Tifo, che cosa ci dicono le bandiere di Roma-Atletico Bilbao
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Bandiere. Migliaia e migliaia di bandiere. Non c’è nulla di più bello di una notte allo stadio, e non c’è sport che emotivamente equivalga il calcio. Per un semplice motivo: che nella moltitudine smettiamo di essere noi stessi per diventare parte di un universo. Come un astronauta che nello spazio crede di essere una stella e di comporre il sistema universale ben oltre il granello di sabbia che realmente rappresenta.
Osservo lo Stadio Olimpico in uno sventolio di bandiere giallorosse come raramente si è visto e non se ne può rimanere indifferenti. Non ho più tempo né forse voglia di sapere o di comprendere una certa sociologia o anche composizione chimica del calcio che è finito col diventare tanta parte di noi stessi. Lo accetto così, senza una spiegazione metafisica, tanto complessa, pervasiva, profonda è diventata la sua istrusione.
Si va dal tifo più semplice e passionale (“Febbre a 90” di Nick Hornby) alla sua degenerazione violenta, becera e criminale (“La tribù del calcio” di Desmond Morris). Si parte da un amore puro e tutt’al più carnale per finire agli hooligans o ai recenti omicidi di mafia da stadio a Milano, perdendo così qualsiasi connessione tra punto di partenza e di arrivo.
A me francamente non sta bene già certo estremismo, il tifo portato a religione. Né voglio fare confronti tra le varie tifoserie – Napoli o Juventus, Milan o Inter – vale per tutti. La bandiera sventolata a un certo punto ci dice che il tifo va semplificato e riportato all’origine primordiale, per riscoprirne il valore, come se si dovesse ricominciare da capo. E per disconnetterlo totalmente dalle sue deviazioni.
L’aspetto più sorprendente e affascinante è che Roma-Atletico Bilbao valeva per l’andata di un ottavo di finale di Europa League, cioè sostanzialmente nulla. La partecipazione era/è totalmente disinteressata, emozione e basta, un sentirsi come un puntino luminoso parte dell’universo. La perfezione nell’infinitamente piccolo.
Il video è tratto da 1899 Mode Ultrà (X, @ultras1899_ ——— https://x.com/ultras1899_/status/1897755992642723868)
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Il tifoso della Roma dei tifosi è sempre er più… , il mio primo vagito è stato ” Forza Roma “
L’Equipe sabato 8 marzo 2025
Financial Times sabato 8 marzo 2025
La Stampa sabato 8 marzo 2025
La Repubblica sabato 8 marzo 2025
Il Sole 24 Ore sabato 8 marzo 2025
Il Messaggero sabato 8 marzo 2025
Il Mattino sabato 8 marzo 2025
Il Manifesto sabato 8 marzo 2025
Il Giornale sabato 8 marzo 2025
Il Foglio sabato 8 marzo 2025
Il Fatto Quotidiano sabato 8 marzo 2025
Domani sabato 8 marzo 2025
Corriere della Sera sabato 8 marzo 2025
Gazzetta dello Sport sabato 8 marzo 2025
Corriere dello Sport sabato 8 marzo 2025
Tuttosport sabato 8 marzo 2025
Confesso che a me lo sventolio delle bandiere giallorosse è piaciuto molto, l’ho trovato quasi…romantico.
Non vorrei attizzare polemiche, ma i tifosi romanisti, quando “sono in giornata” hanno e hanno sempre avuto una marcia in più rispetto agli altri.
Come quando millemila anni fa (o lo fanno ancora?) intonavanoa squarciagola l’inno di Venditti.
Beh…ricordo pure io quando lo cantavano. Ad esempio con la Roma di Falcao che ha perso la Coppa dei Campioni contro il Liverpool. Che squadra. Con Liedholm. Che gioco fantastico col possesso palla e poi la ripartenza improvvisa. Quello stadio meritava la Coppa.
La prima grande delusione sportiva della mia vita. Andai a letto sull’orlo delle lacrime e odiando con tutto me stesso il pagliaccio che avevano in porta.
(Poi, da juventino, ne sono arrivate parecchie altre in finale…)