Addio a Pelé, il Brasile e il calcio in lutto. Dopo Maradona, in due anni, se ne è andato un altro grandissimo: noi che vivemmo in diretta tv la notte della finale di Mexico ’70 ce lo ricordiamo benissimo… Vinse tre volte il campionato del mondo, ha segnato più di mille gol, non venne mai a giocare in Europa. Poverissimo, faceva il lustrascarpe per sopravvivere, divenne ben presto l’icona del Brasile e del football. E’ stato più grande lui o è stato più grande Maradona? Il tempo e l’epoca della comunicazione cambiano la percezione, il Sudamerica allora era molto più lontano e sulla tv a colori Pelé ci arrivò solo nella seconda metà degli anni 70. Maradona e Messi hanno vissuto epoche diverse, chi sia stato il più grande alla fine non è così importante: dobbiamo solo ringraziare di averli potuti vivere entrambi. Ed è stata una gioia infinita.
Addio Pelé, il primo ad averci fatto capire che i brasiliani sostituiscono un nome lungo e complicato con un soprannome più breve, in questo caso Edson Arantes do Nascimento – nome apparentemente aristocratico ma lui era in realtà umilissimo e poverissimo tanto da cercare di portare qualche soldo a casa facendo lo sciuscià, il lustrascarpe – con Pelé. Fu il soprannome datogli da un suo compagno di scuola che lo prendeva un po’ in giro per la sua parlata incerta. Tutto cominciò, ovviamente, con la classica palla di stracci, per finire con l’essere il più grande.
Siamo stati fortunati ad averne visto almeno un pezzetto, poco più che bambini noi, già leggendario lui, icona del calcio e di un paese intero, il Brasile. La terra promessa del futebol, dove tutti i calciatori sono geni, artisti, in ogni caso fenomeni. Lui è stato il più grande, O ReI per antonomasia. Pelé non è stato il giocoliere da circo che tutti di solito identificano nel clichet del calciatore brasiliano. In campo era una furia, un’ira di dio, univa la classe e il genio alla potenza, alla velocità, il suo calcio era meraviglioso ma se dovessi scegliere un solo aggettivo direi “travolgente”.
Avrebbe segnato, Pelé, con il suo Santos e la Nazionale brasiliana senza contare nemmeno il New York Cosmos che venne dopo, ben più di mille gol in carriera. Ma il conteggio dei gol di Pelé resta uno dei più grandi gialli della storia di questo sport. Spesso non esisteva nemmeno un tabellino ufficiale delle partite che giocava, il confine tra gare ufficiali e amichevoli non sempre così chiaro in Brasile, c’è chi ne considera una parte e altre no. Il millesimo gol di Pelé, nel 1969, contato non si sa bene come, fu comunque un evento planetario, festa nazionale in Brasile. Anche se poi ufficialmente gliene furono riconosciuti molti di meno: da un lordo di 1281, tutto compreso, la Fifa ha fatto scendere l’ammontare a 757. Comunque record assoluto.
Dagli anni 50 agli anni 70 un ciclone di vittorie e di gol, la nazionale brasiliana che con lui entra nel mito e diventa la più grande macchina da spettacolo sportivo del pianeta. Pelé è l’unico ad aver vinto tre volte il campionato del mondo (allora Coppa Rimet): il primo in Svezia nel ’58 a soli 17 anni, il secondo in Cile nel ‘62, il terzo a Messico ’70 in finale contro l’Italia, che è la notte che tanti di noi ricordano perfettamente. Pelé svetta su Burgnich e va in cielo a colpire di testa per il primo gol di una partita che di fatto ci umilia. I nostri al ritorno saranno presi a pomodorate.
Il calcio e il Brasile sono oggi in lutto. Ma per noi più gioia che lacrime, più ricordi e sorrisi che tristezza. Siamo stati fortunati ad aver vissuto un’epoca così straordinaria, in cui tre campioni eccezionali si sono dati la mano uno dopo l’altro: Pelé l’ha data a Maradona, Maradona l’ha data a Messi. E noi abbiamo potuto vederli tutti e tre.
Pelé ha vissuto un’epoca in cui la comunicazione era ancora lenta e faticosa. Il Sudamerica allora era molto più lontano di quanto non lo sia oggi. Non venne mai a giocare in Europa se non con il Brasile e sporadicamente col Santos. Quando è arrivato Maradona la velocità di comunicazione era già dieci volte più alta, Maradona ha giocato davanti ai nostri occhi. Pelé ci arriva nella tv a colori solo nella seconda metà degli anni 70, ed è già il Pelé-Buffalo Bill dell’epoca dei Cosmos. Con Messi oggi la velocità di comunicazione è mille volte più alta. Istantanea, in 5G. Chissà, magari il prossimo fenomeno di questa grandezza giocherà nel nostro salotto sotto forma di ologramma e ce lo porterà Zuckerberg con Meta.
L’informazione e la frequentazione cambiano la percezione dei personaggi e soprattutto dei calciatori. I più vecchi pagano sempre uno sovrapprezzo a questa lontananza nel tempo, in parte è giusto e corretto – l’uomo sportivo tende comunque a evolversi e progredire, un 10’’ netti sui 100 metri di quell’epoca oggi è un risultato mediocre e comunissimo – in parte il giudizio è condizionato dalla percezione soggettiva.
Pelé è stato poesia, mito, un personaggio, un’icona tramandataci dal football e perfino dal cinema. La sua rovesciata in “Fuga per la Vittoria” di John Huston metteva i brividi come se fosse una partita vera. Io non credo che Pelé sia stato inferiore a Maradona, anzi. Ha marcato la differenza in campo almeno tanto quanto lui. Certo mentre Maradona è stato un ribelle antisistema, Pelé è stato un conformista e un dio del calcio al servizio del potere terreno. Pelé era un testimonial, quasi un uomo sandwich della Fifa, Maradona ne era un feroce oppositore. Ma questa è una valutazione politica e ideologica, che poco c’entra col pallone e col campo.
Pelé e Maradona. In due anni purtroppo li abbiamo persi entrambi. Pelé ha compiuto il suo ciclo di vita terrena senza shock particolari, entra ufficialmente e serenamente in paradiso camminando sul tappeto rosso – in questo caso direi verde… – delle grandi icone del novecento. A essere onesti la scomparsa di Maradona ha fatto molto più male, non l’abbiamo mai accettata, perché quella è una storia di fatale autodistruzione.
Nessuno stabilirà mai chi è stato il più grande, e francamente non ce ne è nemmeno il bisogno. Ringraziamo però di averli visti entrambi. E’ stata gioia, è stata bellezza, è stata passione. E’ stato il football.
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SINTESI
Addio a Pelé, il Brasile e il calcio in lutto. Dopo Maradona, in due anni, se ne è andato un altro grandissimo: noi che vivemmo in diretta tv la notte della finale di Mexico ’70 ce lo ricordiamo benissimo…
Vinse tre volte il campionato del mondo, ha segnato più di mille gol, non venne mai a giocare in Europa. Poverissimo, faceva il lustrascarpe per sopravvivere, divenne ben presto l’icona del Brasile e del football. E’ stato più grande lui o è stato più grande Maradona? Il tempo e l’epoca della comunicazione cambiano la percezione, il Sudamerica allora era molto più lontano e sulla tv a colori Pelé ci arrivò solo nella seconda metà degli anni 70. Maradona e Messi hanno vissuto epoche diverse, chi sia stato il più grande alla fine non è così importante: dobbiamo solo ringraziare di averli potuti vivere entrambi. Ed è stata una gioia infinita.
Ho fatto in tempo a vederlo in diretta, nei Mondiali del 70, in cui fece cose all’altezza della sua fama, soprattutto nella Semifinale contro l’Uruguay ed in Finale contro di noi quando staccò su Burgnich nemmeno fosse un giocatore di Pallacanestro. Era un grande Brasile in cui lui era la ciliegina sulla torta, e chiaramente me lo sono gustato meglio anni dopo rivedendo quelle partite.
Mesi fa dissi che Elisabetta II era l’ultima grande della terra che era rimasta tra quelli che c’erano quando sono venuto al Mondo… sbagliato c’era rimasto anche Pelé.
Ozioso mettersi a fare ora classifiche, diciamo che tra i centrocampisti avanzati, lui Maradona e Cruyiff sono sono stati i più grandi… ognuno metta chi gli pare al primo posto tra lui e Diego.
RIP O’Rey, adesso state tutti insieme…
C’è pure Berlusconi. ☺️
@EroAdAtene
Ti rispondo qui sul tuo commento riguardo i portieri dei mondiali del 1970 che tu addirittura definisci più scarsi di un medio portiere di serie A dei tempi odierni. Spero vivamente che tu abbia scherzato o che la memoria non ti abbia assistito ma quello che dici è veramente assurdo e ti dimostrerò il perché; l’Uruguay aveva in porta
un certo Mazurkiewicz che viene considerato uno dei più grandi portieri della Storia, l’Inghilterra un certo Gordon Banks, considerato da tutti il miglior portiere inglese di tutti i tempi e secondo nel mondo
solo a Jascin, nella Germania c’era
Sepp Maier, uno dei migliori che
abbia mai visto giocare, l’Italia aveva Enrico Albertosi, anche lui
fortissimo, uno dei migliori portieri italiani di tutti tempi, solo il Brasile
aveva Felix che non era certamente al livello della fortissima squadra brasiliana di quei tempi.
Perfettamente d’accordo con Mastino. Albertosi, ad esempio, contro la Germania fece 3 o 4 vere prodezze, altrimenti addio partita del secolo…
Aggiungo che basta vederlo su youtube per accorgersi che uno come Jascin aveva una tecnica superba e una reattività alla Maignan.
Non sono i pareri, sono i filmati che parlano. Del resto, anche il livello atletico medio dei giocatori era scarso. Lo stesso Zoff era una mezza pippa, prendeva dei goal che sarebbero lo scandalo di un portiere di serie C attualmente. Erano goffi nelle uscite (molto rale), spesso poco reattivi. Era un calcio diverso.
Zoff una mezza pippa? E allora, uno come Donnarumma (per molti il migliore che abbiamo) che è, che roba è?
Che i portieri di oggi siano atleticamente superiori a quelli di ieri è indiscutibile, d’altronde in tutti gli sport (di squadra e non) è così, ma che pure tecnicamente siano più forti è veramente un’eresia.
Donnarumma, ai tempi di Zoff, a malapena avrebbe difeso (per modo di dire) la porta del Foggia, altro che quella della Nazionale, ma per carità!
Da ex portiere con un figlio portiere, ti posso dare ragione solo sulla parte atletica. Per quanto riguarda la tecnica, c’è un abisso. In quanto alle uscite, adesso vedo giganti di due metri (tipo Donnarumma) che non escono su una palla NELL’AREA PICCOLA!!! Il mio allenatore mi avrebbe frustato in spogliatoio 🤦♂️
A parte tutto, la mummia di Pelè la trovo assurda
Ieri ho ammirato un ottimo Lens che ha battuto in casa meritatamente per 3 a 1 la capolista della Ligue One , il Paris Saint German ; ora i punti di distacco dalla vetta della classifica si sono ridotti a quattro per il Lens.
Ho sempre sostenuto che Maignan
è un grandissimo portiere , uno dei più forti in questo momento, forse
addirittura il numero uno al mondo.
L’unico suo problema è l’essere soggetto ad infortuni ma in ogni caso il Milan ha fatto un grandissimo affare a sostituire Donnarumma con questo giovane portiere francese e non solo dal punto di vista economico.
Ieri il primo goal del Lens è stato favorito dalla solita uscita alla pene di segugio di Paperumma che ha smanacciato malamente la palla favorendo la conclusione a botta sicura di un attaccante del Lens ;
più tardi si è ripetuto con le sue solite cappellate con i piedi regalando praticamente con un passaggio sballato la palla ad un giocatore della squadra avversaria che però ha tirato troppo centralmente consentendo al portiere italiano di porre rimedio al suo errore. Nel Lens mi è piaciuto molto il giovanissimo nazionale belga Openda, attaccante veloce e dotato di buona tecnica individuale ; ieri ha segnato un bel goal dopo un’ottima azione personale ed ha confezionato un bell’assist nell’occasione del terzo goal del Lens . Anche sul goal di Openda comunque Dollarumma avrebbe comunque potuto fare meglio, sono convinto che se ci fosse stato
Maignan probabilmente Openda non avrebbe segnato.
Qualche giorno fa ha fatto scalpore il fattaccio accaduto a Ventimiglia, allorché il compagno della nonna di un bambino di 6 anni, per futili motivi lo ha riempito di botte e mandato all’ospedale in gravi condizioni.
Ora sembra fortunatamente fuori pericolo, visto che il bimbo è tifosissimo dell’Inter, devo porte attenzione il bellissimo gesto di Francesco Acerbi, che lo ha invitato a San Siro a conoscere tutti i giocatori.
La cosa non era scontata, stupendo il gesto del centrale nerazzurro.
Salud
Stupendi dal 1908
Quasi mi stupisco che non abbia ipotizzato che il “manesco” possa essere juventino.
😃
Ha detto Mancini che in Qatar avremmo potuto provare a vincere il Mondiale, e ha pienamente ragione: sarebbe bastato arrivarci.
se va a finire come dovrebbe tanti tj del blog dovranno comprare le sciarpe della blasonata Al Nassr.
I giocatori passano, la Juve resta, come al solito
la juve resta e anche moggi ?
Finché qualcuno non compra le sue azioni si. Ti disturba? Comprale tu.
E come anche le altre squadre
Ciao @Furio. Va a finire che la pigli in saccoccia, comme d’habitude.
J’ai confiance en tes bons sentiments.
Au revoir.
Ieri ho risposto all’amico Mordecai che se noi siamo ossessionati dalla Juve, loro sono ossessionati da noi che siamo ossessionati dalla medesima, il commento è sparito, spero non vada in cavalleria pure questo .
Nessuna ossessione, Nicò, è semplicemente vero che della Juve, spesso e volentieri, ne parlano più i tifosi di altre squadre che gli juventini stessi.
Probabilmente hai ragione .
Che scandalo Conte in vacanza a Cortina in un hotel a 5 stelle , è sicuramente preferibile prendere soldi da un dittatore nemico dei diritti umani e delle donne, come fa il principale della scandalizata , non sanno proprio a cosa attaccarsi, io un’idea ce la avrei .
Intanto Antonio Conte si conferma l’unico al mondo capace di farsi strapagare per dire che la sua squadra non vale niente perché non ha top player. È solo una questione di tempo: tic tac tic tac e poi ai primi risultati negativi scatta la storiella del ristorante da 10 euro.
E’ più forte di lui, è cosa risaputa, non credo che chi lo ingaggia possa stupirsi più di tanto se ad un certo punto il mister si … stranisce.
Non mi pare che al Tottenham, tenuto conto del non strascurabile valore dell’organico, abbia fatto poi chissà quanti e quali miracoli.
Beh ed è altrettanto evidente che è più forte di voi juventini essere sempre in prima fila per parlare male di Conte, rispetto a tutti gli altri tifosi.
Conte è bravo, ma anche lui ha evidentemente dei limiti.
Ti pare che al Tottenham stia facendo sfracelli?
Con un organico enormemente inferiore, Ranieri ha sbancato la Premier, quello sì un miracolo.
Non metto in discussione il risultato attuale con il Tottenham, Mordechai non fare finta di non capire, qui più che una questione tecnica è un risentimento tifoso che mantenete o mantengono comunque una gran parte degli juventini dal momento che lasciò la Juventus e per dì più perché è venuto ad allenare l’Inter, facendogli vincere uno scudetto.
Personalmente non ho alcun risentimento, perchè poi?
Conte alla Juve ha fatto innegabilmente un gran lavoro, ma non vorrei rivederlo a Torino manco pittato sulla porta del cesso, rimanga pure dove si trova, sarebbe solo una minestrina riscaldata.
D’altronde, pure ai tempi del rientro di Allegri a Torino ebbi, parafrasando un altro blogger, pessime sensazioni.
O.T. O.T. O.T.
I Casi Nostri – Arriva la Befana
1.) Il Mago
Tempo di Epifania e tempo di Maghi. Il Mago della Lazio, il nostro Luis Alberto, potrebbe saltare anche la prima partita del ritorno in campo della Serie A, pare che tra malanni accusati e trattative di mercato Sarri preferisca schierare al suo posto il suo fido scudiero Vecino, mediano da combattimento per l’ostica trasferta contro il Lecce. Non so dargli torto, il talentuoso spagnolo ha avuto finora un rendimento altalenante in campionato e anche nelle tre amichevoli in Turchia e in Andalusia non è stato continuo ed autorevole come il Comandante si aspettava, l’assenza del Sergente gli lasciava spazio per prendere la guida del gioco della squadra, ma lui non è riuscito a convincere pienamente il Mister. Siamo sempre lì, deve decidere una volta per tutte che Mago vuole essere, il Mago Merlino o il Mago di Arcella, il Mago Silvan o il Mago Forest? A lui la risposta.
2.) I Tre Re Magi
Noi di Mago ce ne abbiamo uno solo, e in questo momento pure un po’ sottotono. Ma chissà che per il 6 gennaio il nostro prestigiatore andaluso non ritrovi voglia ed estro come ai vecchi tempi, anche perché è affiancato in attacco da altri due validi e sapienti “stregoni”, che ricreano in campo il trio dei Re Magi: Sergej, Ciro e Luis Alberto. Il Sergente è Gaspare, che offre alla società l’oro della sua potenziale vendita al miglior offerente, Ciro è Melchiorre, che devoto offre l’incenso della sua sconfinata dedizione alla causa, e il nostro Mago è Baldassarre, che offre ai suoi compagni la mirra, l’unguento miracoloso dei suoi assist al bacio. Speriamo che a Lecce ritrovino tutti e tre la stella cometa, che indichi loro la giusta via per indirizzare i loro preziosi “doni” verso la porta del Falcone, che da buon ex-giallorosso già sente nell’aria profumo di derby.
3.) In Kamenovic
Il povero Dimitri ha salutato mestamente i compagni di squadra e si è avviato alla sua nuova avventura in quel di Praga, dove con la maglia dello Slavia spera di trovare quel posto fisso in squadra che alla Lazio il giudizio negativo di Sarri sulle sue prestazioni gli aveva garantito solo in panchina. In un anno e mezzo il bravo Kamenovic, tra l’altro nazionale serbo under21, ha disputato solo 45’ di gioco nella partita conclusiva dello scorso campionato contro l’Hellas Verona, tra l’altro come stopper, non come terzino sx, che è invece il suo ruolo naturale. Il trasferimento in prestito può far pensare ad un suo possibile rientro alla base a giugno, sono curioso di vedere se lo Slavia lo riscatterà o se invece, alla fine del braccio di ferro tra Sarri da una parte e Tare/Kezman dall’altra, Dimitri diventerà il futuro terzino titolare di fascia sx nella Lazio.
Buongiorno Fabrizio”Napoli, Spalletti scatenato fa il trenino con Belen: che show a Capodanno!Il tecnico azzurro festeggia l’arrivo del 2023: con lui anche la conduttrice argentina”
Ora, lieve come neve e tipo sparaneve, evacuo.
La fregatura per il tecnico però, è che era davanti……😂😂
Evacua , evacua da solo… così non serve che ti ci mando, viste le tue farneticazioni.
Bene, bene, ed ecco che ricomincia il campionato, e a noi ci tocca subito questo Napoli che gioca una meraviglia tra campionato appunto e coppe e che ha a disposizione tutti i suoi giocatori . Per reggere il confronto quindi l’Inter dovrà stare in campo corta e compatta come non ha mai fatto fin’ora .
Ecco a voi lettori del bloog come regalo di Capodanno la classifica effettuata dalla redazione della Gazzetta dello Sport dei dieci migliori calciatori italiani di tutti i tempi :
1) Gianni Rivera
2) Roberto Baggio
3) Giuseppe Meazza
4) Gigi Riva
5) Paolo Maldini
6) Valentino Mazzola
7) Francesco Totti
8) Gianluigi Buffon
9) Silvio Piola
10)Dino Zoff
Evidentemente non sono soltanto
io a ritenere colui al quale Gianni Brera affibbiò il nomignolo di abatino il miglior giocatore italiano
della Storia ed il divin codino in seconda posizione visto che un parere di esperti la pensa esattamente come me per quanto riguarda le prime due posizioni della lista. Premetto che per questioni anagrafiche non posso giudicare Giuseppe Meazza, Valentino Mazzola , Silvio Piola e gli
stessi Boniperti e Bulgarelli che però non ci sono in questa speciale classifica, io un posticino per Mariolino Corso , Gaetano Scirea, Giacinto Facchetti, Marco Tardelli e Roberto Bettega lo troverei e ci sarebbero anche altri grandissimi come Eraldo Pecci, Giancarlo Antognoni, Totonno Juliano, Claudio Sala, Franco Causio, Bruno Conti , Paolo Rossi e Bruno Giordano, magari da mettere dopo i primi dieci e forse anche qualcun altro.
A mio avviso poi Ricky Albertosi era più forte di Dino Zoff.
Allora, cominciamo da chi non può non essere tra i primi 10; in ordine rigorosamente
alfabetico:
Meazza, 2 volte Campione del Mondo, unico Italiano ad esserlo stato, con Ferrari, ma Meazza era il leader indiscusso della squadra, l’altro un ottimo operaio specializzato;
Riva, il più grande attaccante italiano di sempre e probabilmente il più iconico calciatore italiano di sempre, sogno proibito e irrealizzabile di tutte le grandi squadre per scelta di vita;
Rivera, il più intelligente, elegante e tecnicamente dotato regista avanzato della storia del Calcio italiano, protagonista assoluto di almeno tre match entrati nella leggenda: Milan-Benfica finale di Coppa dei Campioni 1963, Milan-Ajax finale di Coppa dei Campioni 1969 e Italia-Germania 1970, primo Pallone d’Oro italiano;
Rossi, forse, dopo la tripletta in Italia-Brasile 1982, addirittura uno dei massimi moderni simboli italiani all’estero di sempre, come la Ferrari, Armani, Gucci, Marconi etc:
Poi diventa una questione di gusti e notizie storiche; per me, con dolorosissime esclusioni, senza oriundi (Schiaffino, Sivori, Altafini, Orsi, Guaita etc.) e sempre in ordine rigorosamente alfabetico:
Baggio, talento eccezionale e unico giocatore italiano riconoscibile come bandiera della Nazionale piuttosto che di un club;
Valentino Mazzola, considerato forse il centrocampista più forte al mondo negli anni ’40 e simbolo di una squadra entrata nella leggenda prima per la sua immedesimazione con l’Italia che si rialzava dopo la guerra, poi per la tragedia di Superga;
Paolo Maldini, probabilmente il più grande difensore italiano di sempre, nella somma tra capacità difensive e offensive, e uno dei due o tre (con Krol e i due Santos, più o meno) laterali difensivi/offensivi di tutta la storia mondiale del Calcio;
Piola, il più prolifico realizzatore italiano di sempre, prototipo dell’attaccante moderno, fatto di tecnica, potenza e acrobazia;
Zoff, il portiere più iconico nella terra dei grandissimi portieri.
A 9 mi fermo, perché tra Baresi, Scirea, Del Piero, Totti, Sandro Mazzola, Buffon, Pirlo, Tardelli, Facchetti, Bruno Conti, etc., etc., non saprei proprio chi aggiungere.
Azzardo anche io una formazione ideale e “funzionale” (4-3-3):
Zoff
Gentile
Maldini
Rosato
Baresi
V. Mazzola
Tardelli
Rivera
Conti
Baggio
Riva
ammetto di aver visto Rivera solo alla fine della carriera, diciamo dopo Mexico ’70, ma mi fido di voi. Certo che se davvero era meglio di robertobaggio doveva proprio essere bravo.
Però non è che gli esperti si sono dimenticati di Sivori? E’ contato tra i Palloni d’oro italiani, quindi dovrebbe essere in classifica con gli italiani. O lo vogliamo lasciare fuori? (ovviamente non conosco bene nemmeno lui, ma mio padre me ne parlava bene)
Ciao Guido,
tuo padre aveva ragione, Omar Sivori è stato un grandissimo, uno dei più forti calciatori della Storia ; l’avvocato Agnelli , grande intenditore di calcio, stravedeva per lui , per questo piccolo fuoriclasse argentino, pensa che era alto 163 centimetri, proprio come Insigne.
A mio avviso, nel palleggio e nel dribbling in velocità, le sue migliori qualità, eccelleva in queste caratteristiche, assomiglia
un po’ a Dybala, ma a differenza di Paulino era dotato di una cattiveria agonistica senza eguali
e di una spiccata personalità.
Anche se ha giocato sia con la Nazionale argentina ,sia con quella italiana è comunque nato in Argentina e quindi non viene inserito nella lista dei migliori giocatori italiani.
Rivera a mio avviso è il più grande giocatore italiano di tutti
tempi, a livello tecnico e come intelligenza calcistica è superiore a
tutti gli altri italiani ma comunque
occupava in campo una posizione più arretrata rispetto al
Divin Codino.
Io Sivori non lo ricordo- credo neanche te che hai qualche anno in meno del sottoscritto – ma ha inciso poco e niente in nazionale, forse giocò in Cile e fu una spedizione negativa,altri tempi ma ci fu sicuramente di meglio..
Abbozzo una,formazione alla star…
Zoff
Gentile
Maldini
Gattuso
Cannavaro
Baresi
Mazzola
Tardelli
Rossi
Rivera
Riva
Salud
Ciao Andrea, sempre provando a farla funzionale io direi:
Buffon (Zoff)
Gentile (Bergomi)
Maldini (Cabrini)
Tardelli (Pirlo)
Cannavaro (Rosato)
Baresi (Scirea)
Bruno Conti (Causio)
Mazzola (Benetti)
Vieri (Paolo Rossi)
Rivera (Baggio)
Riva (Bettega)
Così mi sa che gira meglio…
Approvo in pieno Cannavaro al centro della difesa (mi stupisce come sia stato trascurato in questa discussione).
Però su Gattuso ha ragione Claudio, eh, non c’azzecca proprio. Perfino Furino per me era superiore. Altrettanta grinta e fisico ma sapeva anche giocare a calcio.
Tu hai fatto una formazione da “allenatore”, che tiene conto che le squadre non possono essere composte solo dai grandi campioni e c’è sempre bisogno di un “duro”. Ma Baresi già basta e avanza per questa funzione, e ha tolto dolorosamente il posto a Scirea. Invece di Gattuso, perché non un bel mediano box-to box come De Rossi?
Secondo me te e Claudio sottovalutate la importanza di Gattuso, certamente piedi non edulcorati ma di grande importanza nei successi di Milan e nazionale di quei anni, De Rossi forse con piedi migliori ma bisogna anche valutare ciò che ha dato alla nazionale, assieme a Totti molto poco in relazione alla doti che avevano.
Piuttosto ho notato che tutti abbiamo sottovalutato Pirlo, l’unico sostituto di Rivera, correva anche il doppio.
Salud.
Credi male Andrea, io Sivori me lo ricordo ed era molto forte, mi ricordo anche un po’ di Jair, ala destra brasiliana velocissima che ha giocato nell’Inter.
Per quanto riguarda la formazione italiana che hai fatto non hai messo Facchetti , Scirea e Bettega
ed hai messo invece Gattuso che
c’entra come i cavoli a merenda con i più grandi giocatori italiani
della Storia ; dai Gattuso nun se po’ proprio vede’ tra i migliori, hai
toppato in pieno.
Gattuso l’ho messo per te, senza Tardelli e Gattuso non potevo mettere Rivera – e ti saresti offeso🙂 – come certamente saprai a centrocampo assieme a lui c’erano due interditori come Lodetti e Trapattoni che a forza di correre per l’abatino hanno perso i capelli a 20 anni😀.
È chiaro che una formazione deve essere anche funzionale, non.mettere i giocatori a casaccio…se mettevo Bettega non mettevo Riva, se mettevo Scirea non mettevo Baresi, se mettevo Giacinto non mette Maldini.
SALUD
Facchetti e Scirea erano superiori a Maldini e Baresi, anche Bettega era più completo di Riva e per quanto riguarda Rivera so benissimo che ha fatto scoppiare coloro che correvano per lui, i vari Trapattoni, Lodetti e Benetti ma mettere Gattuso è assurdo ; come dice giustamente
@scusameri Beppe Furino aveva la stessa grinta e la stessa cattiveria agonistica del mediano
calabrese ma almeno sapeva giocare a pallone . Gattuso era inguardabile tecnicamente, in serie D ci sono e ci sono stati diversi giocatori di gran lunga superiori a livello tecnico.
Massimo rispetto per Giacinto Facchetti, ma Paolo Maldini letteralmente lo surclassava.
Opinioni, tutti grandissimi campioni, ma per me erano più forti gli altri tre..
Salud.
Caro Claudio, come tutte le classifiche di questo tipo, anche questa è totalmente priva di senso.
Avrebbe forse più senso stilare una classifica dei migliori per ruolo, così figurerebbero anche i portieri e i difensori e meno attaccanti, trequartisti e punte a gogò.
Comunque per me Zoff è superiore a Buffon e Albertosi, tra i liberi Baresi se la batteva con Scirea, Picchi e Wilson, tra i terzini Paolino era inferiore a Facchetti e forse anche a Cabrini, come stopper i vari Chiellini, Vierchowod, Costacurta e Nesta se la battono con i Losi e gli Janich, a centrocampo i Tardelli e i Capello, i Pirlo e i Bulgarelli si confrontano con trequartisti come Corso, Rivera, De Sisti e Claudio Sala, un posto d’onore anche per Roberto Baggio, Sandrino Mazzola e Francesco Totti nel ruolo anomalo di mezzapunta, all’ala Bruno Conti con Bruno Mora e il vecchio Carapellese, e davanti Paolo Rossi, Bettega, Vialli e Pippo Inzaghi. Beh, anche Rombo di Tuono merita la citazione. Non si offendano gli esclusi….
Sul portiere siamo di opinioni diverse, per quanto riguarda il libero per me Scirea e Wilson erano superiori a Franco Baresi, soprattutto a livello tecnico, Picchi non lo ricordo, sui terzini sinistri siamo d’accordo, Facchetti e Cabrini erano entrambi superiori a Paolo Maldini, direi Gentile come terzino destro,
sugli stopper direi Rosato
Vierchowod e Nesta, come trequartisti direi Rivera e poi Corso, anche Antognoni era forte,
Capello era bravo tecnicamente ma nettamente inferiore a Mariolino ed a Gianni, così come Picchio De Sisti, più bravo in copertura ma tecnicamente inferiore a tutti gli altri trequartisti citati, Claudio Sala era un’ala destra come Causio e Bruno Conti , tutti e tre fortissimi , in seguito
abbiamo avuto Donadoni come
ala destra, anche lui niente male,
Tardelli era una mezzala, iniziò mi sembra la carriera da terzino, ed abbinava una grande qualità ad una grande quantità nelle giocate, agonisticamente fortissimo, come ali sinistre direi
Gigi Riva e Paolino Pulici ma per me il più completo era Roberto Bettega, come seconda punta direi Roberto Baggio e poi er pupone, come centravanti arretrato direi Sandrino Mazzola,
come centravanti Long John , Paolo Rossi , Bruno Giordano e Boninsegna, al limite metterei anche Vialli e Mancini come seconda punta ma Pippo Inzaghi
dai , nun se po’ senti’ .
Se si buttano dentro Chiellini, Vierchwood etc. non si può non menzionare Cannavaro. Avere il picco della performance in carriera al campionato del mondo poi non guasta 🙂 . In quella semifinale fu ingiocabile.
Totti e non Paolo Rossi è una bestemmia.
Non si può neanche vedere Paolo Rossi non in classifica.
Salud.
Una classifica stilata da incompetenti a mio avviso, Totti al posto di Sandro Mazzola – più o meno lo stesso ruolo – fa ridere i polli, Sandrino con tre reti credo sia l’italiano con più gol in finali di Coppa Campioni, poi, non è possibile mettere un solo difensore,ruolo determinante in tutti i successi azzurri,quindi oltre a Maldini, un posto per Facchetti,Baresi,Scirea, o Cabrini bisogna trovarlo….anche Tardelli merita un posto nei 10 a mio avviso, assurdo mettere giocatori anteguerra che nessuno ha visto giocare.
Salud.
A mio modesto parere, non comprendere in questo lungo elenco Franco Baresi, tra i migliori difensori di ogni tempo, non solo italiani, è quantomeno opinabile, per usare un eufemismo…
Certamente Franco Baresi, Antonio Cabrini e tra gli attaccanti Sandrino Mazzola e Roberto Boninsegna andrebbero citati ma comunque l’ex libero milanista ha già ricevuto un encomio da parte del comando dei vigili urbani per la tempestività con cui spesso e volentieri alzava il braccio per segnalare un eventuale fuorigioco, gli hanno proposto anche una volta appese le scarpe al chiodo di entrare nel corpo dei vigili come ufficiale ma lui ha rifiutato essendo troppo attaccato ai colori rossoneri.
Difficile stilare queste classifiche. Hanno giocato, Baggio e Rivera per esempio, in epoche profondamente diverse e con un calcio che ogginon sarebbe più proponibile.
Rivera non so, ma Baggio pure oggi farebbe la sua porca figura.
Claudio, tutto è sindacabile, ma che Albertosi fosse più forte di Zoff non si può leggere, dai.
Zoff è stato insuperabile, credo sia stato il portiere più efficace di tutti i tempi
Pelé come Michelangelo, Cruijff come Leonardo, Di Stefano come Raffaello, Maradona come Caravaggio. E poi tutti gli altri. RIP. Oggi dei vivi non si parla.
…Buon anno a tutti!
…onore ed applausi a Pelè…ora siederà alla destra di D10S.
Buon 2023.
Io inizierei con l’appello dei presenti che per i necrologi c’è tempo……
Fratelli possa lo novello anno recare a noi tutti medesimi , salute et prosperitate e altresì niuna pena e travaglio .
Buon Anno Nuovo, Bocca e Buon Anno Nuovo a tutti!
Auguri
scusate ma il McAllister che sta comprando la juve è lo stesso del film Mamma ho perso l’aereo ?
Quello era Macaulay Culkin
Buongiorno Fabrizio
“Zaniolo va a mille: il futuro è adessoL’attaccante cerca la definitiva consacrazione mentre la Roma vuole aspettare per offrirgli il rinnovo”.
Fiuuuuhhh!! Fabrizio. Grazie al cielo! Mi sono tolto un peso. Comunque va bene anche a 999 in subordine pure 990. Vabbè! anche 900. Dai!
Purtroppo per Zaniolo mi sa che il viale del tramonto è già iniziato. Troppo gravi gli infortuni ai ginocchi. Quando è capitato a Del Piero e Marchisio, si è vista la differenza prima e dopo
Buongiorno Fabrizio
“Morto il Papa emerito Benedetto XVI, aveva 95 anni. Mattarella: “Figura indimenticabile, l’Italia in lutto”. E non si può nemmeno dire morto un papa si fa un papa e un cardinale. Ora, pronti, via! In realtà è stato fatto fuori. A Ratzinger gliene hanno fatto passare di tutti i colori come se prima di lui e dopo di lui le faccende nella chiesa erano e sono migliori. La trascendenza come soldi in banca. E una serie all’infinito di btp “Ave Maria”. A proposito: Ronaldo che piange al suono dell’inno, piange perché eliminato e rava e fava. Non è umano. Cosa piange? Contratto da 200 mln annui e 500 mln forfettari come ambasciatore dello sport. Se va bene, quando piange, piange fondi immobiliari. Si, paga meno lui di “imu” che un cristo in croce con la sua seconda casa abitata dal figlio. Niente epigrafo per piacere. E’ così che si ricorda Pelè. Maradona almeno lo ha dichiarato. Non sono l’esempio per nessuno. A mala pena per la mia famiglia. Pelè invece buono per tutte le stagioni. Mio padre mi ha insegnato il rispetto per l’avversario. Quanti tunnel hai fatto che non servivano? 100-1000-10000? Non hai incontrato mai un Baschirotto: al secondo tunnel gratuito, stok! Tibia rotta. E ti sta bene. A proposito di epigrafi: pronto con lo slaccio della corrente elettrica nei minuti del discorso a reti unificate del Presidente. Ora andiamo con quelli di cui non frega un cazzo a nessuno. Febbraio 2019: Giuseppe Butera, 62 anni, di Chivasso (Torino) – Giuseppe Rubino, 59, di Caluso (Torino) – Un operaio, Nicola Vitto, di 48 anni, è morto a Carini (Pa) – Francesco Paolo Agrusa, di 26 anni – Valeriu Ciochinica, 43 anni – Antonio Salvatore, operaio di 45 anni – Gabriele Donetti, 55 anni – Danilo Gallinella, 60 anni – Un operaio edile, Giuseppe Ciziceno, 54 anni – Emanuele Pellegrino, 19 anni – Un pastore romeno di 43 anni, Mihai Vasile – Massimo Abbafati, operaio di 38 anni – Carlo Bertani – Un imprenditore edile di 59 anni, Ultimino Fraticelli – Massimiliano Visintin, operaio di 52 anni – Marian Robert Nacsu, operaio di 22 anni – Mario Antonio Salerno, operaio di 48 anni – Giacomo Gallo, operaio di 56 anni – Ciro Paudice, operaio di 61 anni – Enrico Moi – Roberto Pulli, operaio di 56 anni. Continua.
Se è per questo, se viene la cacarella a uno dei pupi di casa Windsor ne parlano pure giornali e TV nepalesi e guatemalteche, se invece viene al nipotino del benzinaio sotto casa, la “cosa” rimane in famiglia, quale è la novità?
Stasera RAI 1 sembrava TeleVaticano…
Solo stasera ? .
Purtroppo hai ragione, ma anche la mattina stessa solfa. Vorrei ricordargli che il pianeta continua a girare, e al poveraccio che muore di fame in qualche sperduto paese, non frega niente di un ricco prelato morto…
Discreta caduta di stile dei media argentini, che rendono omaggio al terzo giocatore più forte della storia, non solo non sanno perdere, ma a quanto pare neppure vincere, ma si era già notato. (tra parentesi 3 mondiali: uno comperato, uno con un gol di mano ed il terzo con un rigore a partita)
niente di nuovo Dab, irregolarità arbitrali e cadute di stile in occasione di sonore sconfitte, più o meno come la juve in Italia
Quindi, un Mondiale vinto grazie a UN gol irregolare in una partita vinta comunque 2-0
Un Mondiale vinto dominando quarti, semifinale e finale e nonostante DUE rigori contro in finale.
Sei interessante…
Veramente se ti riferisci alla partita con l’Inghilterra , l’hanno vinta di misura 2-1 .
Cambia qualcosa? Quel mondiale non l’hanno meritato? E l’ultimo nemmeno? Dai, se non fosse stato per Scaloni e le sue genialate l’Argentina avrebbe dominato quarti, semifinale e finale
2-0?
Mi piaci un mucchio. Grazie. Ciao
Con una guerra in corso e il mio Paese nelle mani dei nazisti dell’Illinois spesso il mio umore non è dei migliori, ma poi girando per il web mi capita una battuta favolosa, e la riporto.
Sembra che fra i grafomani che hanno commentato la scomparsa di Pelé alcuni poco pratici di calcio lo abbiano confuso con Pelle’, e qui è comparso il commento di un anonimo genio: “Insegna agli angeli a tirare i rigori col cucchiaio!”.
Buon anno a tutti noi.
Il Blooog! é spompato. 76 commenti per ricordare Pelé paiono un pò pochi.
O no?
Buon anno, se possibile, a tutti.
O forse conta il fatyo che è un mito lontano, sfumato? Grande giocatore, ma un paese in condizioni disastrose come il Brasile, che fa tre giorni di lutto per un vecchio campione, non depone molto a favore di quel popolo.
Vale simmetricamente per l’Argentina che ha fatto tre giorni di festeggiamenti, ma che vuoi che conti la perenne crisi economica, in confronto al titolo di campioni del mondo ? quanto a noi almeno fino a tutto il giorno del funerale la prima o seconda notizia sarà la morte del Papa emerito, non oso immaginare cosa succederà quando tra cento anni ci lascerà Papa Bergoglio .
Assolutamente
Il fatto è che quando “manca” la Juve, mancano gli argomenti, il tutto si sgonfia come un souffle bucato.
Della Juve i non juventini non potrebbero fare a meno, dai retta a me.
Buon anno!
Della Juve non si butta via niente.
Come per il maiale insomma? 😄
Pesantuccia, ma buona. 😃
Strano però che molti che di dichiarano di ” sinistra” su questo blog ( la quasi totalità)fanno il tifo per la squadra del
padrone ( quello delle auto..) cattivella ma vera.
Comunque auguri anche a te
…beh…se non ricordo male persino bertinotti tifava juve!!!
E sì Monica, ha ragione Pirogov.
Bertinotti è milanista sfegatato
Difficile darti torto Carlo III, gli Agnelli sono stati l’emblema del capitalismo, soprattutto nel 20esimo secolo.
Salud.
I Moratti, invece, l’emblema del capitalismo petroliere/ecologista.
Forza compagni napoletani! Avanti compagno DeLaurentis!!!! Lotta dura del proletariato contro lo sfruttamento dei padroni!
Me lo vedo Dela con il fazzoletto rosso al collo e il pugno chiuso 🤣
Perchè, le altre squadre (compresa la tua) appartengono forse a cooperative, onlus o centri per anziani? Daglie che da questo punto di vista il più pulito c’ha la rogna.
Auguroni anche a te, gozzovigliato a sufficienza?
🙂
Mmmm ! Non è la stessa cosa. Non si possono paragonare nella maniera più
assoluta le proprietà calciatiche delle squadre del centro- sud con quelle del triangolo economico del nord, e tu lo sai.
Quando ci sono situazioni di equilibro
La storia prende sempre la stessa direzione. E questo non riguarda solo la juve. I nostri vecchi ricordano un Inter-Napoli 2-1 valevole per li scudetto del 70-71 che gronda ancora sangue ( https://napoli.repubblica.it/sport/2011/03/31/news/le_confessioni_di_capitan_mazzola_quel_blitz_dall_arbitro_nel_match_col_napoli-14344373/ )
Grazie, abbiano mangiato e fatto le solite cose di sempre. Solo con un pò di malinconia in più per le persone care
che si perdono lungo il nostro percorso di vita.
Bah…a parte (forse) la Lazio, a me pare che il Napoli, la Roma e pure la stessa Fiorentina siano nelle mani di feroci e/o voraci proprietari, non meno delle potenti corazzate de nord …
Eggiá, tutti gli altri invece cooperative sportive del proletariato in lotta.
Ah, De Laurentis è stato membro della giunta di Confindustria ma tu fa’ pure finta di nulla.
Leggo su Repubblica online che Cristiano Ronaldo va in Arabia dove guadagnerà un miliardo di Euro fino al 2030, con un contratto da calciatore prima e da “ ambasciatore” poi.
E cu’ ‘na bbona salute, si dice dalle mie parti.
A quei livelli di ricchezza smodata, non è una cifra eccessiva, semmai è triste per 7n giocatore con quella storia, finire a fare il pagliaccio di una dittatura medioevale
Che commentino delicato… proprio un blog di sportivi questo
Nell’immaginario collettivo Pelè è ricordato per la celeberrima finale dell’Azteca,come giocatore si era visto pochissimo, anche perché non giocava in Europa ed il calcio si vedeva a contagocce,non assillante come adesso, dove hanno valenza perfino le amichevoli – a proposito il Milan ne prende tre col Psv 😀 – .
È stata la finale più famosa di tutti i tempi a mio parere, con la più grande Italia di sempre, una vittoria all’Europa seguita da una finale al mondiale.
Era battibile quel Brasile senza la famosa semifinale con la Germania? Forse si, ma cosa ci saremmo persi, mi ricordo che fino al gol di Gerson o Tostao – non andando su wiki non ricordo bene – eravamo in partita ed si era attorno al ventesimo della ripresa, nel primo tempo li prendemmo a pallate, Bonimba e Riva avranno tirato in porta dieci volte, e dopo il famoso gol di Pelè dominammo, i centrali, o meglio, lo stopper ed il libero, Brito e Piazza non videro palla, anche perché erano scarsissimi.
L’Italia non recuperò la mezz’ora in più- oltre allo stress – anche perché le medicine aiutavano poco, i giocatori allora andavano a pane ed acqua, magari alcuni esageravano in ☕caffè,ma non era un fattore.
Salud.
Watters, permetta una parola. Non conosco la sua età, non credo sia un ragazzino, e personalmente sono abbastanza vecchio da ricordare perfettamente la finale Italia-Brasile del 1970, che ho segioto in diretta TV, in bianco e nero, a notte inoltrata. Non posso che concordare assolutamente con chi ritiene (a differenza di lei, credo) che il Brasile di quella partita sia stata la migliore squadra di sempre. Il quarto goal segnato nel secondo tempo da Carlos Alberto su passaggio ad occhi bendati di Pelè (il primo tempo era terminato 1-1, incredibile…) è la più bella azione corale, di squadra, mai vista in una finale del Mondiali (consiglio a chi è più giovane di andare a rivederla). L’autore del passaggio imn questione aveva, peraltro, portato in vantaggio il Brasile con uno stacco di testa che aveva lasciato di sasso il rocciosissimo Burnich ed il fortissimo Albertosi. Mi scusi, ma lei la partita l’ha vista o gliel’hanno raccontata? I difensori brasiliani non videro palla? Guardi che Facchetti buonanima (uno dei migliori difensori di sempre di Inter ed Italia, come il collega Burnich), se
fosse vivo, starebbe ancora cercando dove sia scomparso Jairzinho, dopo averlo rincorso (vanamente) per tutta quella partita.
Che la colpa del non grandissimo spettacolo (in generale) dell’ultimo Mondiale possa essere dell’attuale vorticoso giro di soldi o della sentenza Bosman, come diversi critici calcistici di consolidata fama continuano ad affermare, non sta nè in cielo nè in terra. Lo spettacolo lo fanno i fuoriclasse, i grandi giocatori, come abbiamo avuto modo di constatare, credo non errando, gustandoci la finale segnata indelebilmente da Mbappè e Messi.. Paragonare, come qualcuno ha fatto quest’anno, anche in questo blog, l’attuale quintetto brasiliano d’attacco Neymar, Vinicius, Richarlison, Paquetà, Raphinha con il quintetto Pelè, Gerson Tostao, Rivelino, Jairzinho è, mi si perdoni il termine, una bestemmia calcistica. Chi ha avuto la fortuna di vedere quei giocatori “esibirsi”, sempre, ad altissimi livelli, non li ha certo dimenticati. Un’ultima su Pelè, che non esito a definire un giocatore stellare, nonostante il mio sentimento vada a Maradona. In una famosa intervista, alla domanda di quale fosse stato il goal più bello da lui realizzato, Pelè rispose con molta umiltà, a me pare, che si trattava di un goal non realizzato, bensì mancato letteralmente di un alito, neppure di un soffio. Continuò dicendo che Dio (nel quale evidentemente credeva) gli aveva dato già fatto così tanti doni che chiedergli pure che quel pallone entrasse in porta era evidentemente troppo.
Secondo me, rivedendo i filmati dei goal, i meno preparati, fisicamente e tecnicamente, erano i portieri. Mti dei goal di Pelé e di altri oggi sarebbeto stati ampiamente controllati e parati da un medio portiere di A. Sarebbe stato interessante capire bene il valore del giocatore in un campionato europeo, dove, ai tempi, circolavano dei fabbriferrai mica da poco…
Non è difficile, basta vedere come ha giocato il Brasile ai mondiali contro squadre europee (5 alla Svezia, 4 all’Italia, 3 all’Ungheria e via di seguito), e quanti ne ha fatti Pelè
Neanche io ricordo questo dominio dell’italia nel primo tempo, ma potrei ricordare male.
Per chi vuole verificare, c’è il video integrale della partita su youtube.
L’arbitro fece un bel favore all’italia fischiando la fine del primo tempo (forse un po’ in anticipo) con Pelè solo davanti al portiere, Pelé segnò il 2-1 a gioco fermo (potete vedere nel filmato proprio al 45:00). Brera scrisse che l’allora presidente della FIGC Artemio Franchi riuscì a farci avere arbitraggi amichevoli.
Buon anno a tutti.
Ma come, non s’era detto che le finali perse non contano?
” fu lui a portare l’Italia, che alla fine vinse per 4 a 1, in semifinale”.
Ciao Andrea,
il Brasile del 1970 era battibile ma Valcareggi ci mise del suo per farci
perdere la finale, fu alquanto ridicola la sua decisione di far entrare Rivera a 6 minuti dalla fine
quando ormai la partita era praticamente chiusa, il Brasile stava vincendo per 4 a 1. Gianni Rivera è stato il più grande giocatore italiano e quell’anno
avevamo una squadra fortissima, una grandissima nazionale.
Valcareggi preferiva mettere De Sisti al posto di Rivera perché gli garantiva maggior copertura, correva e contrastava di più di Gianni ma Picchio era decisamente inferiore a livello tecnico e di fantasia. Mi ricordo benissimo i quarti di finale con i padroni di casa
messicani, ho visto e rivisto in seguito quella partita diverse volte,
match che nel primo tempo si concluse in parità con il punteggio di 1 a 1 , risultato giusto visto le difficoltà che stavamo incontrando
con i coriacei messicani, sospinti
anche dal pubblico di casa ; nel secondo tempo però con l’ingresso
di Gianni la partita cambiò radicalmente e fu lui il protagonista, con un goal e due assist sospinse praticamente l’Italia
in semifinale che vinse per 4 a 1.
Anche in semifinale con i tedeschi
segnò il goal decisivo del 4 a 3 nei
tempi supplementari, fu lui a portare l’Italia in finale e Ferruccio Valcareggi tanto per ringraziarlo ebbe la fulminante idea di farlo entrare con il Brasile a 6 minuti dalla fine a partita ormai compromessa. Lo stesso Pelè quando seppe negli spogliatoi, prima dell’inizio della finale che Rivera non sarebbe partito titolare fu contento perché temeva la bravura del più grande giocatore italiano della Storia.
Tanti auguri a te e famiglia di un felice 2023.
@Claudio Mastino
Forse Brasile battibile no, ma hai perfettamente ragione, Valcareggi ci mise del suo, nella sconfitta.
Mazzola e Rivera fifty-fifty ci poteva stare, con Picchio a dare equilibrio, ma 84 a 6 minuti fu un errore inspiegabile: Rivera era effettivamente il terzo fenomeno, con Riva e Mazzola, di una nazionale italiana forse insuperata, e non utilizzarli tutti e tre contro il grande Brasile grida ancora vendetta.
Detto questo, Pelé nel 1970 era ancora Domineddio e quindi il modo per farci un ulteriore gol o assist lo avrebbe trovato anche con Rivera in campo, ma magari finiva 3 a 2 e non 4 a 1.
Auguri di felice 2023 a tutta la chat!
Ciao Claudio, il problema di Rivera era il fisico, aveva problema a tenere due tempi, può anche darsi che la famosa staffetta sia stata una genialata, ma indubbiamente Rivera andava schierato all’inizio del secondo tempo. Fra i migliori di quel fantastico mondiale ci furono Rosato e Boninsegna, schierati in luogo degli infortunati Nicolai ed Anastasi, ma non deluse nessuno a dire il vero.
Ci si divideva fra riveriani e mazzoliani, ma erano due giocatori profondamente diversi, uno uomo dell’ultimo passaggio e regista – anche se atipico – l’altro scatto bruciante e tiro secco, col suo dribbling creava spesso la superiorità numerica.
Per allungarsi la carriera ha indietreggiato di una ventina di metri la sua posizione in campo, ed ho sempre contestato la scelta, da centravanti era grandissimo, lo ricordo con la sua doppietta in finale col Real, li fece impazzire, non lo videro mai…
Visto che sei un uomo da statistiche ti faccio un indovinello – ovviamente no Wikipedia – chi è stato quel giocatore italiano che pur disputando quattro mondiali – nel girone finale – non ha giocato neppure un minuto alle qualificazione dello stesso?
Buone feste anche a te e famiglia, caro.
Se la memoria non m’inganna lo zio Bergomi.
La memoria non ti inganna..bravo…82 chiamato all’ultimo 86 non fatte perché vincenti 90 paese ospitante 98 sostituì Ferrara infortunato..
Caro Andrea io tutto questo dominio nostro non me lo ricordo, comunque già reggere il confronto per un’ ora circa con quello squadrone, fu di lode degno. Santa notte (ovviamente alla nostra eta’ ) .
Beh giocó meglio l’Italia, dal gol di Pelé alla fine del primo tempo.
Salud e auguri.
Se Messi, CR7, Ronaldo de Lima, Cruijff ecc. hanno potuto guardare così lontano è perché sono stati seduti sulle spalle di Pelé. Ma c’è un ”ma”. Un equivoco di fondo: continuare a considerare Maradona un ”calciatore” e valutarlo sulla base di criteri sportivi. Quante coppe ha vinto? Quanti goal ha fatto? Confrontare Maradona con chiunque altro sulla base di questi parametri significa, a mio avviso, non avere capito Maradona.
Maradona non era un calciatore, anche se stava dentro un campo da calcio. E col pallone sul piede sinistro, era l’ ”inspiegabile”, l’impossibile che diventava possibile. E’ come se Dio, ad un certo punto, si fosse rotto le palle, avesse spento la catena di montaggio e avesse detto: ok, ti concedo un po’ di onnipotenza sul piede sinistro, vai, divertiti e fai divertire.
Oltre questo, anche Diego era umano e come ogni umano era soggetto all’influenza esterna. Fu lui a chiedere a Pelé di palleggiare insieme con la cabeza (e non il contrario) confessandogli che quello era il suo sogno.
Ho già commentato il video in altra sede. Fateci caso, due volte Pelè deve spostarsi un minimo a destra per ribattere. A Maradona il pallone arriva sempre senza che debba abbandonare la posizione.
Il palleggio finisce quando Maradona ribatte corto.
E magari mi sbaglio…
Verissimo, e Maradona ha le unghie della mano destra più lunghe di quella sinistra, mentre Pelé ce le ha tutte perfettamente alla stessa lunghezza…. ma mi faccia il piacere!
El Pibe aveva sì il piede sinistro di Dio, ma emotivamente era umano. Poi l’ultimo palleggio era corto perché lo show doveva continuare altrimenti sarebbero ancora lì a palleggiare. Chissà, magari stanno palleggiando proprio adesso ed è cambiato solo il palcoscenico
Riposa in pace Edson.
Piaceva a tutti, come stenmark e cassius clay, un privilegio del più grande appunto, quello di non dividere.
[OT]
Nel frattempo, l’ex madrilista, ex-juventino, ex-ManUtino nonché Portoghes-Divino, crea posti di lavoro manco fosse un Silvio qualunque…
Ahh mi fossi chiamato Jeeves invece che Stefano…..😎
Caro Coca, pago di più io il villico con una magione da 500mila euro….devo rivedere qualcosa.
Salud.
Chissà cosa pensa il villico fi te…
Io lo soooo!
E non credo richieda cene eleganti in cambio:)
1970 anno dell’esame di stato con le dirette dal Messico di notte e le sintesi delle altre durante il giorno. Come era possibile preparare l’esame? In finale noi e loro due filosofie calcistiche di fronte e chi avrebbe vinto si sarebbe tenuto per sempre la Rimet. Si sarebbe potuto chiedere di più? Abbiamo perso con il miglior Brasile che abbia mai visto con Pelé dentro ma anche con una squadra stellare. Abbiamo perso ma partita indimentabile. Peccato ma erano fortissimi e se non ricordo male hanno vinto tutte le partite dai gironi di qualificazione sudamericano alla finale.. Esperienza molto istruttiva con i tifosi italiani che fischiarono la squadra al rientro per via della staffetta Mazzola e Rivera come se questo avrebbe potuto modificare l’esito della partita. Ho capito che eravamo e siamo un popolo di supponenti.
D’accordo, però, però , la nostra Nazionale arrivò alla finale, sfiancata dai supplementari di una partita combattutissima con la Germania, poi per carità avremmo perso lo stesso alla fine, ma non con quel punteggio così pesante e ce la saremmo giocata fino alla fine.
invece gli italiani farebbero bene a tirare pomodori pure alla nazionale di Mancini e soprattutto ai politici
Ci ha lasciato un altro grandissimo campione del passato dopo Schiaffino, Puskas, Di Stefano, Eusebio, George Best, Sivori, Cruijff, Maradona, rimangono soltanto lo spagnolo Luis Suarez e
Bobby Charlton.
Molti chiedono chi sia stato più grande tra Pelè e Maradona, alcuni
preferiscono O’Rey , altri Diego.
Pelè ha segnato più di 1300 goal in carriera di cui circa 760 in partite ufficiali ma era un centravanti ed ha sempre giocato nel campionato
brasiliano dove le difese non sono
certo così forti come quelle di alcuni campionati in Europa mentre
Diego era un trequartista ed ha giocato in Spagna ed in Italia dove
i difensori sono di ben altra pasta,
duri e rocciosi , in Spagna addirittura piuttosto cattivelli ragion per cui Maradona è dovuto andar via da Barcellona, ha dovuto salvaguardare le sue caviglie.
Il fatto che Pelè abbia vinto tre campionati del mondo con il suo Brasile, nel 1958, nel 1962 e nel 1970 non determina che sia il più grande, aveva in quelle tre occasioni compagni di squadra veramente forti mentre Diego quando ha vinto con l’Argentina aveva dei compagni di squadra di discreto livello, non eccezionali.
Comunque, indipendentemente da tutto ciò ho visto fare cose a Maradona che non ho mai visto fare a nessun altro, per me rimane il più grande in assoluto.
Caro Claudio,da te mi aspettavo una analisi tecnica più accurata, conoscendo la tua scienza calcistica.
Premesso che è difficile fare paragoni su grandi campioni come Pelè e Maradona, protagonisti di epoche diverse, ma da un esperto di calcio come te, mi sarebbe piaciuto leggere una disamina tecnica che riguarda i due personaggi, perchè sei in grado di farlo benissimo.
Sai, io andavo pazzo per Bobby Charlton, ma se dovevo sciegliere chi era il più grande la mia scelta era diversa.
Se proprio vogliamo fare un confronto fra i due possiamo iniziare dal loro repertorio e cioè:
1Destro
2Sinistro
3Colpo di testa
4Punizioni
5 Dribbling
6 Potenza nei contrasti
Tu scrivi che vincere 3 mondiali su 4 disputati non significa essere il più grande e forse ci può stare.
Ma il gol fatto contro la Svezia nel 1958 e quello fatto contro l’Italia nel 70 sono considerati fra i migliori gol di una finale Mondiale, e, tutto ciò a distanza di 12 anni.
Altra critica che si fa nei confronti di Pelè è quella di aver fatto la sua carriera solo in Brasile, dimenticando che, con la sua squadra (Santos) ha vinto 2 volte la coppa libertadores e 2 volte la coppa intercontinentale, praticamente vincendo in ogni angolo della terra.
Figuriamoci se avesse lasciato il Brasile per altri lidi cosa avrebbe fatto.
Poi, ciliegina sulla torta, Pelè aveva una coordinazione nei movimenti unita ad una eleganza senza pari, che faceva di questo atleta un personaggio unico nel suo genere.
Ciao.
ps
ora torno al mio Ora Pro No Stic
Ben tornato , Paolone.
Sempre di un’ altra categoria.
Questa è una chicca, come i camei del sommo Alfred…favoloso quello di UCCELLI..
Salud.
Ciao Paolo, come stai ?
Ho scritto questo commento per farti intervenire sul bloog, ero sicuro come in effetti è successo
che scrivendo di Pelè inferiore a Maradona e nominando il tuo preferito, l’ottantaquattrenne Bobby Charlton saresti intervenuto.
Come ho premesso nella mia disamina precedente Pelè era un centravanti, un finalizzatore mentre Diego era un trequartista,
occupava un ruolo ben diverso in
campo ; a livello atletico e come potenza O’Rey era leggermente superiore, come giustamente hai osservato aveva una grande coordinazione ed eleganza nei movimenti unita ad una grande potenza nel tiro con entrambi i piedi e nei contrasti, di testa era fortissimo , pur non essendo alto
aveva una grande elevazione ed era in grado di rimanere sospeso
in aria per alcuni attimi di secondo, era veloce ed in possesso di un ottimo dribbling ma Diego a livello tecnico gli era superiore ; Maradona aveva un sinistro fatato, sapeva imprimere al pallone traiettorie pazzesche,
l’ho visto più di una volta segnare
da centrocampo appena battuto il calcio d’inizio o direttamente dalla bandierina del corner,
inoltre l’ho visto segnare al volo
da posizioni impossibili come quando ha tirato al volo da trenta metri vicino alla linea del fallo laterale in una posizione angolata rispetto alla porta per poi non parlare del suo eccellente dribbling e della sua rapidità d’esecuzione. Con l’Inghilterra ai campionati del Mondo ha segnato un goal dopo essersi marcato metà squadra inglese e ci ha messo come tempo meno di Messi che ha fatto un goal simile con una modesta squadra spagnola, il Levante per la precisione e ne ha segnato un’altro beffando sul tempo Shilton che era venti centimetri più alto di lui.
Di testa non era male pur essendo alto solo 165 centimetri e sapeva usare benissimo anche il destro. Per finire l’ho visto palleggiare decine di volte non solo con il pallone ma anche con
le arance e con le bottiglie e non ho mai visto Diego in partita sbagliare uno stop, quando partiva nelle sue serpentine sembrava che avesse il pallone incollato ai piedi ed aveva un’eccezionale rapidità di gambe , direi unica. Tanti guardano i goal segnati da un calciatore ma Maradona oltre ad aver segnato
una buona quantità di goal in carriera, la maggior parte di pregevole fattura ha fornito una quantità industriale di assist, non
di rado quando attaccava o andava direttamente a segnare o
serviva assist deliziosi ai compagni di squadra che non avevano difficoltà a mandare il pallone in fondo alla rete.
Caro Paolo, tanti auguri di un felice 2023 a te e famiglia.
Ma quindi tu dici che segnare, a 17 anni, sei gol in tre partite di un Mondiale non vale molto? E replicare negli altri Mondiali nemmeno? Com’erano quei difensori, tutti scarsi?
La grandezza di Pelè non è data dal numero di gol, ma dal fatto che ne segnava più o meno quanti voleva, e nel frattempo faceva segnare anche gli altri e allenava la squadra.
Mi pare che tu abbia dimenticato che i difensori “meno cattivelli” della sua epoca tolsero Pelé dai Mondiali ’62 (vinti ugualmente) e ’66 (stavolta causando l’eliminazione e la mancata possibile quaterna consecutiva).
In realtà le due epoche di Pelé e Maradona sono simili, quanto a cattiveria dei difensori, sono piuttosto Messi e CR7 ad aver giocato in un’epoca in cui comportamenti alla Stiles o alla Vogts o alla Gentile causerebbero il doppio giallo dopo mezz’ora.
Tra parentesi Gentile non era assolutamente uno cattivo, faceva falli, ti riempiva le caviglie di calci come tutti i difensori dell’epoca, ti teneva per la maglia, ma non mi ricordo mai di un intervento per far male (quelli cattivi erano Tardelli e Benetti). Medialmente stopper e mediani negli anni ’70-80 erano degli assassini, qualche tempo fa ho rivisto un Italia Inghilterra qualificazioni ai mondiali metà anni ’70, arbitrata come oggi sarebbero finiti 7 contro 7 dopo 10 minuti.
Oggi certamente picchiano meno, ma c’è anche da dire che i difensori hanno piedi molto migliori e le difese sono enormemente più organizzate.
Quelle europee certamente, quelle brasiliane non ho idea. Pelé è anche stato baciato dalla sorte di aver trovato un brasile con due generazioni consecutive di fenomeni che un paio di mondiali li avrebbero vinti comunque.
Che squadrone, lassù.
Diciamo la verità: Pelé è diventato una leggenda ANCHE perché in pochissimi lo abbiamo visto giocare, dato che la sua epopea iniziò ben prima dell’ avvento della Tv di massa. I suoi esordi sono documentati dalle sfocate immagini di un bianco e nero tremolante e che poco faceva capire, se non che ci si trovava davanti a qualcuno mai visto prima. Ho conosciuto molti napoletani che millantavano di averlo visto giocare in amichevole col Santos al San Paolo, sotto una pioggia scrosciante, con Josè Altafini che non accettò , lui vecchio sodale di O’ Rey , di soccombere per tre a zero , pur avendo come compagni di squadra Ripari, Manservisi forse Punziano non so , e segnò due gol per dimostrare che non era stato un suo indegno sostituto ai mondiali del 62 mi pare . Strano a dirsi in quel Napoli che ad un certo punto sostituì Zoff con Ginulfi, vecchia bandiera romanista che parò un rigore in quella occasione, giocava L’ ormai anziano Sormani anche lui centravanti di unBrasile che vedeva Pelé come n. 10. E noi, come vecchi cacciatori Cheyenne seduti intorno al fuoco del bivacco dei nostri miti, continueremo a raccontarci le storie del calcio che amiamo, quello più vero di quello vero, quello che abbiamo sognato da ragazzini.
Altafini i mondiali del 62 li giocò per l’italia, l’ultima presenza di Altafini con la nazionale brasiliana fu nei quarti di finale dei mondiali del 58 in svezia.
Assolutamente, però è così per tutti quelli prima direi degli anni ’90, gli stessi Maradona e Platini, a meno che non fossi un abbonato di Juve e Napoli, difficile averli visti giocare più di una trentina di partite, adesso se vuoi Messi e Ronaldo o Mbappè li vedi 3 volte la settimana.
Altafini 1958, non 1962, lì fu Amarildo.
Ho la memoria di un anziano, ormai.
Suggerisco la lettura di due magnifici ‘epitaffi’: Mario Sconcerti sul Corriere, gran pezzo purtroppo anticipatorio anche per il grande giornalista, e Maurizio De Giovanni sulla Stampa, a comprendere l’inutilità epistemologica di ogni confronto, come suggerisce il perfetto incipit del Dott. Bocca.
Mah, qui dentro Pelè l’hanno visto giocare poco in pochi, morto in ospedale di morte naturale a ottant’anni, mai giocato un campionato europeo…….emozioni zero…….
.
più o meno il mio pensiero, salvo il fatto di non aver giocato in Europa, ai tempi i campionati sudamericani erano una cosa seria,
Come ho già scritto sono d’accordo col nostro padrone di casa, è impossibile a meno che non si possiedano i doni della ragione e della verità , stabilire chi e’ stato il più grande, e poi perche’ bisogna per forza scegliere, se non per motivi di tifo o per il gusto di polemizzare o provocare ?.
Sono meglio i Beatles o i Rolling Stones ? La PFM o il Banco ? Boh ! Io li ascolto tutti con piacere .
Voto Beatles e Pfm..
Salud.
Certo i Beatles erano superiori dal punto di vista strettamente musicale, però erano un pò troppo leggeri e disimpegnati, due brani potenti e dal suono “sporco” come “Satisfaction” dei Rolling Stones e “My generation” degli Who , hanno incarnato l’insoddisfazione e la rabbia giovanile, ed a mio parere hanno sancito nel 1965 la nascita del rock, almeno questo mi sembra oggettivo .
Salud .
aiuto, mi trovo d’accordo 🙂
Come non detto .
Buongiorno Fabrizio
Meno male che Frattini è morto. Così tutti a parlarne bene. Poveraccio. Non se lo filava più nessuno e per forza. Rilasciava interviste sulle guerre in corso per il globo dalle piste da sci. Da mandarlo a casa a calci in culo e invece. Amico di Berlusconi e anche della Meloni e allora uno statista bene in vista sempre in pista tanto nulla gli costa tronista in siesta si presta a favore di casta a mangiare pasta anche per posta. Oggi Pelè e a-ritanga. Con altre difese non avrebbe segnato così tanto. Nel Brasile ultimo scorso non avrebbe superato il turno. Servizievole con il regime e con tutti i regimi, “negro” ma molto molto meno di altri suoi connazionali. E’ morto. Punto. Non mancherà a nessuno. E’ mancato e molto, alla figlia mai riconosciuta morta prima di lui. Rimane il calciatore. Come lui pochi forse, nessuno simili, tanti. E poi ci sono altre morti eccellenti di cui non frega un cazzo a nessuno e allora. Gennaio 2019: Massimo Aliseo, operaio di 28 anni – Karl Mairvongrasspeinten, agricoltore di 63 anni – Vincenzo Pariota, operaio di 41 anni – Mariano Santi, agricoltore di 71 anni – Luciano Bulgarelli, agricoltore di 60 anni – Carlo Di Sarno, operaio di 47 anni – Adriano Patrizio Tarzia, un operaio di Piancogno di 56 anni – Stefano di Rienzo, operatore ecologico di 54 anni – Mario Ruggeri, un autotrasportatore pesarese di 60 anni – Piero Nonnis, agricoltore di 60 anni – Eugenio Fumagalli, tassista di 47 anni – Ivan Ferrero, vigile del fuoco di 37 anni – Andrea Corso, operaio di 47 anni – Georgiev Peycho, 56 anni, operaio metalmeccanico – Angelo Spadaro, poliziotto di 55 anni – Gioacchino Verde, 53 anni, sottoufficiale della Marina Militare – Abele Egidi, titolare di un’azienda elettrotecnica, di anni 72 – Eros Cinti, operaio di 42 anni – Manuel Cipollaro, operaio di 29 anni – Eugenio Venuti, operaio di 50 anni – Salvatore Brancaccio, operaio di 46 anni – Gianfranco Caracciolo, operaio di 37 anni – Antonio Puleo, operaio di 64 anni – Assane Nokho, agricoltore di 62 anni – Sabatino Mazzeo, operaio di 53 anni – Alessandro Morvillo, 22 anni – Davide di Gioia, operaio di 24 anni – Armando De Angelis, operaio di 83 anni – Khalid Khalid, operaio del Kuwait di 50 anni – Fabio Baratella, agente di polizia di 57 anni – Giovanni Lupia, operaio di 53 anni – Bruno Bertotti, operaio di 42 anni. Continua
…beh…è morto anche i’mi babbo…
🙁
che discorsi a pera! anche per me sono molto più tristi le morti che elenchi. ciò non toglie che è morto un grande. un po’come per la regina elisabetta
Come sempre è un vero piacere leggere i tuoi commenti .
L’utilità della questione che poni (se la poni) è la stessa di “Vuoi più bene al papà o alla mamma?”.
E comunque il sentimento verso una morte è decisamente una questione soggettiva, non capisco quando si fanno dei paragoni tra diversi morti ed a chi interessa… come quando parli con un collega dei rifugiati dall’Ucraina e salta fuori quell’altro con bava alla bocca: “E i siriani, allora? Ed i palestinesi? E i nostri poveri? E i malati?”
Momenti nei quali si gonfia la vena.
Sappiamo tutti di “quelle” morti, tranquillo. Ma tu, a parte questi illeggibili lenzuoli, fai qualcosa di concreto in merito? Creo que no.
Meno male che Frattini è morto.🤘🤘🤘
Tiè. Salute a noi.😎
Perché partecipi a un blog di Calcio, allora?
Chiedo per un amico.
P.S.: Frattini era Presidente del Consiglio di Stato, non esattamente l’ultimo degli scappati di casa.
Cazzo, quanto ti piace fare il paladino delle giuste cause… a me che sia morto Pelè dispiace, come mi dispiace anche per tutte le altre persone che hai nominato, e per tutte quelle che muoiono ogni giorno
Oltre a questo, di calcio non capisci molto, vero?
Vaghi ricordi “de visu”, risalgono alla finale di Mexico ’70, avevo nove anni e del calcio me ne impippavo proprio poco…
Nitidamente ancora ricordo il suo gol di testa a sbertucciare Tarcisio Burgnich, elevazione mostruosa, roba da NBA, nonostante non fosse certo un gigante.
Grandissimo giocatore certamente, il più grande in assoluto non so, forse si e forse no, ma non è questa la cosa più importante.
Che riposi in pace, invece si.
👍
Narrano, non so se sia vero, che su quel gol non si intesero su di un cambio di marcature, Burgnich avrebbe dovuto marcare Pelè ma era su un altro, tentò di ricuperare ma non ci arrivò in tempo, infatti si vede che salta storto, il che non toglie nulla alla bellezza del gesto comunque.
Penso che la qualità di un giocatore vada valutata in rapporto al contesto e agli avversari, ossia quanto quel giocatore ha inciso nella storia del calcio della sua epoca.
Da questo punto di vista credo che Pelè sia stato il più grande di tutti, perché rispetto ai suoi avversari aveva una qualità tecnica paragonabile a quella di Maradona o Messi, ma in più aveva la fisicità del CR7 dei tempi migliori, e inoltre era un trascinatore. Boninsegna, intervistato, ha confermato che in campo parlava sempre e guidava la squadra in ogni situazione.
Ragazzi, qui stiamo parlando di un giocatore che ha avuto in tutta la carriera una media di 0,93 gol a partita, e dell’unico al mondo a vincere 3 mondiali, risultando decisivo in due di questi. Il Brasile non vinse il Mondiale del 1966 soprattutto perché Pelè fu azzoppato quasi subito.
Quindi un saluto e un grazie al più grande di tutti i tempi, non a caso ‘o rey…
Un gradino appena sotto vedo Messi, che rispetto a Maradona gioca un calcio molto più difficile, in cui praticamente non esiste più l’uno contro uno ma le difese sono organizzatissime. Nonostante questo in ogni partita lui fa almeno due/tre numeri spettacolari, e togliergli la palla è impresa titanica. Il numero che ha fatto contro la Croazia per me vale quanto il secondo gol di Maradona contro l’Inghilterra.
In più fisicamente è uno scricciolo ma è quasi impossibile buttarlo giù, ti rimbalza addosso e se ne va come nulla fosse.
Maradona è stato più grande come personaggio che come calciatore, nonostante fosse fortissimo tecnicamente. A chi rimprovera Messi di essere stato grande solo con il Barcellona, vorrei ricordare che, a livello di club, Maradona ha incantato solo con il Napoli, con il Barcellona non è mai stato così incisivo.
La differenza, fino a ieri, la facevano i risultati in Nazionale, ma direi che adesso la Pulga ha fatto pari, agli ultimi Mondiali è stato un vero trascinatore, basta vedere l’atteggiamento che ha avuto in campo durante la finale. Sempre carico, sempre concentrato, quando l’ho visto esultare al gol del 3-2 ho capito che quella finale non l’avrebbe mai persa.
Ho il rimpianto di non aver visto giocare Meazza, Di Stefano, Eusebio e Puskas, mi sarebbe piaciuto…
Faccio fatica a dire che sia stato il più grande, così come Maradona, Messi o chiunque altro; epoche diverse sport completamente diverso, è certamente nell’olimpo, è stato il più grande della sua epoca, come lo è stato Crujff negli anni ’70, Maradona e Platini (e no, paragonare Platini a Maradona non è lesa maestà, Platini forse non è stato il più forte, ma discutiamone, ma è certamente stato uno dei giocatori più irripetibili del calcio, pericoloso da 70 metri dalla porta in su, Regista come Pirlo, trequartista come Zidane e centravanti come Van Basten, mentre degli altri ci sono stati doppioni più o meno forti uno come Platini non l’ho mai più rivisto, un po’ come Magic nel basket) negli anni ’80, CR7 e Messi nelle ultime due decadi.
Anch’io ho sempre paragonato Platini a Magic Johnson. Giocatore irripetibile Le Roi. Ha giocato nel campionato italiano contemporaneamente a Maradona vincendo la classifica dei cannonieri tre volte (consecutive) in cinque campionati giocati, mentre Diego l’ha vinta una sola volta. Ergo, segnava più di Maradona pur partendo da posizione più arretrata. Era regista, trequartista e attaccante contemporaneamente. Diego ha vinto un Mondiale quasi da solo ma Michel ha fatto la stessa cosa nell’Europeo dell’84, con 9 gol in 5 partite. Giocatore di una classe e di un’eleganza inimitabili. Sorprendente la sua visione di gioco quando lo si poteva apprezzare dal vivo. Va comunque detto che Maradona ha toccato vette inarrivabili. Che bello quando entrambi questi fenomeni giocavano nel nostro campionato. Che nostalgia.
oh se Platini diceva che Maradona era il più grande che avesse mai visto, più che fidarmi non posso; Platini partiva talmente indietro che era francamente immarcabile, o sacrificavi un difensore che si doveva fare 90 metri ad ogni azione (trovandoti poi con uno in meno a fronteggiare tre tra Rossi, Bettega, Boniek, Serena e Laudrup) od usavi un centrocampista ed eran dolori, L’unico che riuscì ad ingabbiarlo in una partita importante fu Hoppel (bestia nera di Trapattoni) con una marcatura ad uomo tipo gentile su Maradona, tanto che nel secondo tempo fu costretto a giocare praticamente da centravanti.
Tranquillo, so per esperienza diretta che se lo scienziato qui sotto ti dice che di calcio capisci poco, vuol dire che sei sulla strada giusta.
Continua così!
Dire che Platini ha vinto un Europeo quasi da solo,significa capire poco di calcio – scusa la crudezza – e soprattutto non conoscere Giresse e Tigana.
Salud.
Naturalmente mi ricordo perfettamente quella Francia con un grande centrocampo e spuntata come tutte le nazionali francesi prima dell’avvento dei grandi attaccanti, da Trezeguet ed Henri in poi. Ed è ovvio che nessuno può vincere una partita e tantino una competizione da solo. Quella di Platini è però stata una delle migliori performance in assoluto in una competizione per nazionali. 9 gol in 5 partite partendo dalla posizione di regista sono un’impresa che andava menzionata in questo dibattito sui grandi del calcio.
Quella Francia era decisamente forte, felice di non averci giocato in finale nell’82, ma quell’europeo Platini l’avrebbe vinto anche con la Sanbenedettese credo, era francamente in stato di grazia, resta per me la miglior prestazione individuale in un torneo che abbia mai visto 9 gol e 3 assist sui 14 della Francia, in gol in tutte e 5 le partite con due triplette segnando in qualunque modo, da fuori, su punizione su rigore, di destro, sinistro e testa.
Ricordo di aver visto giocare Pelè solo nei Mondiali del 1970, quando aveva trent’anni e giocava ad altissimi livelli da dodici: era uno spettacolo di grazia, tecnica e fantasia. Tempo fa avevo visto un documentario in cui si raccontava la sua storia, e pur nelle immagini sfuocate delle riprese televisive di allora, le imprese di un Pelè giovanissimo ai Mondiali del 1958 erano emozione pura. La descrizione più centrata del Pelè giocatore resta a mio avviso quella di Gianni Brera: «Un mostro di coordinazione, velocità, potenza, ritmo, sincronismo, scioltezza e precisione».
Inutile fare paragoni. Pelè è stato uno dei rari colossi del calcio mondiale, e lo è stato per lungo tempo in un mondo in cui diventare un’icona mondiale era certamente meno facile di quanto lo sia oggi. Pare che abbia segnato 1281 reti, 761 nelle partite ufficiali, numeri che nessuno potrà mai raggiungere nel calcio dei nostri tempi. Ma, al di là dei gol, restano le giocate di un calciatore che sapeva fare sempre qualcosa d’inaspettato…