La Juventus, il peccato originale di Marotta e la grande ansia da rifondazione
Juventus in fibrillazione da calciomercato. Non c’è dubbio che il 2025 sarà l’anno della Juventus: nel bene o nel male. L’ultimo scudetto data 2020 e faranno così 5 anni. Che oggettivamente non sono molti, ma troppi per la Juventus, soprattutto al ritmo degli scudetti vinti negli anni 2000.
Già quello, il 2020, era un anno di rifondazione, da cosa non si sa visto che comunque uno scudetto con Allegri l’avevano vinto, perché c’era Sarri in panchina. Ma era comunque la Juventus di Buffon e Szczesny, Barzagli, Bonucci e soprattutto Cristiano Ronaldo. Sembra passato un secolo, ma è solo un lustro.
La rifondazione della Juventus finì col licenziamento di Maurizio Sarri, che è già un paradosso. Per tentarne un’altra, di rifondazione, con Andrea Pirlo. E per fare ovviamente la stessa fine. E per continuare con la restaurazione di Massimiliano Allegri. E per fare l’ennesimo tentativo di rinnovamento/rifondazione con Thiago Motta. E siamo così all’oggi.
Alle spalle in questi ultimi due anni, chiusasi l’era Agnelli, anche un’intera nuova società. In cinque anni sostanzialmente un altro club, anche se i soldi, alla fine sono sempre quelli della Fiat e della stessa dynasty familiare. Anche se in questo tempo di soldi ne sono andati via a miliardi interi, altroché…
Contemporaneamente in questi cinque anni un progressivo indietreggiamento della rosa per l’incapacità soprattutto di vedere nel futuro con una nuova e più opportuna illuminazione manageriale.
Non c’è dubbio nemmeno che l’errore più grave, la mossa più irrazionale, da parte della Juventus, sia stata determinare la condizione per la rottura totale con Beppe Marotta. Che perfidamente ha portato il miglior know how bianconero all’Inter, rivale storica della Juventus.
La Juventus non solo ha fatto come Tafazzi su se stessa ma ha finito col rafforzare la principale concorrente. Regalandole non solo un fior di manager, ma addirittura un presidente.
Antonio Silva, Tomori, Skriniar, Zirkzee, Kolo Muani, Tonali, Danilo, Mbangula, Yildiz, Fagioli: chi ci capisce qualcosa è bravo. Adesso si sente forte una grande ansia della Juventus sul calciomercato, per mettere una pezza si rischia l’ennesima confusa e disperata rimescolata che nessuno sa dove porterà. Avanti così ci vorrà almeno un altro lustro solo per capire dove andare a sbattere.
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Fabrizio Bocca
Giornalista sportivo, a La Repubblica dal 1983 al 2022, sono stato per 12 anni capo dello Sport. Prima e dopo sempre sport e calcio, dai campi di periferia fino ai Mondiali, da Gianni Brera fino a Internet, da San Siro a New York, da Wembley all'Olimpico, dalla carta alla TV. Autore di Bloooog!, il Bar Sport, per 14 anni dentro Repubblica.it. Ora in maniera assolutamente libera, autonoma, indipendente, senza filtri.
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In effetti dopo 10 anni di dominio assoluto ad A.A. sono venute un po’ di vertigini che stante la coincidente pandemia e l’assoluta inadeguatezza di Paratici hanno complicato il necessario ricambio generazionale (operazione comunque mai semplice).
Sono così rispuntati i soliti avvoltoi pavidi e vigliacchi a cercar di approfittare della situazione aiutati anche dal potere che l’ingenuo Andrea aveva sfidato.
Il bottino è esiguo e il precipizio vicino.Gli rimane il cartone. Poracci.
Ora è stata fatta la necessaria chiarezza (pulizia) in società e il vertice si occupa dei conti mentre Giuntoli si occupa di calcio.
L’inizio come inevitabile ha visto qualche operazione sbagliata e qualche altra buona ma è stato soprattutto funestato da infortuni numerosi e (alcuni) gravi costati più di qualche punto.
Sfiga permettendo la juve è ancora in corsa per tutto, anche lo scudetto…io ho buone sensazioni…
Un cumulo di cazzate simile, tutto in fila senza prendere fiato, riconcilia col mondo. Se il vertice (oddio, c’è un vertice?) si occupa dei conti, possiamo dormire tra due guanciali, Stellantis docet. Già non c’è una lira in cassa, se poi non ci s’attrezza a coprire i previsti 100 milioni di prossima perdita svendendo un pò di argenteria farlocca, sperando ci sia qualcuno che se la prende, si va all’ennesimo salasso. E se i sudati soldini delle svendite, il Giuntoli (oddio, qualcuno poteva pensare fosse altro?) li investe in affaroni come Djalò e Diaz, o in prestiti da saldare come nell’ultimo mercato da rigattiere, si dorme tra tre guanciali. Tutti prestiti, salvo quelli strapagati cash. E non ve li prestavano no, è gente che sa fare i conti, mica come te, vecchio mio. Occhio alle quarte, che il rosso ci mette niente a passare a 150 milioni. Alla fine, un altra quaglia che sogna di essere aquila, come agnellino credeva di essere un toro miura e di poter fare a ameno del pastore badante Marotta. Sveglia, vecchio io, vatti a fare due secchielli in campo pratica. E tieni la testa ferma e fredda, che l’anno zero rischia di procastinarsi sine die.
Marotta in effetti è stato l’architetto del leggendario triplete, come dimenticarsi della doppietta del sommo Pazzini a Roma nella grande Samp costruita dal mostro👹…portata al quarto posto e quindi in Champions
Salud
en passant, qui si prosegue sulle due pere a partita, come predisse sciamano cipralex. A volte tre, a volte sei, a volte una, ma due di media son garantite. Lunga vita, shaman
Quattro pere a domicilio giap… 😂…arrenditi…
ma certo, Pasquale
Ma siamo al quinto anno zero in fila, se continua così ci vorranno i teoremi matematici. Parlassero meno, i tempi si accorcerebbero.
E intanto sta andando avanti il processo su come i Drughi imponevano il loro volere alla tifoseria e alla società juventine , in secondo grado Mocciola si è beccato otto anni, più quattro anni e spiccioli a ciascuno di altri quattro suoi gregari, adesso vediamo che dirà la Cassazione…
Della serie come darsi la zappa sui piedi…
Sei uno specialista della materia, vecchio mio, conservati.