O ammazziamo una volta per tutte quel che resta del tiki taka o il tiki taka ammazzerà il calcio
Sarà un bel giorno quando celebreremo il funerale del Tiki Taka – che è forse alla fase terminale del suo sterile ciclo, ma non ancora completamente morto. Purtroppo. – il mortifero sistema di gioco scimmiottato dai campioni del Barcellona, ideologizzato e trasformato maleficamente in una burocrazia tattica che ci insegue e ci perseguita. Sfinente per chi lo pratica e soprattutto mortale per chi lo osserva. Allo stadio e particolarmente alla tv.
Dieci minuti di ripetuti e inutili passaggi laterali provocano sonnolenza, ipnosi, intorpidimento, principi di demenza, inappetenza, dissenteria, e in rari momenti di aggressività e ira la forza estrema di prendere il telecomando e cambiare canale. Quando non si viene anestetizzati e ci si addormenta prima.
Il calcio non ha capito che un certo tipo di calcio – spolpato del talento e privato dei grandi interpreti, rallentato manco si giocasse in partenza alla moviola – votato alla sola ricerca di un buco nella trama dell’avversario che del resto fa altrettanto, paragonabile al tennis giocato unicamente con delle mazzate dal fondo del campo aspettando che l’altro la mandi lunga o in rete, o alla Formula Uno in cui i sorpassi non si fanno o si fanno solo al cambio di gomme, o a quei tapponi di 200 km in pianura del ciclismo in cui ci si dà battaglia solo per la volata sotto lo striscione del traguardo, ha fatto il suo tempo.
Sarà anche calcio, questo non posso negarlo, ma è pure perdita di tempo. Soprattutto per chi potrebbe in quel momento fare altro.
Non è un discorso tecnico o da addetto ai lavori questo – il possesso palla potrà avere anche una ragione plausibile, non lo nego – ma da osservatore, spettatore e telespettatore. Non se ne può più di questo calcio lento e orizzontale, senza dribbling, senza rischi, senza considerare la porta avversaria come obiettivo e ragione stessa della propria attività. Troppe partite oggi si traducono nell’attesa del nulla.
Non sto qui a farvi la storia del Tiki Taka, so che un giorno mi imbattei nel termine, e scrissi che su un giornale spagnolo avevano tirato fuori questa nuova parola onomatopeica – una semplice trasposizione del nostro titic titoc con cui noi fin dagli anni 60 identificavamo la melina e la perdita di tempo – per identificare il gioco del meraviglioso Barcellona di Messi e Guardiola. Già in partenza dunque il termine conteneva un seme di critica e disapprovazione, poi però la rivoluzione era avviata, proseguita senza Messi, Iniesta, Xavi etc, e dunque si è aperta l’epoca di questo gioco orizzontale e intontente. Che altro non è che un catenaccio in forma diversa e più paracula. Solo che il catenaccio si è preso il marchio d’infamia e il Tiki Taka il Nobel del football.
Credo che la tv abbia cambiato profondamente non solo il modo di guardare il calcio ma anche di giocarlo. La tv paga per trasmettere il calcio e pagando è diventata non solo acritica, ma fa addirittura come l’oste che decanta per vino buono quello che vino buono non è. Ritrovandosi il calcio circondato solo da tifosi e non avendo più chi culturalmente ed esteticamente lo indirizza. Non lo so, ma io credo che il calcio giocato così non piaccia a nessuno, ma i telecronisti non ce lo dicono, i commentatori ex calciatori figurati, tranne rare eccezioni fanno esercizio di leccaculismo e non so nemmeno per quale masochismo, dunque, andiamo avanti così. Noi guardiamo il calcio per emozionarci e il calcio fatto così è invece la pace dei sensi, la negazione di qualsiasi sentimento, una pratica da ufficio pubblico.
Non la faccio lunga dunque, pensando che sia impossibile cambiare regolamento e spostare le porte sui lati lunghi del campo o ammazziamo una volta per tutte il Tiki Taka (costruzione dal basso compresa), o il Tiki Taka ammazzerà il calcio.
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Mercoledì 25 settembre 2024
O ammazziamo definitivamente il tiki taka o il tiki taka ammazzerà il calcio
Domenica 22 settembre 2024
Domenica 22 settembre 2024
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[…] perduta e poi ritrovata. O anche un portafoglio fate voi…. Con fiducia e pazienza dopo … […]
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[…] O ammazziamo definitivamente il tiki taka o il tiki taka ammazzerà il calcio […]
Interessante il soggetto del blog oggi.
Il nome deriva dall’antico linguaggio Incas e significa approssimatamente “Non mi interessa nulla di te”, intraducible in italiano moderno.
Il nome prende spunto da un lago nella zona tra Peru’ e Bolivia, ove gli Incas facevano sacrifici umani, cantando in coro mentre affogavano le vittime.
Viene portato in Europa da Francisco Pizarro, e ha preso poi diversi significati, anche piu’ scurrili, essendo gli spagnoli dell’epoca molto sboccati. Pizzarro era nato a Trujillo, nell’Estremadura, da genitori poverissimi emigrati dalla Catalunya. Con le ricchezza acquisite a scapito dei poveri Incas, la famiglia Pizzarro torna al paesello, portando ori, incensi e anche le tradizioni e linguaggio imparato in Peru’.
Dopo secoli, la parola viene persa, come chiaramente indica Google Trends, ma torna di moda circa venticinque, trenta anni fa, sembra a Barcellona. Guardiola, originario di Santpedor, un paese a pochi chilometri da Cardona, paese dei genitori del famoso Pizzarro, impara il temine sin da piccolo, ma lo storpia in tikitaka, forse per la tenera eta’.
Morale della favola, il termine tikitaka e’ un oltraggio verso la squadra avversaria, che non vedendo palla poi si sente pure dire “non mi interessa nulla di te”….
Bocca auguri, ma un tema piu’ interessante no…..
Al cuore Fabrizio, al cuore. Se vuole uccidere il Tiki Taka deve colpirlo al cuore
meglio alla testa, visti i risultati di Ramon;
[…] O ammazziamo una volta per tutte quel che resta del… 13 ore fa by carta vetrata […]
La Juventus è riuscita a contenere la perdita di bilancio sotto i 200 milioni (esattamente 199,2), ancora eredità del Covid del 2020. Si prevede il pareggio di bilancio nel 2027, quando si auspica verrà trovato un vaccino verso questa particolare forma di Covid ad unum, resistente ad ogni trattamento. Flebo di capitali in dosi massicce, terapia Giuntoli da sbilancio di mercato, fondazioni identitarie da esposto archiviato, A.I. sparsa a piene mani, guaritori vari, finora non hanno avuto successo. In buona sostanza, serviranno altri 320 milioni. Salvo giuntolate, eh
uhm, solo adesso leggo che nel derby genovese ci sono stati una cinquantina di feriti, perlopiù agenti;
si bisbiglia di un Genoa-Juventus a porte chiuse, come mai non insorge la DN che infesta il bloggo?
ah, già, non per nulla è una DN;
Innanzitutto vorrei restare in tema, cioé quello della sezione in corso: tiki taka.
Ormai ho un’età considerevole che mi consente di dire che guardo calcio da minimo 60 anni anche se quando ero più giovane, pur essendo tifoso come oggi, trovavo più soddisfazione e piacere a giocarlo, cosa che mi ha portato a calcare i campi più disagiati delle categorie dilettanti in Campania e, in particolare, a Napoli e provincia (parliamo degli anni ’70 del secolo scorso). La questione del tiki taka in contrasto con altri tipi di gioco, devo essere sincero, non mi appassiona più di tanto. Cosa voglio dire? Io, da ex talebano del gioco all’italiana, mi sono convertito ad una visione più poliedrica che mi porta a dire che il calcio ha di bello che può essere declinato in più modi, tutti egualmente validi se interpretati al meglio delle sue caratteristiche. Tanto più, che il modulo vincente non esiste, altrimenti tutti lo userebbero ma, poi, questo creerebbe un’altra contradizione perché vince uno solo e, quindi, tutti gli altri usano un modulo non vincente. Sì, forse avete ragione, è una spiegazione un po’ ingarbugliata e, forse, confusa ma non so fare di meglio. Ma lasciamo da parte questa filosofia spicciola e veniamo a quel che volevo effettivamente condividere con voi. La questione sul tiki taka mi ha fatto accendere una lampadina della memoria che si collega ad un’altra considerazione pseudo filosofica: nessuno s’inventa qualcosa di nuovo (nel calcio intendo). La memoria era un po’ confusa ma io questa cosa l’avevo già vista. Mi sembrava di ricordare qualcosa legata al Perugia degli anni ’70, ho un po’ frugato sul web e alla fine l’ho trovata e non era il Perugia. Qualcuno si ricorda della Ternana di Corrado Viciani? No? Normale, eppure all’epoca fece abbastanza scalpore la Ternana e il suo “gioco corto” propugnato da Viciani che portò la squadra umbra nel 1972 alla promozione in serie A, cosa che a Terni creò un entusiasmo senza pari anche perché gli odiati cugini e corregionali del Perugia, all’epoca, non erano mai saliti nella massima serie. E dopo questo sproloquio lascio a chi sa scrivere meglio di me il racconto di questa storia.
https://storiedicalcio.altervista.org/blog/gioco-corto-la-ternana-corrado-viciani.html
‘Nce vedimme
PS: auguri Fabrizio e se ti capita fatti una capatina dalle nostre parti.
sempre su san Siro, un altra cosa che non si capisce è il perchè vogliano farne uno nuovo inssieme, quando a Londra ne hanno 10 ognuno il suo, perfino a Torino ne hanno due. Per spartire i costi di gestione? ma và. Logica vorrebbe che una prende San Siro e l’altra ne costruisce uno nuovo, e mi sa che la manfrina finirà così.
La costruzione di uno stadio nuovo in Milano città oggi compete con 1000 altre cose molto più interessanti (redditizie per mq) per cui si devono spostare lontano. Il costo decolla, l’appeal è basso. Quindi il motivo per cui non lo fanno da soli e forse neppure insieme è molto evidente, senza un terreno di proprietà non vanno da nessuna parte, è solo aria fritta. Se va bene, questi devono andare in provincia di Novara per trovare qualcosa che si possono permettere, dammi retta. Tutto qua. Adesso sbattono via da lla città pure…Città Studi, altro che stadio.
di fatto la questione verte tutta sulla valutazione che farà l’Agenzia delle Entrate sia sullo stadio che sulle aree circostanti. Va da sè che i valori/mq in zona San Siro son diversi rispetto a San donato o Rozzano. Il tutto, con due società che fanno oltre 70.000 spettatori a partita, e che hanno piantato questo bailamme per ricavare ca. 5.000 posti vip ad alto rendimento sostitutivi degli attuali. Stiamo parlando, su base annua, di pochi milioni di incassi incrementali, più o meno quanto si incassa contro il Como o l’Empoli o dalal vendita di una ragazzo della Primavera. Per non parlare di costi di gestione , manutenzioni ord. e straord., e/o di solo ammortamento di un nuovo impianto da 700 milioni (quello juve, con metà capienza vero, è costato 155, meno di un quarto e solo 15 anni fa, mica ai tempi del new deal). Oggi per tutto ciò i due feroci duellanti pagano al comune un canone di 10 milioni, 5 a testa. I soldi li hanno, anonimo, ma non son così scemi da investirli in un b.p. farlocco. Finchè non trovano la formula cerino in mano, la commedia continua. oggi si apprende che non c’è alcun vincolo della sovrintendenza sul secondo anello, e se c’è non vale per i privati, e se c’è scatta dal 2025 dopo i canonici 70 anni, e se c’è è scavalcabile da una società mista. Chi lo avrebbe mai detto?
appena saputo : tanti auguri al nostro BM !!! 🎂🎁🎉
avrei una battuta cattiva sulla punta della lingua ma l’ingoio ;-P
Il tiki-taka è uno stile di gioco nato in Spagna che consiste in un prolungato possesso di palla e di corti e fitti passaggi nella metà campo avversaria in modo da evitare azioni offensive da parte degli avversari per poter farli correre a vuoto e sfiancarli e poi colpirli al momento giusto con improvvise verticalizzazioni. Per attuare questo sistema di gioco come per tutti gli altri sistemi è chiaramente necessario avere gli interpreti giusti e l’allenatore che sa il fatto suo è quello che adatta gli schemi in base agli uomini che ha a disposizione, non il contrario.
Il Barcellona di Guardiola ha ottenuto grandi risultati con il tiki-taka grazie però ai vari Xavi, Iniesta, Messi, tutti giocatori brevilinei dal baricentro basso dotati di eccellente tecnica individuale e di grandi capacità tattiche, rapidissimi nello stretto ed
in grado, come solo i grandi giocatori sanno fare, di prevedere il possibile sviluppo dell’azione e di conseguenza, prima che gli arrivasse il pallone di sapere già come giocarlo.
Non bisogna però confondere il tiki-taka con la melina che è nata in
Olanda, stle di gioco che attua di solito la squadra che sta vincendo o pareggiando e vuole conservare fino alla fine della partita quel risultato e per far ciò cerca di mantenere il più a lungo possibile il possesso della palla senza però cercare di attaccare e di scoprirsi.
Il catenaccio è un’altra cosa ancora, i maggiori interpreti sono stati in primis Nereo Rocco e poi ultimamente anche Mourinho che
spesso metteva un pullman davanti
alla porta per poi ripartire con veloci contropiedisti.
Auguri e che tutti gli anni a venire siano solo primavere.
OK. Il calcio.
Il Napoli, pur facendo una brutta partita ha battuto il Palermo 5 – 0. Incredibile ma vero. Al prossimo turno affronteremo la Lazio e se si giocherà a chi sbaglia di più, certamente vincerà il Napoli, Il Ghiro permettendo.
Hei, ma oggi è il compleanno del nostro blomaster, tanti auguri Bocca!
eh poteva mettere una finestrella pop-up che ci avvisava, tanto una più una meno. Auguri comunque 🙂
Auguri dunque. Che si festeggi e ci racconti una storia come fa il Vipe.
Grazie. Un grande abbraccio. Fab
Auguroni Fabrizio…
Grazie, un grande abbraccio Fab
auguri di buon compleanno. Si mantenga
Auguri 🥳🥳
Saluti
ROMA – ATHLETIC BILBAO 1 – 1
Juric decide di modificare la squadra vincente di domenica, inserendo Hermoso, Konè e Baldanzi, fuori Pisilli, Pellegrini e El Shaarawy. Nei baschi mancano due titolari, Unai Simon e Alvarez, mentre il temibile Nico Williams per ora resta in panca. Arbitra il bulgaro Kabakov, con Draganov al VAR.
Sarò breve, la Roma passa presto con una splendida capocciata di Dovbyk, poi cerca di amministrare il vantaggio, e ci riesce fino all’ingresso di Paredes tra i giallorossi e di Nico Williams nell’A.B.. Fallo di Mancini su Nico, punizione, cross per Nunez che di testa centra per Paredes, quello dell’A.B., altra testata e Svilar si deve arrendere, per la Roma non c’è tempo per rimediare. Insomma Juric ha prima dato, poi preso due craniate contro le Paredes, adesso è ancora intontito, vedremo domenica col Venezia come reagirà la squadra.
Domenica?
C’è un veneziano doc venuto dal Nord e non da Cipro. Non sarà Otello ma Sigfrido.
il tiki taka – vero – è quello che non ci ha fatto toccare palla agli ultimi Europei contro la Spagna. Non mi sembra una cosa da buttare via, diciamo che devi avere gli interpreti buoni altrimenti, sì, diventa una serie di passaggi inutili.
Insomma, ma si deve vincere o essere divertenti? Fratelli di Catalano astenersi da risposte scontate
dipende da chi risponde;
un napoletanista ti direbbe che conta solo divertirsi col bel gioco, vincere è secondario;
tutti gli altri in fondo al cor direbbero che l’unica cosa che conta è vincere, fosse pure in cartoneria;
Si deve vincere.
Per il tifoso i due aspetti sono assolutamente complementari: se vinci ti diverti e ti diverti se vinci.
Dinamo Kiev – Lazio 0-3
Esordio della Lazio in Europa League senza troppi affanni con una buona prestazione ed una larga vittoria per tre a zero con la Dinamo Kiev ad Amburgo.
Sicuramente non era la Dinamo Kiev di Blochin ma la squadra biancoceleste ha comunque dimostrato una buona condizione fisica, un’ottima fluidità di manovra
ed una certa varietà e fantasia a centrocampo ed in attacco, le occasioni da rete sono state diverse e la vittoria sarebbe potuta essere ancora più rotonda nel punteggio; i nuovi si stanno inserendo bene ed anche coloro che di solito siedono in panchina hanno svolto direi egregiamente la loro parte. Però non è tutto oro quello che riluce ed in difesa si sono riviste le solite pecche, non per niente Provedel è stato uno dei migliori in campo ed in attacco l’ottima prova dei biancocelesti è stata agevolata dalla mediocrità della difesa ucraina, veramente imbarazzante in alcune situazioni, sembrebbe così a naso che la squadra di Kiev abbia diversi problemi nel reparto arretrato.
Come ho già accennato in precedenza Baroni a quanto sembrerebbe sta creando una Lazio piuttosto offensiva ed i risultati gli stanno dando ragione ma è in difesa che le le cose non vanno come dovrebbero ed è necessaria a mio modo di vedere una maggior cura del reparto arretrato.
Le pagelle dei laziali: Provedel 7,
Marusic 6, Patric 6, (Gila 6), Romagnoli 6, Pellegrini 7, Vecino 6,5; Rovella 7; Tchaouna 6, (Isaksen 6), Dele-Bashiru 6, (Noslin
s.v.), Pedro 5,5; (Zaccagni 5,5), Dia 7,5; (Castellanos 6). Baroni 6,5
Pessimo l’arbitro greco nella distribuzione dei cartellini, il pestone su Zaccagni da parte di un
giocatore ucraino non è stato volontario e quindi era più che sufficiente il cartellino giallo, anche per Noslin bastava un’ammonizione, il cartellino rosso è un’esagerazione, infine Romagnoli non andava assolutamente sanzionato.
E i giovani di Luna Rossa vincono alla grande la Youth American Cup!
pari pari a quello che fanno nel calcio;
Bocca, un threadino sulla caduta delle sedicenti grandi in coppitaglia no?
il vero tiki taka, e la sua sublimazione, è quello che stanno attuando le milanesi con lo stadio di San Siro. Lo prenderanno per sfinimento.
C’è da dire che in questo caso la costruzione dal basso sembra inevitabile.
e magari anche il rinforzo nei pilastri di fondazione.
Sotto con l’Europa League…
DINAMO KIEV – LAZIO 0 – 3
Per il duro scontro con gli ucraini Baroni richiama in servizio Romagnoli, Rovella e rischia un ampio turnover, schierando una specie di Lazio B, il risanato Castellanos va in panca con Lazzari, Gila, Tavares, Guendouzi, Isaksen, Noslin e Zaccagni. Castrovilli è fuori lista, Gigot è fuori condizione, unico sacrificato quel povero Christos di Mandas, io con un arbitro greco lo avrei schierato. Dinamo con due titolari infortunati (Mykhaylenko e Voloshyn) e un match “casalingo” da giocare fuori casa, cerchiamo di approfittarne. Terna arbitrale greca, in campo Sidiropoulos, al VAR Evangelou.
Passa troppo presto la Lazio, bello scambio tra Pedro e Dia, che si libera in area e buca Bushchan con un secco rasoterra, 0-1. La Dinamo cerca la reazione, si fa male Ceballos, entra Bilovar, sbaglia Marusic, punizione di Shaparenko, blocca Provedel, tiro di Tchaouna, para Bushchan, che blocca anche il cross di Marusic. Raddoppia la Lazio su errore difensivo ucraino, lancio perfetto di Vecino per Dele-Bashiru, che entra in area e la imbuca nel sette, 0-2. Poco dopo arriva anche il terzo, cross invitante da dx di Dele-Bashiru per la testata micidiale del solito Dia, 0-3. Esce di pugno Provedel che poi blocca il tiro di Pikhalyonok, punizione di Brazhko, devia in corner Provedel, tiretto di Vanak, Yarmolenko tira ma Provedel salva ancora.
Ripresa: tiretto di Marusic, tiretto di Shaparenko, escono Patric stirato e Tchaouna, dentro Gila e Isaksen, che si incarta da solo in area ucraina, poi Pedro, Isaksen e Dia si pappano il quarto gol, giallo a Dubinchak, dentro Braharu e Rubchynskyi, ma anche Taty e Zac per Dia e Pedro, errore di Zac, Provedel salva su Brazhko, il povero Braharu si becca un rosso forse immeritato, dentro Noslin per Dele-Bashiru, testata deviata del Taty, rosso a quel bischero di Noslin che ha sgomitato Dubinchak, dentro Guerrero e Andriyevskyi, giallo immeritato a Romagnoli, attento Provedel a deviare la botta di Andriyevskyi, giallo a Mykhavko, la partita si chiude sull’ultima parata di Provedel sul tiro di Brazhko. Lo chiamavano Provvidenza, clean sheet grazie a lui.
Le pagelle: Provedel 8; Marusic 6, Patric 6,5 (Gila 6), Romagnoli 6, Pellegrini 7; Vecino 6,5, Rovella 6,5; Tchaouna 6 (Isaksen 6), Dele-Bashiru 6,5 (Noslin 4), Pedro 6.5 (Zaccagni 5,5); Dia 7 (Castellanos 6). All.: Baroni 7.
Tra gli ucraini bene solo Brazhko e Kabaev, mediocrità generale. Discreto l’arbitro greco.
Bocca, vedendo quanto Bloooog stia perdendo l’interesse del nutrito gruppo che giornalmente postava e commentava non le viene nemmeno per sbaglio l’idea di, almeno, togliere questa Inter di pubblicità a tempo – che peraltro oltre a indispettire fa immediatamente stare sui coglioni a tutti l’inserzionista e detestare il prodotto pubblicizzato – o vuole deliberatamente mandare tutto affancookie?
basta informarsi e la pubblicità sparisce;
es.: malgrado abbia elargito ben nove euro a La Stampa per poter leggere tutti gli articoli del sito per un anno, su Firefox devo sorbirmi pubblicità, su Brave no;
inoltre un bloggarolo in un altro thread diceva che non vedeva quella che sta ammazzando il bloggo, avendo Apple e (suppongo) Safari;
‘nsomma, come nella vita reale c’è chi sa e chi no, l’istruzione conta;
In effetti, mi rendo conto di essere un analfabeta informatico per cui mi tocca sorbirmi le ingerenze della pubblicità. Ho tempo disponibile e va bene così.
Ma se uno non ha le tue competenze informatiche, cosa fa? Inoltre, è vero che l’istruzione conta, moltissimo direi, ma non si può sapere tutto di tutto. E qui si tratta solo di scrivere due righe su un blog, mica un trattato scientifico. Firefox, Brave, Safari per me son cose oscure. Quindi, cosa fare? Per guidare un auto, basta la patente, mica devi sapere come e perché funziona. Se ci dai istruzioni semplici, a prova di incapace negato, magari ci riusciamo.
Anche a me piacciono gli spaghetti con le polpette, meglio conosciuti come il “pranzo di Pulcinella”.
competenze? sono un semplice pensionato con maturità classica;
quanto alla patente non credo che non abbiano dato qualche rudimento su come e perché funziona, almeno a chi ha frequentato una scuola guida e non preso la patente solo pagando;
cmq il web è di là -> invece di cercare notizie sull’affaire del principe e dell’imprenditrice o su come sta il bicipite di un calciatore basta cercare come evitare la pubblicità invadente;
tra la ricerca dell’affaire del principe o sul bi(quadri)cipite e la ricerca sulla pubblicità da evitare, c’è un intero mondo web da cercare. Secondo priorità. Qualche rudimento sui motori lo abbiamo, cilindri, pistoni, giunti, carburatori, radiatore, batteria, cambio, ecc.. Ma adesso non serve a nulla, perfino i meccanici devono collegare il tablet per capire un guasto. Insomma, non vuoi aiutarci, noi disinformatizzati.
gli è che a me sembra una priorità capire come funziona e i pericoli che comporta qualcosa in cui siamo immersi ventiquattr’ore su ventiquattro;
pensaci un momento: smartphone, autoradio, smartv, tablet, computer, smartwatch, cornici digitali, elettrodomestici, ecc…
capire come difendersi è davvero più difficoltoso di come farli funzionare?
vabbè, vo a vedermi la vela, non è che mi interessi molto, ma devo sfruttare i 15 euro mensili che mi sono deciso a sborsare;
Commento utilissimo, ma solo per la tua vanità e il tuo parlarti addosso…
grazie, molto obbligato;
contento tu
personalmente mi sembra una gran brutta fine diventare un waterz in versione vecchio fricchettone…
TikiTaka boh. Noioso. Sì. Però se fatto bene…Qualcuno ha parlato dei lanci di Bonucci. Belli. Però ne fa 2 o 3 a partita, il resto, noioso. Sintesi. Pe rme, il vero problema non è il tikitaka ma l’eccesso di partite inutili, l’eccesso di arbitraggi discutibili, l’eccesso di costo per gli abbonamenti che uno si deve comprare tre abbonamenti per seguire una squadra che fa tre partite in otto giorno di cui una sono spompati, l’eccesso di commentatori inutili. In sintesi, inflazione di partite, inflazione di giocatori, inflazione di parole, inflazione di costo, tutto controllato da una UEFA che fa cabip. Fate voi, anche solo 100 milioni di abbonamenti per 60 euro al mese, fanno 70 miliardi all’anno per trasmettere decine di partite, le più del cavolo. No, non è il tiki taka, è il sistema che mi fa dormire.
Vero quel che scrivi. Però è anche vero che l’attuale overdose di eventi a pagamento è voluta principalmente dai protagonisti, gli atleti. IL resto del circo è contorno, agenti, società, sponsor, tifosi. Gli atleti per primi, e senza manco essere sindacalizzati, spingono per massimizzare i guadagni, salvo poi lamentarsi dei troppi impegni. Se si va a vedere i numeri reali, il costo del personale – nei big team che son quelli che reggono la baracca di ricavi ed audience – si arriva ad oltre l’80 % con punte del 90 %. E dal lato degli atleti, oltre le lamentele pelose sull’impegno usurante, non arrivano proposte di revisione contrattuale (alcun anni fa inter, juve, ecc. accennarono a proporre un taglio lineare degli emolumenti vista la crisi ex covid…. apriti cielo, proposta indecente ed irricevibile) o richieste di un tavolo negoziale per provare a smaltire gli eccessi. Le società – al di là degli errori di mercato – si assumono tuti i rischi, ma son parte debole vs. atleti ed agenti: provano a difendersi con decreti crescita, sponsor, operazioni di ingegneria finanziaria per diluire/differire i costi, ma sempre parte debole sono. Se ne è già parlato: o si va verso una lega professionistica a numero chiuso come l’Nba, adottandone le regole e sapendo già che lede diritto e merito sportivo, o si va avanti così per tentativi. Poichè, quel che risolverebbe il problema in radice, cioè un accordo tra le grandi società per mettere un tetto agli stipendi, è impensabile vista la competività esistente, ognuno si sente più furbo, più bravo o più ricco,e si va a fotticompagno. En passant, bene ha fatto Sinner a rispondere ad Alcaraz che lamentava il rischio di scoppiare, che se si è stanchi ci si può fermare e rinunciare ad alcuni tornei. Lucidissimo come sempre.
Credo che ci sia un equivoco lessicale.
Il vero Tiki taka era un gioco praticamente impossibile da riprodurre eseguito dal Barcellona delle meraviglie con una fitta rete di passaggi perlopiù
A – ad altissima velocità
B – a ridosso dell’area AVVERSARIA.
Questa roba che chiamano “possesso palla” o “costruzione dal basso” invece si basa su passaggi eseguiti lentamente o solo al momento della pressione avversaria e a ridosso dell’area PROPRIA.
E sì, sono d’accordissimo, è una inguardabile porcheria, ma non chiamiamola Tiki taka… quando ero giovane aveva un nome preciso ed era “melina.
Mi piacerebbe che si tornasse a chiamare la melina col suo nome, che un po’ puzza di vecchio, di vigliacco e di rinunciatario anziché associarla al ricordo di un Barcellona meraviglioso che, temo, nessuno potrà mai più imitare.
Concordo sulla giusta definizione di melina, ben detto.
C – avendo giocatori che potevano fare A e B;
Caro Bocca,
sottoscrivo la tua mozione anti Tiki-Taka.
Chettelodicoaffa’? Io non sopportavo l’originale con Messi, Xavi e Iniesta, figurati quello con Locatelli che passa al portiere.
Però, PERO’, non me lo paragonare al tennis moderno che di difensivo non ha proprio niente.
Solo Djokovic e Sinner possono vincere tornei, giocando in difesa e Sinner non lo fa quasi mai (sarà l’età, magari un giorno anche lui).
Tutti gli altri, TUTTI GLI ALTRI, devono attaccare, anche se poi quando trovano quei due, vedi sopra.
Infatti le partite sono tiratissime, magari noiose per chi non ha interessi sportivi di parte, ma vanno a tutta velocità. Non riesco a pensare che tensione debba provare la mamma o il papà di Giannino nostro, quando tira 3, 4, 5, 6 legnate di fila sulla riga. O quando tira 10 rovesci incrociati di fila, una cosa al limite del pensabile.
Il Locatelli di cui sopra (ma potrei citarne altri di ogni squadra), quando ha la palla torna quasi sempre indietro
Ho avuto un’idea pazzesca e la sto sottoponendo agli organi sportivi delle Fær Øer (che poi chissà perchè si continua a parlare di organi e non si menzionano mai le chitarre, che sono meno ingombranti, mah..):
LA Fær Øer Iper Cup!!
p.s. da non confondere con Iper Coop
Un torneo con tutti i 3.986 club professionistici esistenti nel mondo, in giro per tutto il mondo (e magari in qualche stadio costruito appositamente su altri pianeti, raggiungibili con le navette spaziali di Musk) con partite di mattina, all’alba, di pomeriggio, di sera e di notte, a tutte le ore, a tutte le latitudini, a tutti i costi, alla faccia di guerre, alluvioni, virus, femminicidi e attentati.
Una Iper Cup che dura cinque anni, ininterrottamente, trasmessa su piattaforme digitali che assicurano mille miliardi di dollari di diritti televisivi alle squadre partecipanti e un fantastilione di trilioni alla squadra vincitrice.
Ovviamente la cerimonia di inaugurazione la cureremmo noi pagliacci del Circo Sogni, con uno spettacolo da tramandare ai postumi che farebbe il giro delle galassie e diventerebbe materia per tesi di laurea riguardanti i pagliacci di successo, geniali e temerari, pietra miliare della storia dell’uomo.
Del resto, come dicono qui (e lo traduco se no non si capisce), nothing ventured, nothing gained!
Vediamo se gli organi sportivi sapranno cogliere le mie lungimiranze, io ci provo…io ho buoni sentori.
Caro pagliaccio (non in senso offensivo), mi sembra che i cervelloni parrucconi di Fifa/Uefa già ci hanno pensato. I nuovi formati di UCL, World Cup, Europeo, Nations League, Mondiale per club, e chi più ne ha più ne metta, non sono niente altro che un affastellamento di partite tutte uguali e senza nulla da aggiungere.
Già i giocatori sono arrivati al limite della sopportazione: visto la suggestione di Rodri del City sul prossimo passo lo sciopero? Poi si infortuna e va fuori per tutta la stagione, quindi i “giornalisti” non lo intervisteranno più.
Buon cinturino a tutti.
i giocatori dovrebbero darsi una mossa ma suppongo che la prospettiva di guadagni minori li faccia desistere;
Il problema, a me pare, non è cercare di emulare il gioco del grande Barcelona (2009), ma farlo senza gli interpreti giusti.
Il Barcelona aveva:
Quel Barcelona non era noioso, così come non era noioso il Milan di Sacchi con la linea di fuorigioco altissima. Era solo “diverso”.
Il problema è mettersi a fare il tikitaka con la costruzione dal basso con difensori scarponi, mediani lenti, centrocampisti che non si muovono e attaccanti imprecisi.
La soluzione non è mai copiare, ma adattare e adattarsi.
Per fare il Tiki Taka servivano, appunto, gente come Messi e tutti gli altri. Senza è penalizzante per lo spettatore e pericoloso, soprattutto vicino alla propria area di rigore…
Caro Bocca, anche io sarei d’accordo, da telespettatore e appassionato.
Tuttavia, come nel Tennis o in qualsiasi altro Sport non basato sul tempo o su voti dei giudici, a termini di regolamento se io faccio più gol (o più set o più mete o meno tempo) del mio avversario, vinco in totale legittimità anche se sono molto meno divertente, brillante, elegante e spettacolare di lui.
Borg era assai meno eccitante da veder giocare rispetto a McEnroe, Nastase e Panatta, Monzon era meno esaltante di Benvenuti, l’Inghilterra di Wilkinson vinse una Coppa del Mondo di Rugby a colpi di mischia, calci piazzati e drop, non di splendide azioni alla mano, Indurain era sparagnino e assai poco incline all’azione epica e solitaria (e potremmo fare decine di altri esempi in altrettante discipline) e tuttavia ognuna delle loro dominanti vittorie è stata degna di massimo rispetto e gloria sportiva.
In verità credo quindi che siano l’atleta o il team molto “belli” a dover mostrare non solo un’ottima estetica ma anche altrettanta efficacia, come nella storia hanno fatto (o ancora fanno) Bolt, Lewis, la Navratilova, Hagler, Alì, la Vonn, Federer, Sampras, Stenmark, il Milan di Sacchi, gli All Blacks, il Dream Team, l’ItalVolley femminile, la Shiffrin, Duplantis, Ingebritsen etc. etc.
Pertanto, se il Tiki Taka, il Catenaccio, l’attesa in gruppo, il fondocampismo funzionano, lode a loro…e mano al telecomando, se del caso.
Poi, attenzione, è pur sempre questione di gusti: a me, ad esempio, Nadal esaltava più di Federer pur non avendo affatto la sua “bellezza” gestuale.
ma il tiki taka non è altro che uno dei molti sistemi che si sono succeduti nel calcio, allo scopo finale di vincere le partite. Dal metodo al WM, catenaccio, contropiede, gioco totale (ed evoluzioni) si è finiti al tiki taka, poi estremizzato e retrocesso di 40 metri fino alla “creazione dal basso”, per cui al portiere si chiede di fare il regista, Come ogni sistema di gioco, viene nobilitato o depresso dalle qualità individuali. In realtà, oggi il gioco avviene in modo molto più veloce di 50 anni fa, si richiede atletismo sujperiore e, paradossamente, anche maggiori qualità tecniche medie, visto che devi eseguire a velocità doppia, spesso con avversari addosso. Personalmente il tiki taka mi da un fastidio limitato. Invece di inseguire nostalgie impensabili (oggi poeti del dribbling come Claudio Sala starebbero in panchina, uno come Kvara è un panda come lo è stato Robben) basterebbe sanzionare in maniera pesantissima gli eccessi di tatticismo antisportivo. A partire dai cosiddetti falli tattici, quelli che Sacchi sublimò al Milan sia con il fuorigioco alto – che comprimeva 20 calciatori in 30 metri – sia il fallo tattico intenzionale (Albertini era uno specialista, per cui abbatteva sempre l’avversario sul nascere, senza mai rimediare nemmemo una ammonizione). Spacciato per pressing, ma era una specie di caccia all’uomo più che al pallone. Il tikitaka è essenzialmente un modulo difensivo, tenere la palla per evitare che l’abbia l’avversario, piace o è utile se la squadra vince e dispiace se perde. Ma può essere fatto, sto dannato tikitaka, con un pressing furioso, se proprio si vuole, ciò che l’avversario non fa per paura di essere uccellato. Quindi? A me partite come juve-napoli di giorni fa non dispiacciono per niente, c’è cura ad attenzione reciproche. Un problema vero, invece, a me paiono fallosità ed antisportività, quelle sì antispettacolari, come certi rigori ad minchiam, elargiti per centimetri o regolamento, ma contro logica e buonsenso. Se infine si vuole solo il risultato ad ogni costo e sopra ogni cosa (come per la grande maggioranza dei tifosi, che poi son quelli che vanno allo stadio o elevano l’audience in tv) non ci si lamenti poi del tikitaka, che è meno schifoso del campionario i falli tattici, le difese ad oltranza, le palle sparate in tribuna, i siparietti verbali che propina(va)no i cultori del genere. Son fuori tempo massimo, non mancano a nessuno.
“ Sfinente per chi lo pratica e soprattutto mortale per chi lo osserva”
Dal tiki taka al kiti kaca é un attimo
Dove si firma?
FaB, non mi prendere per ricchione, ma stavolta ti meriti un bacione. Avrei voluto scriverlo io il pistolotto anti-titicaca o come kakkio lo hanno battezzato in Catalogna. Grazie di cuore.
In questo caso si può dire che hai fatto “coming in”?
Grazie per la precisazione comunque
C’è un libro di Pep Guardiola che, partendo dal gioco del Manchester City, illustra il suo modo di giocare, di mettere la squadra in campo e di cambiarne l’assetto a seconda dell’avversario. Credo sia utile agli esperti del calcio.
Eppero’ quando criticavo il tiki taka del Barcellona, nonostante fosse l’unica e massima espressione godibile di questo non-gioco, mi prendevano a male parole tutti quanti. Ma tutti.
La costruzione dal basso fatta come la faceva il Bari di Ventura era interessante e spettacolare, verticalizzavano subito prendendosi parecchi rischi, se non ricordo male c’era un certo Bonucci. Se non hai quei piedi li’, la costruzione dal basso te la devi dimenticare.
Ma a quanto pare tutti pensano di aver un Bonucci in squadra.
Pensa che prima di farla a Bari l’ha fatta a Pisa, ma la serie B non se la caga nessuno