Empoli-Bologna 0-3, andata semifinale Coppa Italia, il Bologna allenato da Vincenzo Italiano vicinissimo alla finale

Socc’mel foot: gli stupidi che pensano di clonare Bologna e rifarla altrove

1. Bologna: un modello che non si può clonare

Non si può clonare il Bologna altrove. Lo dico un po’ sull’esperienza tormentata e fallimentare di Thiago Motta alla Juventus e un po’ perché Bologna è un mondo a parte, se non perfetto, quasi ideale. Ho conosciuto gente eccezionale sul lavoro, e non solo quello di giornalista, che quando gli proponevano Milano o Roma per fare il grande salto rinunciavano. Oppure dopo averci provato ritornavano indietro perché a Bologna l’attrazione umana e ambientale è come la forza di gravità  e non consente il distacco. Lucio Dalla non avrebbe avuto alcun senso lontano da Bologna, anche se poi per lunghi periodi ne stava anche distante.

3. Giovanni Sartori, il segreto del boom del Bologna

 E probabilmente vale oggi anche per Thiago Motta o Italiano, per Zirkzee o Santiago Castro, per Calafiori o Freuler, per Orsolini o Dallinga e tutti quelli che Sartori ha imbarcato sull’arca, che hanno di fatto già portato il Bologna in finale di Coppa Italia. Gli orizzonti dell’annata boom cominciano a farsi più precisi e concreti, alla stessa altezza della conquista della Champions League lo scorso anno. Ma si potrebbe addirittura andare oltre.

  Lo stadio di Bologna è un grande salotto, andare allo stadio è la stessa cerimonia del pranzo della domenica, i tortellini in brodo, il ragù, la lasagna, la tavola dei parenti e via così. Vincere conta, credo almeno, e non è che si possa vincere tanto, ma l’importante è sentirsi bene.

  Certo poi se fai il calciatore o l’allenatore hai quasi il dovere di essere ambizioso e di cercare il massimo, ma un po’ di quel mondo ti resta sempre dentro. E tornerai sempre a cercarlo. Credo sia nel dna del club stesso: ricordo quel gran signore di Giacomo Bulgarelli, mito rossoblu, e che col Bologna avrebbe fatto anche quello che più o meno fa Sartori oggi, che pur facendo parte di un calcio antico, una volta smesso di fare il calciatore e anche il dirigente, si mise a fare il commentatore per Telemontecarlo. L’avanguardia culturale del calcio mediatico di oggi, tenendo un piede fisso a Bologna.

  Dieci anni fa il Bologna era in Serie B, Joey Saputo rappresenta quei manager di oltre oceano che non ti vogliono per forza dare lezioni di business e fare calcio al tempo stesso. L’imprenditore italo canadese ha costruito un club molto più italiano di altri, ha lasciato che la tradizione e il metodo restassero quelli nostri, non ha americanizzato nulla.

3. Italiano, da Firenze a Bologna: nuove sfide e vecchia sfiga

  Ha preso i migliori manager, da ultimo quel Giovanni Sartori, che prima aveva plasmato il Chievo e l’Atalanta, probabilmente il migliore. E dopo Thiago Motta, la cui freddezza e distacco ha ferito anche lui, la scelta di Vincenzo Italiano, che certo è uno molto distante dal carattere dell’italo brasiliano. Italiano cavalca l’onda popolare e come allenatore è in balia delle forze sovrannaturali della “sfiga” e del “culo” che sono i due poli opposti della condizione sportiva. Sul groppone porta il peso di due finali di Conference League e una di Coppa Italia perdute con la Fiorentina negli ultimi due anni.  

4. I 300 milioni di Saputo e il primo bilancio in attivo

  Saputo nel Bologna ha versato 300 milioni in dieci anni e quest’anno lo porterà all’attivo di bilancio. Il Bologna ha di fatto preso il posto del fenomeno Atalanta e soprattutto messo in forte imbarazzo club dalle possibilità dieci volte superiori come Juventus, Milan, Roma e così via. 

  La tentazione è quella di prendere Bologna e clonarla altrove e in grande stile. Ma è stupido anche solo pensarlo, perché Bologna non è quelli che da Bologna passano e basta, è molto di più. E’ una complessa dimensione dell’anima, possibile soltanto lì. Insomma non è come replicare i tortellini, che anzi è complicato parecchio pure quello.

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Giornalista sportivo, a La Repubblica dal 1983 al 2022, sono stato per 12 anni capo dello Sport. Prima e dopo sempre sport e calcio, dai campi di periferia fino ai Mondiali, da Gianni Brera fino a Internet, da San Siro a New York, da Wembley all'Olimpico, dalla carta alla TV. Autore di Bloooog!, il Bar Sport, per 14 anni dentro Repubblica.it. Ora in maniera assolutamente libera, autonoma, indipendente, senza filtri.

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Chakkko

E’ stato un derby comprensibilmente giocato al risparmio nell’ottica del doppio confronto, nel quale le squadre sono state attente a non scoprirsi troppo ed a non concedere troppi spazi invitanti all’avversario. Inter più manovriera, sia pure al piccolo trotto: Milan più attendista ma capace di ribaltare l’azione con più velocità e, purtroppo, di pungere al secondo vero tiro in porta. Bravi i nerazzurri, anche grazie all’entrata dell’armeno ed allo spostamento di Barella nelle sue zone, a recuperare lo svantaggio con Chala e la complicità di Maignan (il quale, peraltro, risulterà più impegnato di Martinez alla fine).

Per quanto riguarda i singoli, buone prove di De Vrij, Martinez e, ovviamente, il turco. Correa s’è mosso tanto a legare il centrocampo con l’attacco e, secondo me, ha fatto meglio di Thuram, poco mobile. Barella ha sbagliato troppo nel primo tempo giocando al posto dell’armeno mentre ha fatto meglio dal suo lato. Darmian aveva il compito di controllare le accelerazioni di Leao e di Theo, aiutato da un Bisseck che da centrale s’è fatto scappare Abraham, uno dei migliori tra i suoi. C. Augusto ha fatto il compitino, come Bastoni, mentre ha deluso Frattesi, sempre in affanno nel gestire la palla e, stavolta, pure impreciso sotto porta (il primo tempo poteva concludersi con l’Inter in vantaggio se non avesse sprecato tutto davanti al portiere rossonero).

Saluti

Luc10 Dalla

@Bocca, grazie per averci dato già in finale.
Oggi ho incontrato per strada un paio di lettori del Bloooog…li ho riconosciuti perchè si stavano tenendo stretti gli zebedei 😜

Il Regolamento

Ma sei serio? Va bene la scaramanzia, ma pensi che l’empoli possa farvene quattro?🤦‍♂️

Nicola81

Fatti i doverosi complimenti al Bologna per una stagione fin qui davvero eccellente, relativamente alla partita di eri sera vorrei aggiungere che l’atteggiamento con cui è sceso in campo (si fa per dire…) l’Empoli mi ha lasciato francamente perplesso. Capisco che per una squadra impegnata a centrare una difficile salvezza il campionato rappresenti la priorità, però io dico… raggiungi per la prima volta nella tua storia una semifinale di Coppa Italia e te la giochi in questo modo? Mah…

Claudio Mastino 62

Non conosco la realtà sociale di Bologna, non capito da quelle parti da diversi anni, sulla squadra attuale posso però senz’altro dire la mia; il grande merito di questa escalation della squadra del capoluogo emiliano bisogna darlo a Giovanni Sartori che in primis come direttore tecnico ha fatto grandi cose insieme a Campedelli nel Chievo costruendo insieme a lui il Chievo dei miracoli, poi sempre come direttore tecnico si è ottimamente comportato nell’Atalanta di Percassi ed attualmente sta facendo un più che
ottimo lavoro con il Bologna grazie anche alla grande abilità di Joey Saputo che da quando è diventato Presidente della squadra emiliana l’ha notevolmente migliorata in dieci anni avvalendosi sempre di validi collaboratori e dirigenti portandola dalla serie B ad una delle migliori squadre della serie A. La Juve avrebbe dovuto prendere Giovanni Sartori, altro che Thiago Motta che insieme a Giuntoli ha fatto più danni che altro.

commentanonimo

Se facciamo “sociologia” su Bologna, va detto che la realtà è un pò diversa. Ad esempio è tutta la Emilia-Romagna a stare al top su una varietà di indici economici ed umani, e forse Bologna non è neppure al top della Emilia. E poi di “miracoli” lì ce ne sono in serie, il Parma è in A, il Sassuolo domina la B e ci sono altre tre emiliane-romagnole, Piacenza è in semifinale di volley, Bologna è seconda in A1 di basket, etc. Al confronto il mio Piemonte offre pochino, la Liguria dimentichiamola…la Puglia con gli stessi abitanti se la cava con sole due squadre in A, ed il Taranto primo nel basket, a riprova che è la regione del Sud più sana (non me ne vogliano i meridionali), ma molto indietro rispetto alla Emilia.
Sulla squadra non saprei che dire, ma se c’è una cosa che si può evincere con certezza dalla performance del Bologna di quest’anno è solo che TM era un grande bluff, come alcuni di qua, incluso il sottoscritto, dicono dalla terza-quarta giornata, osservando da assoluto non addetto ai lavori la gestione talvolta assurda di tanti giocatori, e il calpestare tanti principi del lavoro di squadra, come non decidere chi è un capitano, e fare girare la fascetta come se fosse un foulard dato in premio. Non saprei che dire sul Bologna calcio perchè non vedendolo giocare, non so che dire. Ma qualcosa mi suggerisce che lunedì prossimo il campionato del Napoli possa finire al Dall’Ara.

Modifica il 17 giorni fa da commentanonimo
cipralex

Non frequento Bologna da una cinquantina d’anni ( tempi dell’università) ma vecchie conoscenze mi raccontano una città profondamente mutata rispetto al cliché che anche il nostro blogmaster propone.
Per quanto riguarda la squadra l’atout è sicuramente Sartori, quello che Giuntoli avrebbe dovuto prendere al posto di Motta.

commentanonimo

In cinquant’anni mi sa che son mutate profondamente un sacco di città…Torino, non la vivo da 35 anni ed è cambiata, Milano la vivo da 35 ed è cambiata. Forse Venezia rimane sempre più o meno uguale.

gian1950

Venezia più o meno uguale di 50 anni fa? Mi scusi, da quanto tempo non visita Venezia?

cipralex

Non mi riferivo alla Bologna di 50 anni fa ma al cliché che viene proposto quello di una città paciosa,godereccia e accogliente

Mordechai

“paciosa,godereccia e accogliente”
In assoluto magari no, ma rispetto alla media nazionale mi sa di sì.

occasionale

Il Bologna è forte.

Certo l’Empoli non è il Real Madrid ma superarlo sul suo campo con una tale scioltezza è indice di una squadra in grande salute sul piano tecnico e mentale – oltre che in bella forma fisica.

Per l’Inter la finale non sarà esattamente una passeggiata.

Dico per l’Inter perchè come milanista non ho buone sensazioni.
Se contro una squadra più forte ci giochi un tempo puoi pure incartargliela.
Se ce ne giochi due è già più difficile.
Se poi ce ne giochi quattro per un totale di 2 partite e 180 minuti mmhhhh …… difficile, molto difficile.

I miracoli però esistono, altrimenti che senso avrebbe giocarle, le partite, tanto varrebbe fissare il risultato a tavolino.
Mai come ora quindi la sponda rossonera del naviglio si appoggia alla fede.

Con un’avvertenza però: anche in presenza di un grosso miracolo la situazione della società non cambierebbe di una virgola, questo dev’essere chiaro, nè societariamente nè tecnicamente cambierebbe nulla.

Perchè la Coppa del Nonno è carina e ci tengono tutti ad accaparrarsela ma .. resta pur sempre la Coppa del Nonno.

comevolevasidimostrare

Letto e condiviso ciò che dicono Radar e Klaus, vorrei aggiungere che Italiano a Firenze non aveva sul groppone un rompicoglioni tipo Ibra, ma nemmeno un team societario degno d’una squadra di rango medio-alto. I tre obbiettivi raggiunti, e purtroppo persi, in soli due anni non sono da buttare al cesso.
Per me sarebbe l’allenatore adatto per detottizzare definitivamente la Roma. Il Sor Claudio pochi giorni fa s’inalberò, quando qualcuno propose per la panca il Gasp.
Con lui può lavorare un tecnico tipo Italiano, appunto, De Zerbi e anche Nicola.
A Bologna, ma anche a Firenze, il calcio non è al primo posto nei pensieri dei cittadini, diversamente da Roma e soprattutto Napoli.

Mordechai

Soprattutto Roma, direi. Non fosse altro che per il sanguinoso derby.

Darth Anthony

Tutto molto bello, peccato che dalla citta’ stiamo scappando tutti, e’ diventata invivibile, non tanto per i bolognesi (quelli oramai ce ne sono rimasti pochi) ma per la gestione da parte della amministrazione cieca e… non aggiungo altro.
Fino a 10/15 anni fa, era la citta’ piu’ bella d’Italia, ora e’ una mostruosita’, dispiace vedere il successo di una squadra che lo merita nel periodo piu’ sbagliato della sua storia.

Mordechai

Sono stato a Bologna l’ultima volta una decina di anni fa, per una settimana abbondante, a me la città è piaciuta molto e m’è sembrata piuttosto bene organizzata, comunque più di altre città che conosco (non solo a sud), però già all’epoca, chiacchierando con qualche “indigeno”, ho sentito parlare di (imprecisati) anni passati migliori.
Non so quali, francamente.

comevolevasidimostrare

….scappano perché Bologna sta diventando invivibile, essendo crocevia strategico della delinquenze organizzate oltre che il forte aumento della microcriminalità giovanile, nonostante il grande impegno delle istituzioni locali.
Firenze ha un turismo incontrollato che ingorga l’urbe antica ( 1,5 Kmq) e il proliferare di B&B anche negli scantinati.
Buonagiornata. ☕👨‍✈️

Mordechai

La vera forza del Bologna è la sua tifoseria : relativamente tranquilla e relativamente paziente; da quelle parti, si può programmare e lavorare con una certa calma e ci si può permettere qualche “disfatta”. Le cose, mi sembra di ricordare, sono state e tuttora sono vissute con … serenità.
Non in assoluto, ma rispetto ad altre piazze certamente sì; già a Firenze le dinamiche sono più agitate, a Napoli, Roma, Torino e Bologna, poi, non ti danno tempo manco per una sigaretta; soprattutto i tifosi delle tre strisciate vogliono tutto e subito, senza se e senza ma.

il radarista

Mah! Credo che la vera forza del Bologna sia la qualità dei giocatori e la superqualità di Italiano, allenatore di fascia superiore non ben compreso dalla Fiorentina. Non ho difficoltà a credere che squadre di fascia superiore lo abbiano adocchiato per integrarlo in un progetto più grande anche se, Bologna potrebbe tornare a essere la squadra che “tremare i mondo fa”. Tutto dipoende dalle ambizioni e dalla disponibilità della proprietà.
Comunque, auguri.

Mordechai

Ciao, ovviamente l’organico è valido ed il mister in gamba … ma il valore in più, secondo me, è proprio l’habitat/tifoseria.
Come scrive il blogmaster, non replicabile altrove.

il radarista

Non sono d’accordo neanche con lui. I tifosi sono tutti uguali. Se la squadra va bene raccoglie consensi, altrimenti viene trascurata. Poi tutto dipende da quanta delinquenza c’è in curva. A quanto pare sono le curve la parte più malata del calcio.

Modifica il 17 giorni fa da il radarista
Mordechai

Torino e Milano, chiedo scusa.

Scalpello

A chi interessa?

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Waters

Quando la storia fra Inzaghi e la Inter finirà – come tutte le storie – fra qualche anno, Italiano sarà probabilmente il naturale erede, credo abbia il profilo giusto per guidare la formazione italiana più prestigiosa.
Onesto,lavoratore,pochi proclami, proprio l’uomo che è l’ideale per il nostro grande Presidente👹

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