ucraina, siamo passati sul Piano della Resa… che è una maniera per dire Crimea e Donbass li abbiamo persi, a quanto pare la NATO ce la sogniamo, almeno datemi una mano a rimanere in sella e gestire la metà del paese che mi è rimasta ( a proposito della soluzione coreana di cui avevo parlato due anni fa ).
Continuo a pensare che finita la sua parte da comico triste e sparacazzate che ha mandato inutilmente a morire la meglio gioventù del suo inutile paese ( o uitle agli interessi della NATO ) Z adesso potrebbe essere lasciato alla giustizia del suo popolo.
Finisce come avevo detto sarebbe finita, con la Russia che vince, l’ucraina che perde, l’Europa che ha un grosso problema ( non solo uno magari ) e gli USA che hanno portato a casa un po’ di soldi vendendo armi e gas di scisto, con le lobbies corrispondenti che ringraziano. Per il resto disimpegno su tutte le aree sensibili e vedetevela da soli, compresa Taiwan, Palestina distrutta, Iran indebolito, Israele in espansione ed Erdogan in controllo della Siria con possibilità maggiore di influire sulla Libia dove nel frattempo si trasferiranno i Russi per far valere maggiormente il proprio controllo sulle aree subsahariane. Va da se che Erdogan gli garantirà anche le basi siriane nella zona Alawita, anche perché finita la guerra con l’Ucraina la Russia potrebbe riconcentrarsi sulla Siria, e sarebbe un pessimo cliente anche per lui. Andando via gli USA dalla zona ( dopo l’Afghanistan ) un accordo tra i due è la cosa più logica, alla faccia della NATO, e ci hanno già lavorato.
AMEN
Ottimo commento! Come colonna sonora propongo questo bel quattro quarti:
Bello… lo vedo bene pure per la Germania che sta per venire…
Non so chiamalo come ti pare, ma nel frattempo il tuo amico cocainomane si è arreso e ha chiesto aiuto a papà… e io non so mica se salva le penne…
In partenza per Parigi per un impegno di lavoro, ma il 12 sarò lo stesso al Théatre des Champs Elysées per les Dialogues de Carmelites di Poulenc nell’acclamata edizione di OLivier PY.
Opera bellissima e potentissima tra le maggiori del XX Secolo.
Qui in una bella edizione del MET.
Straordinaria edizione ( peraltro storica, la prima fu nel 2013 ) del capolavoro di Poulenc, con una regia a dir poco perfetta di Olivier Py che alla fine è anche salito al proscenio ( era l’ultima rappresentazione ) per ricevere i meritatissimi applausi.
Meraviglioso il Théatre des Champs Elysées che tra l’altro è quello della storica prima del Sacre di Stravinsky.
Il problema è stato solo tornare nel trezième a fine spettacolo con la Metro chiusa in quella direzione, il bus che saltava alcune fermate e ti depositava in luogo pericoloso a quell’ora… Suor Blanche de la Force ci ha mandato un Taxi provvidenziale fermo misteriosamente alla fermata dalle parti di St.Germain… una specie di apparizione 🙂 🙂
Se qualcuno frequenta Parigi ed al netto della zona, che è quello che è, consiglio una cena a Les Bottes de Sept Lieues a Rue Duchefdelaville, cucina regionale francese di livello ottimo e cantina fornitissima… proprietario simpatico ed alla mano… per il resto mangiare bene a Parigi è sempre un’impresa… a proposito… consiglio anche Paul Chène a Rue du Cherche Midi, più centrale, tra Invalides e Raspail… nel sixième, dans ce cas il faut réserver.
Tempo di Rusalka a Napoli, il capolavoro di Dvorak verrà presentato con la regia di DmitrijTchernjakov, già visto ad Aix en Provence con l’allestimento delle due Iphigenie di Gluck in una sola serata. Sarà sicuramente una cosa sopra le righe e vediamo se regge.
Qui sotto un’edizione praghese dell’opera dretta de Balohavek molto classica e chiara, non eccezionale come resa video e sonora ma con sottotitoli italiani, e che rende molto l’idea originale di Dvorak.
Buona edizione di Rusalka a Napoli, che vive soprattutto della straordinaria interpretazione di Asmik Grigorian, uno dei maggiori soprano della scena mondiale, e di un’ottima resa orchestrale di Dan Ettinger. Un po’ calata dall’alto la regia di Tcherniakov, con buoni spunti ma una certa incompatibilità con la vicenda e la musica.
Ma il top del Week end è stato il Pranzo alla Locanda del Gesù Vecchio… una genovese stellare… e pure la Trippa…
Almeno io certe cose so godermele… tu a parte sfondarti di canne arrivi al massimo alla Pasta e Fagioli Malandra…
Mi sa che ti sei confuso con Waters… la genovese e la trippa frollate non hanno un gran senso…
Quando due anni abbondanti fa dissi che la decisione di provocare l’aggressione della Russia all’Ucraina da parte degli USA con al guinzaglio la NATO, era demenziale e che avrebbe finito per fare due vittime, la stessa ucraina, usata per fornire la carne da cannone aglin interessi americani, e l’Europa, il cui indebolimento era il primo obiettivo della politica americana intendevo proprio quello che è successo :
Germania allo stremo e nel pieno della peggiore crisi economica del dopoguerra con ripercussioni sull’economia italiana e del resto dell’Europa, ed alle soglie di una crisi politica pericolosissima. Destra in arrivo
Francia a pezzi economicamente e nemmeno in grado di concludere una finanziaria, nel bel mezzo della peggiore crisi politica dai tempi di De Gaulle. Destra in arrivo.
Spagna in crisi politica ed economica insieme con le istituzioni prese a blocchi di fango. Destra in arrivo.
Olanda, destra arrivata
UK, qui è arrivato Starmer ma non è che la situazione economica sia florida, politicamente sono la ruota di scorta degli USA, almeno non c’è un ubriacone alla guida del paese.
Paradossalmente l’Italia di Meloni è una delle realtà più stabili di Europa, ma la staffetta con Trump, Orban e compagnia bella è oramai evidente, e cambierà anche l’atteggiamento sull’ucraina che verrà spinta ad accettare la mutilazione del paese.
Lasciamo perdere il Medio Oriente che è oramai esploso e la Corea del Sud che ha provato la Legge Marziale, ma insomma la situazione sembra fuori controllo e pronta per quell’accordo sul nuovo ordine mondiale di cui vado parlando da anni… quello che gestirà Trump insieme a Cina e Russia ( che ha vinto la Guerra in ucraina, destinata all’assorbimento in tempi medi ) marginalizzando l’Europa.
Ora arriverà qualcuno a dirvi che è tutto a posto, l’economia va benissimo e la NATO si è rafforzata, ma non fateci caso, sono anni che non ci hanno capito niente… come al solito.
Sono alla vigilia di un Tour de Force ( o come ebbe a dire uno di mia conoscenza un Tour de France ) operistico non male che mi porterà ad un po’ di A/R con il Bosforo durante i week end: Simon Boccanegra a Roma, settimana dopo Rusalka di Dvoràk a Napoli e da lì a Parigi per Dialogues des Carmelites di Poulenc al Théatre des Champs Elysées, per me uno dei più belli al mondo.
Il Simon Boccanegra è un’opera di Verdi con molti difetti, non ultimo il fatto che essendo stata riaggiustata a venticinque anni di distanza, soffre di una certa diseguaglianza stilistica, sia di musica ( il Verdi del 1881 era un altro musicista rispetto a quello del 1857 ) che di libretto ( Boito, chiamato al capezzale del libretto di Piave usò questa rielaborazione per fare le prove generali di Otello e Falstaff ). E se è vero che il secondo atto, il meno rielaborato soffre molto tra i due atti più rivisti, il nuovo Prologo e la Scena del Gran Consiglio del primo atto sono tra le cose più belle di Verdi, in particolare la seconda è uno splendido esempio del c.d. Verdi politico che già si era visto nel Don Carlo.
Qui di seguito l’edizione per molti ( ed anche per me ) più bella : Abbado e regia di Strehler, nell’edizione RAI. Due approcci geniali insieme e grande cast.
La ripresa, soprattutto tra video e sonoro, non è di gran qualità, anche per la voluta oscurità in cui la vicenda è immersa da Strehler, ma ne vale la pena.
Sola Prima parte, quella con Prologo e Gran Consiglio, per chi vuole la seconda sta su You Tube.
Bella edizione del Simone a Roma, una delle opere più interessanti di Verdi, pervasa da una malinconia di marca tardo romantica e con una scena, quella del Gran Consiglio che è una delle sue più grandi.
Mariotti, che ho sentito ad alti livelli anche con il Peter Grimes, è salito oramai di categoria, ed è uno dei direttori di opera più importanti del giro mondiale. Per un’indisposizione della seconda parte abbiamo avuto la fortuna di avere Salsi come protagonista, straordinaria la russa Motolygina come Amelia e bene anche il tenore americano Ciaramitaro. La regia di Jones ispirata a De Chirico è malinconica il giusto, ma sfugge la logica del secondo atto in una stanzetta buona per un’opera di Janàcek ( che infatti aveva fatto l’ultima volta, mettendo in scena Katia Kabanòva ) .
Il Finale dell’opera in costante anticlimax è molto bello e molto umano.
Adesso sotto con la Rusalka a Napoli, prenotato a pranzo alla Locanda del Gesù Vecchio, perché grande musica e grande cucina vanno bene insieme.
Fino a che esiste il mondo e non lo fanno saltare in aria…
Ma godiamoci anche “Walk with me in Hell” dei Lamb of God, qui nella cover del relativamente giovane gruppo Fit For An Autopsy (fra l’altro visti dal vivo la settimana scorsa allo SWX di Bristol , insieme ai Sylosis, protagonisti di una grande performance). Il riff ostinato iniziale è ormai entrato nella storia del metal, e i cultori della voce apprezzeranno sicuramente la ricchezza espressiva di Joe Badolato.
“Elon Musk critica su X il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che in un’intervista ha affermato che “gli Stati Uniti non possono obbligarci a sederci al tavolo e negoziare, siamo un Paese indipendente”. “Ha un incredibile senso dell’umorismo”, ha commentato Musk condividendo un articolo della Bbc del 2021 in cui Zelensky viene definito il comico che sta conquistando il momento.”
Hahahahahahaaaaaah 🙂 🙂 🙂 ma Sniffolo è veramente un comico NATO… oppure forse ancora non si è accorto che è stato USAto… in ogni caso sta cambiando genere, oramai è pronto per Dead Man Walking …
Cos’è Malandra, solidarietà tra drogati?…
Una lista interessante, non sapevo di tutti. Aggiungerei Friedrich Nietzsche, debitamente oppiato -e più. A mio giudizio un grandissimo, nonostante il disordine antiscientifico del suo pensiero che per me normalmente è repellente.
Considerato che ce l’aveva a morte con l’atteggiamento scientifico ed il positivismo in genere. Ma la sua dimensione è quella mistica.
Aggiungi anche Carl Gustav Jung, Hector Berlioz, Lord Byron, Percy Bisshe Shelley, Franz Liszt Jack Kerouac, Oscar Wilde, Jean Cocteau e Gustave Moreau… ma appunto gente che ambiva uscire dai limiti, non deficienti seriali come il buon Malandra…
Ammazza, qui tutti drogati erano, mi sento inadeguato 🙂 Vabbè, stasera al concerto di metalcore vedrò di frequentare la gente giusta…
Ce ne sono molti di più se è per questo Malandra, ma come in tutte le cose ci sono i drogati intelligenti ed i drogati reietti oltre che utili idioti… va da sé che tu e Z. appartenete alla seconda categoria… tu magari inutile.
P.S. questi due tue? che lingua è?…
Si, Malandra devo ammettere che a livello di droga tu ne sai di più di me… è citare gente illustre per giustificare chi si droga che magari è un pelo fuori luogo… capisco che non ci arrivi, ma insomma…
Si vabbeh… ha parlato Gandhi. 🙂 🙂
Il profilo di chi, Malandra, di Zelensky? … ma quello mica ha bisogno di me per sminuirsi, oramai è la persona più perculata del mondo… definirlo coglione gli fai un complimento, più che altro è un criminale seriale, e Sniffolo è il suo soprannome riconosciuto a livello mondiale… E poi io mica ti volevo paragonare a Gandhi, Malandra, lungi da me fare certi paragoni, al limite a te posso paragonarti a Duffy Duck… ad un cartone animato, più che ad un personaggio storico…
Perché, secondo te Z è uno su cui esercitare la capacità di critica?… da tempo si commenta da solo… ieri ha rifatto fuori i vertici delle forze armate, come se fosse colpa loro… poracci…
Urca, se confermata, che scoppolona ha preso la Harris ….
Scoppolona confermata. Sui motivi della vittoria di Trump ci sono e ci saranno le analisi necessarie, a me vengono due considerazioni a latere:
1-nelle due elezioni che ha vinto Trump ha battuto due donne, che tra l’altro avevano ricevuto valanghe di endorsement da personaggi pubblici di primissimo livello. Verrebbe da dire che forse è ancora presto per una presidente donna, anche se a parte l’elemento genere è vero che gli americani era stufi dei Clintons e la Harris ha avuto solo 100 giorni per correre, dopo essere stata una opaca vice presidente, e quindi forse erano due candidate non perfette. Ma sembrerebbe anche che gli endorsement dei belli ricchi famosi non necessariamente muovono voti (anzi sembrano un abbraccio mortale), forse perchè nella popolazione i brutti modesti sconosciuti sono purtroppo la maggioranza e il livello di immedesimazione (quando ci sono di mezzo salari e immigrazione) è ben minore di quando si va a un concerto o si compra un disco;
2-i sondaggi davano un “testa a testa” che non c’è stato neanche lontanamente, e alcuni opinionisti di vaglia (quelli che ci azzeccano sempre) dicevano Harris. Ho sempre considerato gli Stati Uniti la patria dei sondaggi, forse perchè la considero la patria del marketing che si nutre di opinioni e desideri dei consumatori, eppure questa volta non ci hanno minimamente azzeccato, nonostante non sembra ci siano stati improvvisi colpi di coda e il miglioramento della presa di Trump su tutte le categorie di votanti (uomini, donne, bianchi, neri, ispanici, giovani ecc.) essendo così diffusa non doveva essere difficile da intercettare: forse la speranza in Harris ha accecato un po’ tutti ? o semplicemente era un modo di tenerla a galla ?
Theo, un trader francese che opera negli USA, ha scommesso sulla vittoria di Trump. Ha giocato 30 mln di USD e ne ha ricavati 48, con un guadagno di 18 mln di USD. Non ha vinto solo in generale ma anche puntando sui singoli stati.
Personalmente, come avevo scritto nelle varie rubriche di Repubblica, avevo previsto una vittoria ampia di Trump ma non avevo idea dei risultati nei singoli stati. Era però evidente il gran lavoro degli oligarchi USA, a partire da Musk e Bezos. Avevo anche detto che Trump sarebbe stato un burattino nelle mani di Musk e, a quanto pare, non mi sono sbagliato. Musk ci tiene a tenere Trump sotto lo schiaffo e a realizzare i suoi programmi.
Un suo obiettivo sono i satelliti di comunicazione e difesa e se fa contratti paese per poaese, fa molti contratti e molti guadagni. Se ne fa uno solo per l’Europa, fa un solo contratto con meno costi e minor guadagno. A Musk conviene tirare la Meloni dalla sua parte e cominciare dall’Italia, dove i voti per questa destra sono sicuri. Il suo primo obiettivo è aiutare Meloni nella sua guerra contro i giudici, poi potrà fare tutto ciò che vuole, esattamente come sta facendo negli USA.
Stamattina mi sento un poco emozionato. Erano tre quattro anni che non mi cimentavo nella Security Room. Abbiamo avuto seri problemi in famiglia che, fortunatamente, abbiamo superato. Ora ci stiamo assestando anche se abbiamo ancora da fare.
Non vedo l’ora di rimettermi a raccontare storielle di mare e della mia città.
Buona giornata a tutti.
Gli endorsements sono rilevanti solo se rivolti ad una grossa fetta di persone che non sono già convertite. Ovviamente non il caso dei Swifties & co., ergo questi endorsements non hanno spostato una cippa.
Più interessanti a mio avviso gli endorsements mancati, ad esempio quelli dello Wahington Post (aka Jeff Bezos) e soprattuto del LA times. Quando avevo letto la notizia, mi era sembrata un po’ una campana a morto per Kamala.
Vale più un endorsement di Capitan Futuro – Elon Musk – dei vari Le Bron,Springsteen,Taylor Switf – o come si chiama – innanzitutto avergli messo a disposizione la piattaforma twitter, e sarà probabilmente lui che darà gli ordini,invece del rimbambito con i capelli color caco maturo…io mi sono fatto un bel pò di soldini scommettendo già da un anno fa, quota che variavano da 2/ 2/50, in pratica soldi regalati,l’unico rischio che ho corso è quando a momenti gli facevano la pelle…
Lasciando perdere l’ignoranza dell’America profonda,patrio,dio,fucile,famiglia, quello che fa scompisciare è l’esultanza di certi europei, Italia in primis, con i dazi che Trump metterà alle importazioni, e non ha motivo di non farlo visto che ha vinto dappertutto e finiranno in una bolla di sapone i suoi processi…
Salud
Ciao Bob, non solo non è ancora venuto il tempo per una donna Presidente USA, ma è ancora più lontano il tempo per una donna nera Presidente USA. Poi stupida come Kamala Harris ancora di più… pensa solo a questo fatto, prima di un Presidente nero, c’è stato un Capo di Stato Maggiore della Difesa nero… gli USA sono un paese che dipende dall’apparato industriale/militare e che reagisce a quello che fa questo apparato.
Possiamo anche dire che gli USA, anche se mascherata, hanno un’Economia di Guerra che nasconde per alcuni aspetti e gestisce per altri, il mostruoso debito pubblico che hanno ( circa 30.000 miliardi di Dollari ), e che crescerà ancora.
In poche parole avranno una Presidente donna dopo aver avuto un Capo di Stato Maggiore della Difesa donna … e per questo non c’erano dubbi che avrebbe vinto Trump, avrebbero votato anche Joker se si fosse presentato contro Kamala Harris…
Quanto agli endorsement di Jennifer Lopez & Co, o Lebron James & Co… si, sono dannosi, ma loro vivono in un mondo a parte.
Quanto ai marketing, si… servivano a tenere a galla una speranza che non c’era… il giorno prima su Repubblica, per venire ai nostri giornaletti, si erano sbrigati a dirci che i sondaggisti più reputati davano tutti Kamala davanti… ma sapevano benissimo cosa voleva dire… allo stesso modo per due anni ci hanno detto che l’ucraina avrebbe vinto, o meglio poteva vincere, o meglio che poteva non perdere, o meglio che ci voleva una pace giusta… poi ci diranno che gli ucraini sono stati proprio eroici… non coglioni… eroici…
Grazie, avevo il sospetto ….
… a me pare che siano i consumatori a nutrirsi delle opinioni e dei desideri del Marketing.
🙂 🙂 🙂
Esatto, in quanto Marketing&Comunicazione sono in combutta contro di loro: prima ne carpiscono i desideri, poi glieli infiocchettano sullo scaffale …
Mi scusi se insisto, ma la mia opinione è che i “desideri”, nei consumatori, siano letteralmente indotti dalle strategie di marketing.
I marketing men non hanno bisogno di carpirglieli, glieli devono solo presentare come se fossero sbocciati autonomamente nelle loro teste.
Nel farlo dispiegano l’intero arsenale delle tecniche di suggestione, dalle più sottili alle più grevi e smaccate.
Alla dinamica del tormentone, che ne è l’aspetto più evidente, tocca completare l’opera di persuasione.
Non vorrei sembrale pedante, ma quel che sostengo credo cambi la prospettiva, rispetto a ciò che ho inteso del suo post, ma potrebbe essere che io non ne abbia ben compreso il senso.
Una curiosità: pensi che anche i tuoi desideri siano influenzati dal marketing, o ritieni di esserne immune?
PS Mi scusi se ti do del tu 🙂 , ma questa è la netiquette – prendilo come un rispettoso tu majestatis.
Pur postando molto poco, ho l’impressione che i miei post la infastidiscano.
Se così fosse, dovrebbe essere così gentile da chiarirmene il motivo, perché anche se immagino che sia legittimo, ammetto di non arrivare ad intuirlo.
Il fatto di usare il “lei” nel rivolgermi verso gli altri utenti, non mi pare possa essere considerato un affronto… perlomeno, finora non mi era ancora capitato di ricevere nessun segnale in tal senso.
L’inosservanza della netiquette, mi pare una mancanza molto lieve, rispetto a ciò che si legge qui intorno, credo mi si possa perdonare.
In ogni caso, il diretto interessato non mi è sembrato turbato: ha risposto usando a sua volta la terza persona.
Se invece fosse un problema di contenuti, beh! In tal caso non saprei proprio cosa dirle…
Rispondere alla sua domanda, che si presenta come una curiosità, che nasconde una velata provocazione, comporterebbe per entrambi un impegno di tempo, che non tornerebbe mai più… francamente, dubito che ne valga davvero la pena.
Eventualmente, la lascio volentieri rispondere al posto mio… del resto, a giudicare dal suo tono, mi pare che abbia già deciso cosa dovrei rispondere.
Much ado about nothing…ma chiariamo.
Se così fosse, dovrebbe essere così gentile da chiarirmene il motivo,,,
Figuriamoci se i post di una persona pacata, che ha una padronanza del linguaggio come la tua, e che per giunta esprime in generale opinioni condivisibili (anche se ovviamente non sempre condivise, trattandosi appunto di opinioni) mi infastidiscono. Sulla base delle nostre praticamente nulle interazioni, non capisco davvero come tu abbia potuto ricevere questa impressione. A memoria, ci siamo solo “sfiorati” recentemente su Israele, e mi sembrava che, da prospettive diverse, non percepissimo la situazione in modo cosi difforme. Altre interazioni non ne ricordo, ma forse è la mia memoria che difetta.
Il fatto di usare il “lei” . Questo è un equivoco ancora più banale. La mia non era affatto una critica. Era solo un modo, evidentemente non chiaro -mea culpa- di pregarti di non offenderti se ti davo del tu, e che lo facevo perché questo è come mi viene naturale seguendo la consuetudine, e non come mancanza di rispetto. Nel mio ambiente di lavoro si sta molto, quasi ossessivamente direi, attenti ai pronomi (io ad esempio do del “They” invece di “you” al mio collega trans, alcuni usano il neutro ze/zir invece di he/she/him/her, eccetera). Nessuna critica nei tuoi confronti.
Rispondere alla sua domanda, che si presenta come una curiosità, che nasconde una velata provocazione
Bum. Se anche c’era provocazione, diciamo che era assai bonaria, almeno per i miei standard 🙂 . Il punto poi era generale e non personale. Mi capita di leggere o sentire da altri la tua tesi, o almeno tesi simili: “la gente”, “i consumatori” , “gli elettori”, non hanno vere opinioni e preferenze proprie. Esse sono invece plasmate dagli strateghi della comunicazione. L’aspetto che mi colpisce in questa tesi è il seguente. O chi la sostiene crede di essere una sorta di eccezione; o accetta che anche le proprie opinioni siano essenzialmente eterodirette. Mi sembra problematico difendere ciascuna di queste posizioni. Volevo sapere la tua opinione in merito. Ma in realtà hai ragione tu: troppo complesso, tedioso e time-consuming discuterne qui. Ciao.
Ciao,
il problema è che io non conosco, e non capisco i “codici”.
In campo professionale, li traduce per me la mia assistente.
Nella vita tocca a mia moglie.
Due martiri.
Giuro che è tutto vero, e soprattutto che è molto peggio di quanto tu possa immaginare.
Ti chiedo scusa, mi spiace, non avevo capito.
Malauguratamente, la mia attività sul blog è al di fuori dalla loro giurisdizione.
Buona serata.
Si certo, siamo sommersi di stimoli che ci “ipnotizzano” (si veda ad es. il cartone animato “VIP mio fratello superuomo” di Bruno Bozzetto, che ben rappresenta il “lavaggio del cervello”) e ci portano spesso a consumare di più di quanto vorremmo .
Tuttavia questo assedio nasce anche dalla capacità del marketing di cogliere desideri latenti o addirittura inconsci, e le tecniche non mancano, in modo da indirizzare il fuoco là dove c’è un terreno che può diventare fertile. Altrimenti ogni suggestione creerebbe un desiderio e un successo commerciale, e non è così.
Oltre a ciò c’è anche la sana indagine per selezionare e affinare un prodotto o un claim commerciale, e non è farina del diavolo.
Infine il desiderio di emulazione non è necessariamente lavaggio del cervello ma può essere un comportamento spontaneo: un caso famoso sono le Nike Air Jordan: Nike pensava di venderne migliaia, ne hanno vendute milioni e non perchè ci fosse qualche stregone nel marketing (anzi in quegli anni erano ancora parecchio naif: si veda ad es. la serie “The Last Dance” e il film “Air, la storia del grande salto”), ma perchè la carriera e la fama di Jordan stavano esplodendo e la gente iniziava a amarlo.
Pace.
Un giorno, la Tante Esther, la più bella delle mie zie, per disattivare lo Zio Isacco impegnato in un lungo ed involuto discorso, intervenne dicendogli in tono asciutto: “… Itzi, certe cose a spiegarle, si sciupano… “
L’incipit non si riferisce certo al nostro chiacchierare, ha il solo scopo d’introdurre il ragionamento di séguito.
Quel giorno, cominciai a considerare l’idea che le parole, pur avendo lentamente trasformato il mondo, ne occupano un territorio che non è infinito.
Oltrepassato l’estremo confine, cessano di essere efficaci.
In tal senso, mi sento di aggiungere che il solo luogo in cui ci si sente liberi dai condizionamenti, dalle convenzioni, dalle “moraline” di piccolo cabotaggio e dal peso del Tempo, che ci rincorre, ci sopravanza, ci impegna in una partita a scacchi il cui esito è scontato, è il “sogno”.
Nel sogno gli avvenimenti, svincolati dalla logica e dalla cronologia, si succedono seguendo una loro musica, come la poesia… è il solo luogo in cui può apparire naturale che le ombre disobbediscano alla luce e all’oggetto che le ha generate; (il caso dell’immagine in allegato).
Ecco… a volte, avvertendo il fiato greve dell’onnipresente “algoritmo” sul collo, tendo istintivamente ad inseguire le ombre più furtive, in anarchica fuga dai rumori del mondo.
P.S.
Non ho mai sottovalutato le difficoltà implicite nel “comunicare” un prodotto, un’idea.
Non a caso per puntellare il mio punto di vista ho dovuto ricorrere ad un’immagine del mio archivio.
Rimango però più che diffidente nei confronti di un certo “modo di comunicare”, mi riferisco a quello che dissimula i veri motivi che, “quel modo”, lo innescano.
La comunicazione destinata a vendere saponette la considero innocua… più o meno… ma nel pantano in cui quotidianamente ci troviamo a sguazzare, la comunicazione, in senso lato, recita la parte essenziale nel determinare i movimenti e le opinioni di una larga maggioranza.
Ed è proprio nel frastuono generale, che sibila indisturbata una comunicazione che innocua non lo è affatto.
Per non offendere la sua intelligenza, evito di fare esempi e paragoni fin troppo facili.
Nonostante sia interista, merita il “pregiudizio” d’innocenza… (di più non mi riesce di accordarle; considero l’Interismo Preterintenzionale, un reato gravissimo).
Caro Shnirele, grazie della risposta. Credo che oltre al sogno anche la poesia sia un rifugio, un luogo per fare pulizia, per accedere a un linguaggio universale che va oltre la semplice descrizione del “fatto”. Almeno così alcuni la pensano e, chiunque siano questi qualcuno, sono d’accordo pur non essendo un poeta e anzi rimanendo abbastanza terra-terra nelle mie esperienze, condannato dal segno zodiacale e dall’ascendente cui non si comanda ..
Al di là della pedissequa descrizione dei rapporti azienda-prodotto-consumatore, e al di sopra di questa, sono assolutamente d’accordo sulla pericolosa deriva presa dalla comunicazione e i suoi veri obiettivi e sulle insidie che nasconde, soprattutto il linguaggio universale non è (più se mai lo è stato) quello dei poeti ma ormai dei social media, che drammaticamente affiancano i “comunicatori tradizionali” (cui sopra mi riferivo) nel generare desideri e comportamenti a volte abnormi.
Grazie della fotografia, e ricordo una sua “Pietà” molto bella.
Sogno, di cui poesia e musica sono una coniugazione… nate dall’intuizione e dal presagio… e come diceva il bardo noi siamo fatti dalla stessa sostanza di cui son fatti i sogni…
Grazie Bob, rincuora sapere che ci si può trovare d’accordo su questioni essenziali.
Le auguro un buon fine settimana… anzi, eccellente… mi voglio rovinare.
Bellissimo quel cartone animato, insieme a West and Soda ha nutrito la mia giovinezza… Bruno Bozzetto era un grandissimo ed ha ben analizzato le malattie del consumismo. Che da quel momento sono solo peggiorate…
Caro cugino, che ricordi …. oltre ai successi mondiali della mia Inter di quando ero molto piccolo …
Quelli del Milan mi sa che li ricordi meglio…
Oh sai, la mia memoria breve mi consente di ricordare solo la seconda stella… spiaze
Quando ho letto che Beniamino aveva fatto fuori Gallant ho capito che Trump stava per andare a vincere le elezioni. Non buona notizia per il MO in genere ( e l’Iran ) e meno ancora per il comico fallito che non vedrà più un dollaro e che sta assistendo al crollo delle sue difese. Congratulandosi a denti stretti con il tycoon si è augurato non l’aiuto militare ( che sa che non ci sarà più ) ma una pace “giusta”… ora sarà da capirsi su quel “giusta” ma sicuramente si va verso la pace. Altrettanto sicuramente nel frattempo è stato scaricato da USA e NATO.
E con l’elezione di Trump, il Senato, ed ora tutto il Congresso, ai Repubblicani,posso dire di averci preso su tutta la linea da due anni a questa parte su quello che alla lunga sarebbe successo tra Russia ed Ucraina, e nel quadro strategico globale.
Non che avessi dubbi…
AMEN
Si @MJ, va tutto bene ed mi fa piacere che Ivashov sia libero di dire dalla sua pensione quello che gli pare, il che dimostra che in Russia ci sia un certo dibattito.
Tralasciamo magari l’economia russa al collasso che ognuno qui può dire quello che gli pare, io ad esempio potrei dirti lo stesso di quella USA e non parliamo di quella Europea, oramai non più trainata dalla Germania che da parte sua oramai è al crollo come conseguenza della fine dell’approvvigionamento di gas russo… AFD sta crescendo e tra poco i polacchi avranno un problema alle spalle oltre che uno di fronte… come sempre nella loro storia, ma aiuto elemosinato ai nordcoreani non si può proprio leggere 🙂 🙂 i russi hanno sfondato gli ukro-nazi nel Donbass a sud ed est, oramai prenderanno tutto quello che era nei loro obiettivi e terranno la Crimea ( all’anima dei progressi territoriali insignificanti ). L’aiuto dei coreani è più che altro uno sberleffo all’Occidente, che apre di nuovo il fornte coreano in Asia, una minaccia che gli USA non possono sostenere in questa fase, ed un segnale evidente che la Cina sostiene in modo fattivo la Russia, a meno che qualcuno qui pensi che la Corea del Nord possa fare qualcosa senza il permesso della Cina.
Quanto alla NATO ai confini c’era pure prima, l’importante era non averla in ucraina, per tanti motivi, anche storici… e poi vista l'”efficienza” delle armi NATO io mica lo so quanto stiano tranquille adesso Finlandia e Svezia e non parliamo dei baltici… non mi stupirei nemmeno se tra poco la Polonia facesse rivendicazioni territoriali sul cadavere dell’ucraina, e pure la Romania, con gli USA che trovano un accordo con la Russia e le fanno contente . Va da se che gli interessi di Black Rock ed altri sulla ricostruzione dell’ucraina posono essere trattati anche con la Russia, che potrebbe anche sentirci da quell’orecchio.
Il comico fallito che va in giro per il mondo a provare a vendersi quello che resta del suo paese la dice lunga… Se vince Trump la prima cosa che fa è un accordo con i russi e molla l’Europa, cosa che dico da due anni… se non vince a questo giro scoppia la Guerra Civile, ed avranno altro da fare che sostenere i nazisti ucraini… come la metti la metti la vittima sarà, oltre agli imbecilli ucraini che hanno accettato di andare al macello per gli interessi degli USA ( non dico nemmeno NATO ) sarà l’Europa… anche questo detto due anni fa.
Non era difficile…
Che la NATO non avesse alcuna intenzione di attaccare la Russia non ci sono dubbi e quanto è successo lo dimostra benissimo. Sin dall’inizio tra USA e RUssia (e questo l’ho detto subito) c’era un accordo per evitare il confronto diretto con la Russia. Per questo motivi Putin sapeva che alla lunga avrebbe vinto, e lo sapevano anche gli USA che avevano il “crollo per sanzione” dell’economia russa come obiettivo secondario, anzi non ce l’avevano proprio perché non volevano che la Russia crollasse, al limite che Putin cadesse, per avere un leader più malleabile dall’altra parte ( non capendo che così facendo ne avrebbero avuto solo uno peggiore ) e sensibile agli interessi occidentali in funzione anti-cinese. L’obiettivo primario era indebolire l’Europa e staccare la Germania dall’energia russa.
Quanto a Ivashov è una voce minoritaria, sebbene credibile, ma temo che ormamai conti fino ad un certo punto.
Sulla crescita di Europa ed USA mi sembra di leggere altro direttamente nei giornali occidentali e le vere dimensioni del problema sono tenute riservate, ma in Germania le conoscono benissimo, e non sono contenti. In Francia, e qui parlo a ragion veduta, la situazione non è mai stata così drammatica dalla fine della WWII. La nostra crescita invece è ferma, altro che 1%.
Quanto a quello che vuole Putin, oramai credo che all’Ucraina intera ci arriverà, ma era partito dal Donbass e dalla Crimea, poi magari era da starlo a sentire e fermarlo prima.
Infine non credo che il punto sia che i russi sono a corto d’uomini, più che altro, quelli sono gli ucraini. I russi non hanno mai avuto problemi di uomini, i coreani credo servano a dare un segnale al mondo sul fatto che non sono soli ed esiste un appoggio evidente della Cina, ed altri…
Anche la riunione del BRICS a Kazan ha dato lo stesso messaggio.
Mi sembra sia l’occidente, oramai, a non poter più tenere un atteggiamento aggressivo nei confronti degli “altri”.
Roma, 25 ott 18:05 – (…….) – Martedì 22 ottobre il presidente della Russia, Vladimir Putin, accoglie a Kazan i leader dei Brics. Al vertice prendono parte non solo i rappresentanti dei nuovi Paesi membri (Emirati Arabi Uniti, Iran, Arabia Saudita, Egitto ed Etiopia), ma anche quelli di ben 28 Paesi osservatori, tra cui il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan (la cui partecipazione al summit è offuscata dall’attentato che giovedì 23 ottobre colpisce la sede, nei pressi di Ankara, di un’azienda turca del settore aerospaziale). Particolarmente rilevante è, inoltre, la presenza del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, il quale non solo si reca a Kazan, ma saluta Putin come se questi non fosse sottoposto a mandato d’arresto del Tribunale penale internazionale, che è un’istituzione delle Nazioni Unite. I Paesi rappresentati al vertice valgono più della metà della popolazione mondiale e più della metà del prodotto interno lordo globale. Beninteso, i Brics non sono un’alleanza commerciale, né tantomeno militare, ma il peso demografico ed economico dei Paesi partecipanti – assieme alla presenza di Guterres – fanno sì che Putin possa vantare il fallimento del tentativo occidentale d’isolarlo. In effetti, mentre l’Occidente appare come congelato, in attesa delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, Putin riesce ad apparecchiare un evento significativo, conseguendo un buon risultato d’immagine. Nel frattempo, sul terreno, le truppe russe avanzano nel Donbas in maniera lenta ma sistematica. Afflitte da un’ormai cronica scarsezza di munizionamento e di armamenti, gli ucraini patiscono soprattutto la grave sproporzione nel numero dei combattenti. Non solo la popolazione ucraina è molto inferiore a quella russa, ma renitenza alla leva e diserzioni sono ormai una piaga diffusissima, ed un problema serio per il governo di Kiev. Il risultato è che, per quanto possano resistere validamente, le unità combattenti al fronte non hanno più riserve e, dunque, le linee difensive sono molto assottigliate. I russi approfittano di questa situazione in particolare nella parte nord-occidentale della regione di Donetsk. Qui, dopo aver conquistato la cittadina di Vuhledar, si apprestano ora a prendere le città minerarie di Toretsk, Selydove, Hirnyk e Kurakhivka, i cui agglomerati urbani contavano nel complesso, prima della guerra, circa 140 mila abitanti. Certo, molto dipenderà da chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti, ma al momento chi ha necessità di arrivare ad un cessate il fuoco è Volodymyr Zelensky, più che Putin. Quest’ultimo, anzi, può ora contare sull’accordo con il despota nordcoreano Kim Jong-un, il quale promette di mandargli 12 mila uomini, di cui 1.500 delle forze speciali. Da una parte il presidente russo arruola mercenari e invia in Ucraina truppe straniere, dall’altro organizza una campagna di reclutamento basata sul pagamento di cospicue somme di denaro ai volontari. Anche così, egli riesce ad evitare che la leva di massa possa provocare l’insorgere di una pericolosa opposizione interna.
Ho messo in neretto le parti più significative di questa Agenzia uscita in Italia e di campo occidentale, che ha però il merito di dire le cose come sono…
Io aggiungo che la politica occidentale di provocare tramite la guerra in ucraina un crollo dell’economia russa è fallito, l’economia russa è in salute, e a quanto pare si continua a non comprendere bene che la dimensione dell’economia riflette in modo imperfetto la potenza di un paese. Nonostante alcune debolezze incontestabili tra le quali il fatto di essere a tutt’oggi un’economia estrattiva dipendent dall’esportazione di gas e idrocarburi e di altri minerali (tra cui oro, diamanti e terre rare) la Russia occupa una posizione di primo piano in molti settori strategici, tra cui la produzione di cereali per la quale, tra i pochi effetti positivi del cambiamento climatico, c’è lo spostamento a Nord della linea del frumento che per la Russia vorrà dire centinaia di migliaia di km2 di terre coltivabili in più.
La Russia è e resta una delle tre principali potenze spaziali, posizione che l’Unione Europea, col suo PIL collettivo pari a dieci volte a quello russo, ha tentato di strapparle senza riuscirci: nel 2023 la Russia ha effettuato 19 lanci spaziali rispetto ai 3 dell’intera Europa, che poi dipende solo da Italia e Francia. E’ inoltre una delle realtà di riferimento per le Materie prime strategiche in patria ed in Africa.
La sua produzione di elettricità, infine indicatore molto importante della produzione industriale, colloca la Russia al 4° posto nel mondo, dopo USA, Cina e India: questi ultimi due paesi con una popolazione pari a 10 volte quella russa. E dunque, tendendo conto di questi dati, si è meno sorpresi che la Russia possa produrre da sola più proiettili dell’intero mondo occidentale.
Oltre a questo è fallito pure il tentativo di far passare Putin per un paria a livello globale, visto che la maggiorparte del mondo è dalla sua parte, e l’endorsement di Gutierres non è casuale, visto che lui rappresenta l’ONU. Più che altro si dovrebbe parlare di isolamento del campo occidentale, anche come risultato delle politiche criminali dell’attuale governo di Israele ( che non è Israele ) che stanno alienando altre e restanti simpatie a livello globale.
Nel frattempo in Georgia vincono i filo-russi ed avrebbero vinto anche in Moldova, il giorno prima del referendum il NO all’Europa era al 56%, poi…il miracolo.
Se poi per caso vince Trump… ( che non è detto, e certo per il MO non sarebbe una buona cosa… ma qui stiamo parlando di Russia, e a quel punto i giochi sarebbero chiusi ).
Ciao Leo, questa Russia sembra proprio un paesino attraente!
Io lo dico sempre al mio collega russo che ha preferito studiare a Princeton e rimanere in occidente: “ma come hai fatto a lasciare un paese che produce più proiettili dell’intero occidente? Sei davvero un pazzo!”.
Ciao Scusameri, viverci no, anche perché in media fa freddo, ma sfruculiarli come se fossero una massa di imbecilli nemmeno… fa tanto colonialismo prima maniera, di quelli che UK ed USA non possono più permettersi, soprattutto i nipotini di James Bond… tranne che al cinema, ovvio…
Oramai non succede più quello che questi qui pensano debba succedere, e come ha detto ad inizio di questa vicenda il buon XI Jin Ping : “se metti la campanella al collo dell’orso, poi devi andare a togliergliela… “. Non c’è riuscito CArlo XII, non cè riuscito Napoleone, e nemmeno Hitler, figurati i Clinton e la Nuland.
Lo hanno capito bene gli incursori ucraini a Kursk che ci hanno provato ( al posto degli americani )… o almeno quelli che sono rimasti… a loro avrebbe fatto bene sapere la storia dei proiettili, perché poi è toccato a loro, mica al tuo collega che se ne sta comodo a Princeton, esprimere la loro ostilità verso la Russia a nome del mondo occidentale.
Poi, come sai, il discorso sull’aria serena dell’Ovest è opinabile, io quest’estate ho incontrato al Festival di Aix en Provence un affermato musicologo italiano che se ne sta a Filadelfia e con cui ho fatto amicizia, e lui preferisce Filadeflia all’Italia, tranne raccontarmi cose di come funziona da quelle parti che mi hanno agghiacciato… io, detto tra noi, negli USA non ci vivrei per nessuna ragione al mondo, nemmeno per il doppio di quanto prendo ora.
Ma ognuno ha la sua visione del mondo, e questa è una libertà che ancora rimane.
ciao Leo, scusa il ritardo, ho fatto un bel break per monti (veronesi questa volta).
secondo me tu sei uno juventino di adozione, perché vedi tutto in bianco e nero
🙂 .
la tua logica “binaria” ti spinge ad equiparare a una celebrazione dell’ “aria serena dell’occidente” la semplice constatazione che il governo russo, nel dedicare una parte così ingente delle risorse nel settore bellico impoverisce il proprio grande popolo, che meriterebbe di meglio. era questo il senso della mia battuta.
io non credo affatto che in occidente tiri sia aria serena. anzi a mio avviso sotto certi aspetti la merda ha colpito il ventilatore da parecchio, e non solo negli USA. ma preferendo giudizi più articolati di un semplice pro/contro stile tifoso, distinguo fra utopia, inferno sulla terra, e varie situazioni intermedie più o meno criticabili, sgradevoli, preoccupanti, deprecabili, eccetera.
io e te penso che fondamentalmente la vediamo in maniera più simile di quanto tu creda. non ho mai subito il fascino della sirena americana. fin da ragazzo ho consciamente deciso di non andare a fare il dottorato lì, e successivamente anche se potevo, e potrei tuttora, prendere un lavoro molto meglio remunerato in qualche buona università US (non a princeton ma in una top 20 di sicuro), non ci pensavo e non ci penso nemmeno. e credo di avere uno sguardo fortemente disincantato sulle nefandezze compiute nella storia in nome della “democrazia” e della “libertà” occidentali.
quello che ci divide, e che per inciso non cessa mai di stupirmi in una persona dalla cultura fortemente umanistica come la tua, è quella che io percepisco come una totale cecità per le sfumature e le distinzioni, al punto da farti apparire come un curvaiolo da stadio o un campaigner invece che come un’analista oggettivo della situazione internazionale. posso solo pensare che questo sia il personaggio social che ti sei costruito.
Ciao Scusameri, i break sono sempre una bella cosa… anche io sono tornato da poco ad Istanbul dopo un po’ di giorni a Parigi…
In realtà come te sono convinto che la si veda in maniera più simile di quanto possa sembrare e, detto tra noi, con le analisi oggettive della situazione internazionale ci vado avanti. Con quella di ciò che sarebbe successo in Ucraina ho avuto pure una discreta affermazione. Circa un anno fa ne ho parlato a certi livelli militari e politici in Italia e Francia e non è che fossimo tanto distanti nell’analisi, la vedevano più o meno tutti in quel modo, ossia che la zeppola se l’era beccata l’Europa, e che gli USA avrebbero disimpegnato, che era quello che avevo detto all’inizio se ben ricordi.
Poi ci sono problemi seri di rapporti tra Nord, Ovest ed Est dell’Europa a proposito di aria serena… su cui gli USA soffiano da tempo. E ti dirò che forse con Trump la situazione migliorerà, perché dovremo sul serio fare da soli.
Poi chiaro che al bar sport si fa il bar sport anche quando si parla di politica… io per inciso non ho detto che la Russia sia il paese del bengodi, ho solo detto che se pensiamo che un paese dalla forte tradizione imperialistica del genere faccia il vassallo degli interessi dell’occidente, che poi significa degli anglo-americani e qualche loro ascaro, allora non abbiamo capito niente. E qui di gente che non ci ha capito niente di quello che stava per succedere e dove saremmo andati a finire ( non mi riferisco a te ) ce n’è stata molta. Una visione hollywoodiana e fumettistica della realtà che mi dà abbastanza fastidio.
Poi quanto ad impoverire il proprio popolo direi che negli USA non stanno benissimo ed anche in Europa nei prossimi anni dovremo finire di ringraziare tanto i nostri governanti… e si parla fino al 4% del PIL per spese militari… ma andremo oltre. Io oramai per sviluppare programmi italo-francesi nel settore innovazione deep tech li devo far passare per il settore militare… quindi non starei tanto a fare le pulci ai russi ed a quanto impoveriscono il loro popolo… quelli vengono da settant’anni di comunismo… sono abituati. Da noi sarà più difficile… ed io una mezza idea di quanto si incazzeranno ancora in Francia quando gli spiegheranno meglio come sono messi, per dirne uno, ce l’ho già… una delle poche cose giuste che ha detto Macron negli ultimi anni è stata che la pacchia era finita… pure per lui magari…
Romano Prodi: “L’Ucraina sarebbe dovuta restare uno stato cuscinetto tra Russia e Nato”.
Appunto… per una volta d’accordo con lui. E tra poco per fortuna ci ridiventa pure.
Invece abbiamo finanziato organizzazioni estremiste filo-naziste ucraine, composte da animali, per andare a creare pressione sulla Russia ed uno stato di guerra e sfiducia che creerà un’ipoteca micidiale sulle future generazioni europee, compreso andare a morire ammazzati sul campo di battaglia, oltre i francesi, i polacchi, i baltici, i canadesi i britannici e gli svedesi che lo hanno già fatto, e nemmeno pochi, se non ci si dà un taglio velocissimo.
E tutto per l’interesse di alcune cricche americane guerrafondaie e la storica incompetenza dei Democratici in politica estera, che anche in questo caso hanno passato quattro anni a fare figure di merda in tutto il mondo, dall’Afghanistan, all’ucraina al Medio Oriente, ed hanno isolato il campo occidentale a livello globale.
Ci sarebbe da procedere ad un po’ di fucilazioni per altro tradimento in Europa, ma ci dovremo accontentare della liquidazione della leadership ucraina… almeno quello, e mi sa che se lo faranno pure da soli.
Niente che non fosse ampiamente prevedibile peraltro, tranne che dai soliti imbecilli, nel frattempo per fortuna scomparsi.
Caro gmr61,
La sua domanda ha il pregio di assolvere chiunque voglia provare a risponderle dall’obbligo di regalar certezze.
Detto questo, avendoci vissuto, posso al massimo provare a passarle qualche informazione di prima mano, sul “quotidiano” di un certo tipo di società israeliana, regolarmente assente nei reportage televisivi e nei vari talk show occidentali.
Breve preambolo.
Alla morte di entrambi i miei genitori, avvenuta in rapida e tragica successione, decisi di partire per Israele, per provare a restarci.
A Milano, dove sono nato, mi sono sempre sentito di passaggio.
All’epoca ero ancora un ragazzo incline al sogno e ad ogni genere di attività che fosse totalmente improduttiva, diciamo, ero il classico acchiappa nuvole, in costante competizione con il vento.
Potendo contare su conoscenze ed amici di famiglia, che risiedevano a Gerusalemme, mi ci installai.
Era il 1999.
Un anno dopo scoppiò la Seconda Intifada.
In quel periodo, le giovani coppie in procinto di sposarsi, programmavano di avere tre figli, perché dicevano che le famiglie con un solo figlio, al ristorante, sono tristi a vedersi. Uno, davano per scontato di perderlo.
Le madri di famiglie con le quali ero in contatto, andavano a turno al forno ad acquistare le Challot, (i pani rituali del sabato). Una sola madre ne acquistava per quattro o cinque famiglie. L’applicazione pragmatica del cosiddetto contenimento del “rischio d’impresa”, al sentor di sesamo.
Per garantirmi un’ampia scelta di differenti cucine cui attingere, non certo per eroismo, ero spesso io ad andarci per tutte.
Nei panni della “bella vivandiera” divenni rapidamente popolare, soprattutto fra le madri, le zie e le figlie, che le stesse madri e le stesse zie consideravano in età da marito… fra padri, fratelli, e zii, la mia popolarità era un po’ più tiepida. Sospettavano, a ragione, che dietro il mio aspetto da cucciolone smarrito si celasse un fijo de’ ‘na mignotta…
Questi due emblematici, “tranches de vie israélienne” spero siano sufficienti a traferire, almeno a grandi linee, quale fosse il clima quotidiano nelle famiglie della buona borghesia israeliana.
Purtroppo però, vi erano anche situazioni nelle quali il profumo delle challot declinava nell’acre odore dei bus esplosi.
Ho ancora negli occhi i piccoli gruppi di giovani ultra-ortodossi, addestrati a recuperare i poveri resti degli occupanti dei bus… arrivavano all’improvviso su motorini dotati di “appositi contenitori”.
La macabra pietosa efficienza con la quale operavano ne denunciava la spaventosa dimestichezza.
Un giorno, mi trovavo a Haifa, proprio quando scoppiarono due bus contemporaneamente, un giovane ultra-ortodosso, di quelli di cui sopra, scese dal rottame ed incrociando il mio sguardo, senza smettere di pregare mi mostrò un mignolo appena ritrovato… per qualche lunghissimo secondo rimanemmo entrambi con gli occhi incollati a quel mignolo… una scena surreale… tragica e comica al tempo stesso…
Smisi di fotografare. Riconsegnai il pass e andai a guardare il mare che corre incontro al vento, che son questo le grandi onde di Haifa.
L’apparente distacco con il quale le racconto queste cose, è il riflesso del mio accesso alla percezione della realtà, che in me passa attraverso la lente del grottesco, un filtro che mi permette di decodificarla e al contempo di sopportarne il peso.
A questo punto, credo le sia chiaro un dato: la società israeliana, in tutte le sue espressioni, vive costantemente nel terrore. Il convitato di pietra, seduto nel suo silenzio in salotto, è la morte violenta.
Ed è proprio sull’uso cinico e malvagio del terrore che Netanyahu ha impostato la propria vita politica.
Nei suoi puntuali discorsi rivolti alla nazione, all’assenza di contenuti democratici, fa riscontro un uso quasi ecolàlico del termine “sicurezza”.
Ebbene, nonostante tutto questo sia in essere da decenni, la percentuale di consenso tributato all’attuale governo è intorno al 60%… nonostante gli sia riuscito di liberare solo qualche malconcio ostaggio.
Detto questo, aggiungo che nascere a Gaza rappresenta, in assoluto, la carta peggiore che il destino possa rifilarti… gli israeliani per bene, e ce ne sono, lo sanno bene… non a caso, per mandare all’inferno qualcuno si usa l’espressione: Lech le Haza! Lech! Letteralmente: Vai a Gaza! Vai!
Aggiungo che considero i tentativi di discutere con alcuni coloni le esperienze più avvilenti della mia vita. Lei non può neppure immaginare che razza di letali coglioni siano.
Arrivo al dunque.
Quanto sopra descritto rappresenta solo il mio personale tentativo di rappresentare un malessere, che da quelle parti è talmente radicato, da ridurre a valori prossimi allo zero la possibilità di un’intesa fra le parti.
Entrambi i fronti, hanno storicamente mancato ogni appuntamento con la speranza d’instaurare una qualsiasi forma di rispetto reciproco.
L’elenco dei motivi non è lungo, ma rintracciarne le origini è lavoro di una certa densità.
Non basta certo risalire fino alla Dichiarazione Balfour… è qualcosa che sta molto a monte. Risalendo il tempo si può arrivare a scoprire che sparare sulle ambulanze non è una pratica esclusiva dell’IDF… “non s’incontrano angeli nelle trincee”… (credo di averlo letto in una poesia di Bukowsky).
Sulle questioni di pura “Intelligence” ogni dubbio è lecito, mentre sul piano militare Israele ha mostrato limiti certi nel non aver capito che gli arabi di oggi non sono “quelli del ‘68”…
Israele è sempre stata una sorta di portaerei americana spiaggiata sul litorale sud-orientale del Mediterraneo.
Sta facendo il lavoro sporco per conto degli Stati Uniti che del cambiamento di regime in Iran se ne sono fatti una necessità.
Temo che Israele fra 200 anni non esisterà più. Saremo nuovamente sparati nella Diaspora. La storia ha il vizio di ripetersi… cito un proverbio trasferitomi da mia nonna, che tradotto fa così: “una cosa che succede una volta, può non succedere mai più, la seconda prepara la terza”.
Alla luce di quel che succede “in giro”, appare evidente che sia in corso una vera e propria resa dei conti fra i Grandi Blocchi di Potere. Superfluo citare quali siano.
Per entrambi gli schieramenti si tratta di una lotta che ha per fine la supremazia dei mercati. Urgenza che sta diventando sempre meno procrastinabile da quando anche l’economia cinese comincia a denunciare qualche crepa di troppo.
Tenga comunque conto che per la classe dirigente cinese, il dominio dei mercati, detenuto dagli americani da una settantina d’anni, visto in chiave storica, è il domino di un pomeriggio.
I cinesi, eredi legittimi di una civiltà millenaria, hanno un senso del Tempo molto diverso dal nostro, inoltre, hanno un complesso di superiorità tale che sarà difficile per chiunque costringerli a ridimensionarlo.
Giunti a questo punto, concludo formulando un’ipotesi di natura distopica: forse è arrivato il momento di affidare il governo del mondo alle macchine. Gli uomini, ormai si sa… più di tanto…
I progressi nel campo dell’Intelligenza Artificiale sono ogni giorno più sbalorditivi.
Ci sto lavorando da un po’ e le posso assicurare che quando si potrà contare sulla capacità di calcolo che i computer quantistici potranno garantire, altri limiti salteranno.
Certo, il rischio di cascare in un nuovo incubo è fra le ipotesi possibili… Scopriremmo allora che tra distopico e dispotico a ballare è solo una lettera.
Onestamente, mi riesce impossibile pensare all’avvento di una figura catartica capace di liberare il mondo dal Male… un Nuovo Messia?… un Nuovo Profeta?… una Novella Dea Madre?… Mhmm…
Di sicuro non sarà FonZorro… caro cotifoso…
P.S.
Mi sento di suggerire a chiunque abbia interesse a parlare, in generale, di Israele che saper fare la distinzione fra Ebrei, Israeliani e Sionisti andrebbe assunta come Conditio Sine Qua Non
Quasi mi vergogno a fare un’osservazione e un commento: prendolo come apprezzamenti per quanto ci hai raccontato.
Il tuo PS si applica al nostro contesto, alla nostra società, dove la maggior parte di politicanti e di giornalisti in redazioni cartacee e TV spinge ad ignorare quelle significative differenze, tanto che chiunque esprima critiche a qualsiasi delle 3 componenti viene tacciato di becero antisemitismo, e via andare con la retorica.
Le lettere che ballano sono 2, o no?
In merito al P.S.
Individuare e distinguere le componenti di un determinato problema permetterebbe di comprenderlo.
Ma “comprendere” è espressione del concetto “prendere con sé”… metafora di accogliere…. includere…
Verbi che implicitamente presuppongono la volontà di farsi carico di problemi che non ci riguardano direttamente.
Per contro, “escludere” (chiudere fuori) è attività di gran lunga più facile da praticare, tanto facile da essersi diffusa in tutti gli organi d’informazione, ma non solo in quelli italiani, purtroppo.
Che però ci sia qualcuno che mostri la pazienza necessaria a leggere un lungo post su “questioni lontane”, fa ben sperare.
Grazie.
Le lettere sono le stesse, semplicemente si spostano. Da ragazzino ignorante, leggevo i libri di Urania e credevo che “distopico” fosse un refuso di “dispotico”. I libri non li compravo. Pagavo dieci lire per leggerli in un giorno.
I concetti espressi da Shrinele li farei miei, se solo sapessi scrivere.
Buongiorno Radarista, la tua scrittura è altrettanto chiara, il suo pregio non è solo quello di esprimere posizioni che condividiamo.
Ecco qui un documento riservato che volentieri trasmettiamo al blog : la riunione di Zelensky con i suoi generali per discutere il Piano di Vittoria.
Si tratta però di questioni riservate e vi pregherei la massima riservatezza.
A quanto pare l’operazione di Kursk per gli ukro-nazi è andata come doveva andare : a puttane. Non se ne parla più nei giornali italiani da giorni, ed a quanto pare le truppe in gran parte di élite, sottratte alla difesa del Donbass sono destinate ad essere circondate. Unica soluzione la resa senza condizioni, come i nazisti nel 1945.
A proposito di nazisti e di 1945, la cosa curiosa è che in tutta questa guerra gli ukros hanno fatto gli stessi errori tattici dei loro avi tedeschi, mancando di assicurare alle loro avanzate ed alle loro operazioni i giusti rifornimenti… questione di DNA.
Ora, di fronte ai piani di vittoria che il comico ucraino ha smesso di sbandierare da qualche giorno per eccesso di ridicolo nei confronti dei propri alleati, quantomeno perplessi e oramai convinti che la cocaina avesse finito di fare il proprio lavoro, qualcuno dovrebbe spiegargli che per evitare la resa senza condizioni pure lui, e quindi una figura di merda senza precedenti per la NATO, dovrebbe sbrigarsi ad elaborare qualcosa di serio… o ad accettarlo. Il fronte ad est oramai è crollato e quello a sud sta per seguire… come diceva Hemingway, slowly then suddenly… Come invece avevo detto, più modestamente io, due anni fa, la Russia ogni tanto si sarebbe fermata e chiesto se si voleva un cessate il fuoco, alle proprie condizioni chiaramente… ora dopo l’attacco nel Kursk non lo chiede più, e al prossimo giro arriva al Dniepr… e tra gli ucraini oramai non ce nè più nessuno che accetta di andare a farsi massacrare e la maggiorparte se ne è andata all’estero.
I “ragazzi” hanno fatto la fine che dovevano fare… a proposito c’è ancora la bandiera dall’altra parte del Dnepr a Cherson? La soluzione coreana al momento è la migliore possibile per la NATO, ma potrebbe non bastare alla RUSSIA, la cui economia continua a crescere, alla faccia delle sanzioni occidentali.
Ma come vado dicendo da due anni, la vittima di tutto questo più che l’ucraina di cui tra poco non fregherà più niente a nessuno, e che probabilmente scomparirà dalla carta geografica, in cui non sarebbe mai dovuta nemmeno comparire, sarà soprattutto l’Europa, vittima di una manica di servi incapaci e di inutili burocrati.
Questo tifo da stadio su gente morta ammazzata è ributtante
Qui l’unica cosa di ributtante è stato utilizzare gli ucraini per attaccare i russi invece di farlo direttamente, ed una massa di criminali che hanno mandato il proprio popolo a farsi massacrare per gli interessi dell’occidente.
Poi che tu non capisca il senso del discorso è solo un trascurabile dettaglio…
La prossima settimana cominciano a Roma le rappresentazioni del Peter Grimes di Britten, capolavoro del XX Secolo ed opera più significativa del compositore inglese, sicuramente uno dei più grandi espressi da Albione.
Ispirato dal poema The Borough di Crabbe, una sorta di Spoon River di inzio XIX Secolo, che descrive la difficile vita di un borgo marino inglese sulla costa est ( si tratta di Aldeburgh, città in cui poi Britten andrà a vivere e fonderà un Festival che ancora è attivo ed è uno dei più interessanti della scena europea ), si concentra sulla vicenda del pescatore Peter Grimes, violento ed asociale, inviso alla società del Borough e aiutato solo da una maestrina del paese e da un vecchio capitano in pensione. Il contrasto tra individuo e società, che Britten metterà spesso in scena, si articola attraverso vari aspetti, tra cui quello dell’aspirazione a diventare rispettabile, nonostante le voci sulle strane morti dei suo mozzi che potrebbero nascondere un terribile segreto.
Il Peter Grimes di Britten è più complesso di quello elementare di Crabbe, ma il tema della violenza della società che crea quella dell’individuo è estremamente attuale.
Qui in un’edizione storica del 1969 con Peter Pears che era il compagno di Britten ed il creatore del ruolo. Penso che possa far eprdonare un audio ed un video non perfetti. Enjoy!!
Ciao Leo, l’opinione che hai di Britten è apertamente condivisa da Arvo Pärt, un compositore estone al quale è toccato girare un po’ per l’Europa, prima di trovare il modo di tornare a vivere nella sua Tallin.
Il suo Cantus in memoriam Benjamin Britten lo testimonia.
Una composizione che appartiene a quel genere di musica che a volte ho necessità di ascoltare.
I “silenzi”, previsti peraltro in partitura, alle mie orecchie, ma non solo credo, “risuonano” sacri.
In particolare, il silenzio posto in chiusura, che arriva dopo una lunga sequenza di archi intrecciati, crea un’atmosfera di profondissima attesa, che risolve nell’ultimo rintocco della campana.
Mentre ascolto quel “la”, so che rimarrà il suono più puro dell’intera giornata.
Dal De Profundis, un’altra magnifica composizione di Pärt, emana la stessa atmosfera.
Anche in quel caso, dal silenzio monta in potenza un coro di sole voci maschili su un tappeto sonoro d’organo e percussioni… il silenzio finale è sancito dal risuonare della campana.
La musica di Pärt è fatta, apparentemente, di poche cose, ma possiede una spiritualità che riconcilia con la propria anima, chi l’ascolta.
Mi rendo conto di aver parlato solo di Pärt e non di Britten, ma come avrai senz’altro intuito, il mio apprezzamento verso l’inglese è della stessa natura di quello consacrato da Pärt e da te.
P.S.
Eventualmente, Spiegel im Spiegel… Tabula Rasa… fúr Alina… ecc ecc
Suggerimenti che, se già conoscessi e apprezzassi Pärt, ti suoneranno inutili, così come l’intero il post.
In tal caso, valgano i miei saluti.
Caro Shrinele, i tuoi post non sono mai inutili, anzi li trovo sempre necessari…
Conosco la musica di Part ( scusa ma non so mettere la dieresi sulla a ) e l’ho sempre molto amata.
Sottolinei giustamente la sua spiritualità che è la cifra più evidente, ma noterei anche una certa finezza timbrica, anche nell’uso delle voci e la loro unione con gli strumenti. Conosco bene il Cantus in memoriam, proprio perchè legato ad un musicista che amo molto, ed il De profundis che trovo travolgente, ed anche Tabula Rasa, non gli altri due pezzi per i quali ti ringrazio della segnalazione.
Io delle altre opere di Britten ti segnalo, nel caso non lo conoscessi, ma penso prorpio di si, The Turn of the Screw, che per molti aspetti rimane la sua opera più significativa, e trovo che sia stato un vero miracolo esprimere un testo del genere con tale perfezione e profondità.
Ricambio i saluti e aggiungo un abbraccio…
Questo fine settimana sarò a Napoli al Teatro San Carlo per una strepitosa Elektra di Richard Strauss con un cast di livello mondiale che conferma come Lissner abbia riportato il San Carlo ai massimi livelli mondiali che sono già stati i suoi in passato.
La stagione è magnifica, al livello di quella della Scala, e pure di Parigi Garnier e Bastille e Champs Elysées, tant’é che quest’anno, di stagione invernale seguirò solo Parigi e Napoli.
Peraltro una trasferta musicale a Napoli porta anche delizie gastronomiche in premio e quindi si va sempre volentieri.
Di questa Elektra, oltre alla fantastica soprano norvegese Elisabeth Teige, vista a Bayreuth l’anno scorso, una vera tigre, nel ruolo di Crisotemide, ci sarà da ammmirare la Evelyn Herlitsius che anni fa vidi ad Aix en Provence in un’altra Elektra epocale, quella di Chéreau, ma nel ruolo principale. Qui, passati gli anni, farà Clitennestra. Ma tutto il cast è straordinario, da notare la scenografia ed i costumi di Anselm Kiefer uno dei grandi della scena artistica contemporanea.
Qui per gli amateurs l’Elektra di Claudio Abbado a Vienna, un’altra esecuzione di riferimento cui riuscii ad andare ( ma me ne ricordo una, molto ad effetto nel Teatro greco di Taormina, direzione Sinopoli e regia Pressburger ).
https://www.youtube.com/watch?v=JDBA5r9a1_Y
Bello. Spero che ti sia divertito. Anche io, al pari del mio idolo Glenn Gould, adoro Richard Strauss.
Però il mio prossimo weekend sarà dedicato al lato oscuro della mie passioni musicali, il metal. Domenica sera allo storico Hammersmith Apollo (attualmente chiamato Eventim Apollo) di Londra, con i leggendari In Flames. Probabilmente una delle ultime occasioni per vederli ancora più o meno al pieno delle loro energie.
Per chi non lo sapesse, gli In Flames sono uno dei tre gruppi (insieme a At the Gates e Dark Tranquility) che nei primi anni 90 hanno originato il cosiddetto Gothenburg sound del genere Melodic Death Metal.
La serata, che promette di essere indimenticabile, includerà anche un’altra leggenda del metal svedese, gli Archenemy.
Parlando di tigri musicali, direi che decisamente il termine si addice anche ad Alissa White-Gluz, la cantante degli Archenemy. Le sue transizioni fra stile “gutturale” (growl e scream) e stile “pulito” sono fra le migliori del metal contemporaneo, a mio giudizio.
Si, Grazie tutto ad altissimo livello, compresa l’orchestra e le successive magnate ( Glenn Gould quando diceva quello che diceva su Richard Strauss non scherzava nemmeno un po’, come alcuni pensano… un vero fenomeno della creazione teatrale e della resa sonora… lo stesso Hoffmannstahl non la capiva fino in fondo… ma nonostante il superiority complex dell’esteta austriaco, Richard è stata la sua fortuna). Non ho molti elementi per giudicare quello che mi segnali ma spero che sia andato tutto come nelle aspettative, di sicuro la brava Alyssa sembra adatta anche come Elektra… per il resto il panorama di Napoli da Castel Sant’Elmo è sempre indimenticabile… quasi metafisico.