
Il patetico racconto dell’Under 21 e del calcio giovanile azzurro che oggi non esiste più. E’ dal 2004 che non vinciamo più, c’era Gentile e tra gli azzurrini c’erano De Rossi, Barzagli e Gilardino poi campioni del Mondo. E ve li ricordate i tempi di Vialli e Mancini sì? Non ci resta che piangere…
Proviamo ad andare contromano sull’autostrada. Ma quanta melassa, stucchevole e adulterata, nel racconto dell’Under 21 e del calcio giovanile azzurro.
L’Under 21 è il metro reale della nostra crisi e della mediocrità del nostro calcio. E in genere del calcio giovanile italiano, che di fatto non esiste e si limita a qualche vittoria azzurra (Under 19, Under 18, Under 17…) Se una nazionale è ancora attaccata a Gnonto vuol che non si fanno passi avanti, anzi indietro.
L’Under 21 sarà stata anche vittima di crimini internazionali e torture arbitrali, ma sostanzialmente si va fuori perché questi siamo. Un gruppo di giovani di belle speranze, che giocando contro la Germania mettono tutto loro stessi, ma alzi la mano chi li conosce quelli dell’Under 21 di oggi. Un po’ Baldanzi, un po’ Pisilli, ma che una nazionale sia di fatto raccattata da squadre di seconda fascia della Serie A per non dire dalla Serie B, non è indice di qualità. A questa Under 21 non contribuisce quasi alcun giocatore fornito dalle principali squadre del campionato italiano. A meno che non si voglia citare Riccardo Turicchia, per la Juventus per altro la squadra giovanile che fa la Serie C, nessuno di Napoli, Inter, Milan.
Il Milan di Allegri ha talmente fiducia e voglia di investire in Camarda di cui tanto si parla per il futuro, che lo manda a giocare nel Lecce, l’ultima di Serie A che si è salvata dalla retrocessione.
L’ultimo successo dell’Under 21 all’Europeo risale al 2004. C’erano Amelia, De Rossi, Barzagli e Gilardino che poi sarebbero diventati campioni del mondo due anni dopo e che oggi fanno gli allenatori. E in panchina c’era Claudio Gentile, che poi sarebbe stato fatto fuori e mai più rientrato nei giri che contano. Voglio dire che nemmeno era una di quelle Under che hanno fatto la storia del calcio azzurro, come quelle di Vicini e Maldini. Per non parlare di quando quelle nazionali lì erano frequentate da Vialli, Mancini & C (che l’Europeo Under 21 nemmeno lo vinsero).
Gli articoli che leggo e i servizi TV pieni di chiacchiere e belle speranze sono abbastanza patetici, per non dire fasulli. Oggi siamo anni luce da quel calcio lì. Purtroppo non ci resta che piangere.
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Bocca, rallenti coi nuovi titoli, fa caldo 😎
Ma quello al centro della foto è Baroni, l’ex allenatore della Lazio?
Saluti
Ma che scherzi ? Si vede benissimo .
Coltivavo un piccolo dubbio.
Saluti
Si è lui…
Grazie.
Saluti
patetico? semel in anno sono d’accordo con Waters quando scrive che Nunziata è un super allenatore;
i giovinotti in 9 sono stati capaci di riacciuffare la partita e per pochi secondi non l’hanno portata ai rigori, questo col gioco, non solo con la voglia e la corsa;
gli underisti, 19, 20 o 21 che siano, li ho visti fare prestazioni che la squadra maggiore si sogna, ma non vincendo vale il motto che si rinfaccia agli juventinisti ma che tutti adottano: l’unica cosa che conta è vincere;
Guardare le partite aiuterebbe a formulare giudizi più oggettivi.
Ricordo inoltre che l’under 20 ha disputato la finale dei campionati mondiali di categoria non più tardi di due anni fa
Ripensavo proprio a quell’ under 20… quelli che avevano più impressionato (ad esempio Baldanzi, Pafundi, Casadei…) le loro occasioni di giocare in vari campionati le hanno pure avute ma non mi pare abbiano tutti dimostrato di essere promesse pienamente mantenute.
Pafundi, ad esempio, l’ho visto giocare a Udine e dire che non mi ha impressionato sarebbe dire poco… il livello è quello di un panchinaro dell’Udinese, ne più ne meno… d’accordo che può ancora farsi, ma temo che parlare di “predestinato” sia stato quantomeno frettoloso.
Magari dico una fregnaccia, ma mi è venuto il dubbio che non siano stati scelti tra i più promettenti, ma semplicemente tra i più precoci.
L’ultima. La corteccia prefrontale nel maschio finisce la maturazione a 23-24 anni. Generalmente gli sport giovanili sono divisi in annate perchè un 16enne vince su un 15enne. Il divario scende invecchiando, ma a 21 anni è totalmente chiaro che ci sono ancora differenze di maturazione notevoli, e non di valore. Il calcio giovanile è competitivo e si riempie di persone che sono “avanti” più che “brave”. Lo stesso meccanismo è incentivato, credo, da cose strane come se una società compra un giocatore deve pagare anche le società giovanili, un quid. Per cui la filiera opera per produrre frutta che matura presto, più che frutta buona.
Il dr. Bocca ha – del tutto oggettivamente – nominato Baldanzi e Pisilli quali calciatori raccattati da squadre di seconda fascia della serie A.
Se ne ricordi il masterblog _ per coerenza _ quando, tra qualche mese, dopo che la Maggica avrà vinto 5 partite di seguito incenserà in un thread Gasperini e soci.
Glielo auguro ma in genere Gasperini, in una squadra nuova, comincia con due o tre sconfitte, poi prende la rincorsa e quindi la corsa. I tifosi romanisti saranno capaci di dargli il tempo necessario per fargli prendere la mano?
Al di là degli stereotipi, la domanda va semplificata. Non vinciamo più perchè i talenti non nascono o perchè i talenti non li riusciamo a fare emergere? Già questo sarebbe serio, nel tardo 1960 si viaggiava sul milione scarso di nati, nel 2010 siamo alla metà. Quindi la base è ridotta. Poi bisognerebbe discutere le motivazioni e le strutture. E’ opinione comune che si è passati da una società in cui si giocava a calcio dappertutto, a una società dove si gioca a calcio solo in “strutture”. Teoricamente giocare in una struttura dovrebbe essere meglio, praticamente ho grossi dubbi. Quando “non dico chi” faceva i regionali un certo figlio d’arte giocava sempre anche se era il più debole dei terzini. La mia impressione è che la meritocrazia latiti, essendo il più delle società poco sane. Qui non ho dati, ma trovo illuminante il percorso di Federico Gatti. Dalla C alla A a 20 e rotti anni. Ora siccome non credo alle favole dell’unico cigno tra anatre, sono più portato a credere che casi come Gatti che stanno in C ma potrebbero giocare in A siano molto di più di quelli che pensiamo. il sistema potrebbe semplicemente non essere meritocratico. Non credo tantissimo alla teoria degli sport che competono. Il tennis, il nuoto, l’atletica hanno il vantaggio che non sono da giuria, ma o vinci o perdi, e il merito non lo puoi taroccare.
È aumentata notevolmente la concorrenza e la torta da mangiare è rimasta la stessa, quella della Spagna fortissima, mentre negli anni fino al 2000 era molto limitata, il Barca per esempio vinse la prima Champions della sua storia ai rigori contro la Samp, nel 92 o giù di lì.
La Francia è fortissima, l’Inghilterra e la Germania anche, quindi siano destinati ad essere secondari.
Però vanno fortissimo altri sport, nel tennis, nuoto e atletica in Europa non abbiamo rivali, nella pallavolo femminile pure, insomma nn possiamo lamentarci.
Le grandi aziende italiane non investono più nel calcio, è rimasta stancamente Stellantis, Del Vecchio prima di morire disse al figlio di stare assolutamente lontano dal calcio.
Sono i tempi che sono cambiati, ma poi checcefrega se la Italia under 21 viene eliminata…
“il Barca per esempio vinse la prima Champions della sua storia ai rigori contro la Samp, nel 92 o giù di lì”
con rigore decisivo di Koeman tirato addirittura da fuori area e con la barriera davanti…
No hai ragione in refuso, non so perché ho scritto ai rigori…ciaoo
Il problema nasce da lontano: sta nella miopia dei nostri dirigenti ed in qualche caso della nostra stessa politica.
Quando i diritti TV sono apparsi prepotentemente, mentre l’Inghilterra si metteva daccordo con Murdoch e si espandeva nel mercato asiatico, non solo non ci siamo mossi politicamente, ma siamo andati a disputare in Cina una supercoppa arbitrata male e contestata clamorosamente, o abbiamo mandato pagati a peso d’oro campioni del rango di Pelle’ (15 Milioni di dollari l’anno o anche El Shaarawy per 10, con gli stipendi di allora!!!) e non Totti e Del Piero … danneggiandoci da soli.
I nostri rappresentanti calcistici invece hanno sottoscritto un meccanismo di suddivisione che prevedeva premi per “meriti storici”, e sistemi in caste che difendesse lo status quo limitando le difficolta’ e la possibilita’ di essere eliminati presto (cioe’ di essere esclusi dalla divisione dei proventi nelle prime fasi a gironi). Anche gli altri non si sono piu’ di tanto opposti accontentandosi di vender crescere i propri bilanci e nascondendosi un piu’ che ovvio finale.
Quale finale? Un esempio. Vi ricordate Emerson Palmieri? Ha giocato anche una trentina di partite per la nazionale. Al tempo (2018) era una riserva della Roma ed iniziava a contendere il posto a Kolarov ormai in la con l’eta’. Passo’ dalla Roma al Chelsea dove ando’ a fare la riserva con uno stipendio che nella Roma sarebbe stato secondo solo a quelli di Džeko e De Rossi. Semplicemente non era possibile trattenerlo. Non parlo di Alisson o Salah, figure di primo piano, ma anche di chi si stava guadagnando un posto in prima squadra. Doveva essere ovvio a tutti, almeno a tutti gli addetti al settore.
Le societa’
sportivehanno reagito facendo trading di giocatori e plusvalenze, (tanto il mercato cresceva…), riempiendosi di sconosciute promesse o aspiranti tali.Insomma se anche prima le differenze economiche erano notevoli, adesso erano diventate insostenibili. Basta vedere chi non ce l’ha fatta: tra il 2000 e il 2024 sono fallite 185 società, 148 in Serie C.
Fonte [internet], grassetto mio.
Perdiamo pezzi di storia calcistica e diffusione sul territorio.
E pensare che alcune sono fallite anche piu’ di una volta o che il solo premio per un pareggio al mondiale per club avrebbe potuto salvare la stragrande maggioranza di questi fallimenti. Nota a margine: anche l’introduzione delle squadre giovanili che fanno la C puo’ avere controindicazioni: 4/5 di quei giocatori sarebbero finiti in prestito in squadre minori pagati dalle squadre di A.
Insomma, ci siamo soprattutto riempiti di giocatori stranieri modesti (non parliamo dei vari Platini’ Falcao…) in nome della normativa sulla mobilita’ dei lavoratori in Europa, ma in pratica per provare a sopperire al divario di finanziamento con chi poi dall’Europa e’ pure uscito. Senza ricordare che la stessa normativa Europea prevede delle eccezioni esplicitamente per lo sport e quello che serve per le rappresentative nazionali. E che da’ inoltre indicazioni per bilanciare un mercato in cui deve esserci concorrenza.
Adesso ci sono commissioni europee sullo sport in generale e sul calcio in particolare che indirizzano lo stesso parlamento europeo sulle decisoni: sembrano considerare i calciatori solo come lavoratori che contribuiscono all’economia.
A livello politico bisogna muoversi su questo piano e andando a difendere decisioni forti che la FIGC dovrebbe prendere anche contro la stessa Lega, come ad esempio la limitazione sul numero di giocatori schierati in campo che non possono essere chiamati dalla nazionale.
Ci si potrebbe spingere oltre ed istituire una specie di cittadinanza italiana del pallone: se sei un cittadino EU, giochi per piu’ di 5 anni continuativi in Italia e non hai partecipato a gare di altre nazionali ti diamo la possibilita’ di essere chiamato dalla Nazionale italiana.
Se mettiamo un limite, che non possono esserci partite di A,B o C con meno di (per esempio) 5 giocatori per parte chiamabili dalla Nazionale, in qualche anno avremo di nuovo un serbatoio a cui attingere per la nazionale e magari anche bilanci piu’ sani.
Dici? Quindi non devi far giocare chi ti sembra bravo ma chi potrebbe giocare in Nazionale.
Ma in Spagna e Francia fanno così? Perché mi sembra che la Spagna e la Francia siano forti. Se loro fanno così allora facciamolo anche noi, magari miglioriamo.
Io ho qualche dubbio. Ho conosciuto anni fa qualche allenatore professionista e parlandoci mi era sempre parso di capire che mandavano in campo quelli che pensavano fossero i migliori per garantirgli un risultato positivo, indipendentemente dalla nazionalità. Cioè, se negli allievi hai Nico Williams o Yamal, secondo me a 16 anni li fai esordire, come è stato fatto con i nostri giovani campioncini quando ce li abbiamo avuti (l’ultimo Totti).
Poi magari il calcio è cambiato e oggi un allenatore fa scelte con criteri diversi.
Onestamente saranno vent’anni che non vado a cena con un allenatore, per cui non saprei dirti come funziona oggi
Situazione purtroppo ben piu’ complessa.
Anche in Italia se hai Yamal lo fai giocare, anche da straniero. Il fatto e’ che ci sono tanti giocatori che si rivendono e acquistano meglio perche’ stranieri. Anche perche’ all’estero i flussi diventano piu’ difficili da tracciare. E abbiamo tanti stranieri modesti che non ti fanno crescere il movimento e chiudono spazi per altri.
Tempo fa, c’era la societa’ di Moggi (GEA?) che aveva tra dichiarati e non, un numero compreso tra i 260 ed i 320 calciatori, oltre ad allenatori, preparatori etc. Adesso non dovrebbe essere piu’ cosi’, ma allora se non rientravi nelle loro grazie ti restava ben poco da acquistare o vendere in Italia. Passi in avanti son stati fatti, anche per il numero massimo di tesserati che una squadra puo’ avere.
Non si puo’ copiare il sistema degli altri senza tener conto delle differenze. Molti stati hanno leggi ad hoc per gli abitanti delle ex colonie (Portogallo incluso), oltre ad avere ovviamente molti legami con quei paesi.
In Francia un bel serbatoio sono le banlieues (nella nazionale del 2018 c’erano Pogba, Kanté, Mendy Matuidi Areola, Kimpembe Nzonzi e Mbappé che venivano dalla banlieues). In Spagna ad esempio c’e’ l’Athletic Bilbao dove giocano solo giocatori baschi…
Credo che se si riuscisse a mettere un limite al numero dei non eligibili per la nazionale, questo costringerebbe le societa’ professionistiche a far crescere giocatori italiani, e a diminuire il trading degli stranieri a cascata nelle serie minori e nelle giovanili.
Poi siamo daccordo che bisogna ripensare il modo di far approcciare la gente al calcio giocato. A Mosca (non a Rio de Janeiro) nei parchi pubblici ci sono campi da calcetto e calcio a 7/9 attrezzati, gratuiti. Perche’ a Roma non ci sono? (O almeno non ne conosco l’esistenza…).
perchè se giochi al parco gratuito i soldi per la scuola calcio li cominci a versare a 10-11 anni invece che a 5-6
…E guarda che da ragazzini giocavamo in tutti i modi, quando non trovavi due pini vicini, bastavano due giacchette buttate per terra ed era una porta. Col supertele che lo tiravi da una parte ed andava dall’altra, e che festa che era quando arrivava qualcuno col Santos… a scuola (alle elementari) ce li toglievano perche’ erano pericolosi, e noi giocavamo sull’asfalto (pure bello ruvido) con le pignette dei cipressi! Quando finivano perche’ si rompevano o ci toglievano anche quelle, giocavamo con dei fogli di quaderno appallottolati. Li strappavamo a rotazione dal centro del quaderno, ma non ne potevi togliere troppi senno ti perdevi la grappetta al centro e sfasciavi tutto il quaderno con i compiti ed erano guai… Dopo un po’ qualcuno si arrampicava di soppiatto sui cipressi a prendere le pignette in alto, che poi erano le migliori perche’ erano quelle piu’ grosse e dure. E ricominciavamo con quelle. Quando riuscivamo a salvarle alla fine della ricreazione le nascondevamo nei nostri posti segreti, per riprenderle il giorno dopo. Mica sempre le ritrovavi, c’era un bidello che sembrava una montagna e che ogni giorno faceva il giro del parcheggio per trovarle e poi c’erano anche quelli delle altre classi che te le rubavano e poi ti dicevano che l’avevano presa dall’albero… Ma le pignette non son mica palloni che sono tutti uguali, le pignette sono tutte diverse e io quella me la ricordo che ci abbiamo giocato ieri…
Piu’ grandicelli perdevamo l’autobus dopo scuola per giocare su un campo che oggi si chiamerebbe multifunzionale: un piastrellato per pattini a rotelle con due canestri da basket, che ci facevano da porte e portiere. La regola era che valeva fare rimpiattino e che per far gol il pallone doveva entrare, la X di rinforzo della struttura del canestro era il portiere. Gia’ si giocava con una palletta da tennis o di gomma un po’ piu’ grande. Qualche volta con un pallone di cuoio, o meglio con la sua camera d’aria perche’ il cuoio se ne era andato gia’ da parecchio tempo. Sembrava un supertele, rimbalzava strano come la palla matta, ma era un pallone.
D’estate invece mi ricordo di partite a piedi nudi sul prato con un con dei palloni di cuoio veri, belli si’, ma duri, cosi’ duri e pesanti che dopo un cinque minuti per forza usavi il sinistro… il destro era gia’ cosi’ rosso che non ci potevi calciare. Ti servivano le prime due settimane ogni anno per anestetizzare i piedi manco fossimo tutti piccoli Bruce Lee alle prese con gli allenamenti per battere i cattivi, come quelli che vedevamo nei film cinesi (doppiati fuori sincro) che andavano in onda dopo pranzo sulle tv locali, quando nelle estati degli anni 70 era gia’ troppo caldo per uscire a giocare ed i grandi dormivano …
Gia’ questo mica sarebbe male (5 anni risparmiati, buttali via 😀 )…
… ma non e’ per questo. Quando a 10-11 anni alla scuola calcio giochi 2 volte a settimana, qualche altra volta potresti giocare nel parco e finiresti in squadre miste per eta’ e con compagni e avversari piu’ grandi (perche’ sei un po’ meglio della tua eta’… e cosi’ progredisci ancora piu’ velocemente…).
Dai su’, dare la possibilita’ di giocare in strutture attrezzate significa allargare la base ed il tempo giocato… in media avrai piu’ gente che gioca e pure che gioca meglio.
Va bene che il sistema è marcio e corrotto dalla cima e difficilmente si è interessati a programmare qualcosa come fanno in Spagna da anni ed anni, però non mi va nemmeno di tirare lo sciacquone e buttare via tutto di quello che si è visto in Italia-Germania U21 perché se si vuole avere qualche speranza bisogna lavorare sul materiale che abbiamo.
Se la Germania è una delle favorite alla vittoria finale (e secondo me non lo è) beh, l’abbiamo messa alle corde fintanto che Nunziata con la minchiata calcistica del 2025 non ha rovinato tutto. Il colpo di grazia l’ha dato l’arbitro anche nell’occasione del gol della vittoria dei tedeschi non ammonendo uno che era svenuto in area simulando un fallo e disturbando la visuale del nostro portiere.
Bisogna prendere qua e là quello che c’è di buono, come abbiamo fatto nel 2020-2021, cercare di mettere su un bel gruppo e dare filo da torcere alle nazionali più quotate e poi…hai visto mai…
Altro non si può sperare perché l’Italia (parlo della nazione) è questa e immaginare un cambiamento è cosa vana. Ormai è un Paese di poltrone e sofà come nello spot.
Siamo un Paese con molti lati positivi. Sicuramente tra i nostri lati positivi manca la valorizzazione dei giovani.
Molti lati positivi ? Va bè che l’ottimismo e’ il sciale della vita , mah ! Insomma .
Molti lati positivi…..quali secondo te anonimo? Fammi un elenco
C’era Gentile e l’Italia piccola non aveva mai giocato così bene. Poi qualcuno lo buttò fuori e cominciò il dramma dell’italietta che dura tutt’ora. Eppure era semplice. Bastava rimettere Gentile al posto che occupava con dedizione e bravura. Invece, niente. Povera Italia.
Ma quindi l’under 20 che è arrivata in finale ai mondiali due anni fa era allenata da Gentile?