Buonasera caro Sven

C’è qualcosa di speciale e forse di gentile, non così drammatico, anche nella morte, una maniera laica di vivere la vita e la sua conseguente conclusione.

  Sven Goran Eriksson ha condiviso con tutti la sua malattia e ha preso a salutarci tutti, a non isolarsi come un elefante che scappa nella savana e non farne un fatto esclusivamente personale. Se la nostra vita è anche un pezzo della vita degli altri è giusto percorrere insieme l’ultimo tratto. E infatti prima di andare ha fatto un tour di addio al calcio e alla vita, per rivedere amici, gente, luoghi. E salutare. Non saprei di preciso, ma credo che ci sia molto di svedese o comunque nordico in questo addio.

  Non ho mai visto tanta unanimità nella descrizione dell’uomo: è vero Sven Goran Eriksson era una persona buona, gentile, piena di stile. A testimonianza che si può essere dei grandi uomini di calcio senza necessariamente atteggiarsi da superuomini o grandissimi strz….i. Dino Viola lo portò in Italia in tempi di autarchia tecnica, forzando le regole, perché era svedese come Liedholm, perché aveva già vinto col Göteborg, perché stavamo uscendo dal ristretto del nostro giardino, perché ovviamente “zonarolo” in tempi in cui marcare a uomo o a zona era una questione alla Gaber, destra e sinistra.

  Non era la perfezione, essendo completamente a digiuno di italianismi trasgrediva molto anche inconsapevolmente i nostri tabù, e poteva capitare che mettesse in panchina Bruno Conti, ma certo arrivò come un marziano accolto dallo scetticismo di quanti pensavano che non avessimo bisogno del contributo di nessuno. E divenne presto molto italiano anche senza perdere lo stile, il sorriso e la gentilezza. Passato dalla Roma alla Lazio, tramite Fiorentina, Benfica e Sampdoria, divenne un allenatore bon viveur fidanzato a un avvocatessa di grido molto avvenente e con attico su Piazza del Popolo. Mica così asceta da vivere recluso in ritiro. Tutt’altro. Un posto giusto per salutare tutti i giorni Roma.

  L’allenatore e le imprese ve le racconteranno gli altri. A me preme che ci resti il suo sorriso, quel modo di fare cortese e confidente ma sincero e non viscido, il suo saluto cordiale. Se dovessi dire di Eriksson, i suoi buongiorno, buonasera, come sta, sono stati una grande conquista, la sua connessione col mondo, il sapere di mantenere il calcio tra uomini normali. Non è un caso se se ne è andato così, salutandoci con dolce cura.

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Giornalista sportivo, a La Repubblica dal 1983 al 2022, sono stato per 12 anni capo dello Sport. Prima e dopo sempre sport e calcio, dai campi di periferia fino ai Mondiali, da Gianni Brera fino a Internet, da San Siro a New York, da Wembley all'Olimpico, dalla carta alla TV. Autore di Bloooog!, il Bar Sport, per 14 anni dentro Repubblica.it. Ora in maniera assolutamente libera, autonoma, indipendente, senza filtri.

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EhEh

Se ne e’ andato un altro signore del calcio…
teniamone vivo il ricordo perche’ e’ stato un bell’esempio.
Che la terra ti sia lieve Sven

ConteOliver

un saluto commosso ad un galantuomo, uno sportivo vero come forse solo gli scandinavi sanno essere…
Ciao Sven, buon viaggio

Cuore ross/azzurro

Grande allenatore, grande uomo e gran “viveur”. Peccato se ne vada lui e non invece altri personaggi che fanno solo danno all’umanità (ogni riferimento ad attuali governanti è puramente voluto). Condivido in toto il suo pensiero e mi piace credere che se ne sia andato soddisfatto della vita che ha vissuto. Addio grande!

commentanonimo

Sven e’ arrivato a Roma quando ero ai primi anni di Universita’ e la mia vita era tutta da scrivere e giocavo ancora a pallone e se ne e’ andato dall’Italia quando io, tornato da poco in Italia mi barcamenavo con il lab da costruire e il secondo figlio, femmina. Ho ricordi sparsi di lui, mi ha sempre dato buone sensazioni e il suo scudetto con la Lazio e’ stato memorabile. Il suo commiato mi ha commosso, e mi ha ricordato che ogni istante va vissuto con consapevolezza, cosa che spesso impariamo troppo tardi.

Giovanni Antonio Terzi

Bocca, mi perdoni: o viveur o bon vivant. Bon viveur è un orrido equivoco (equivalente in gastronomia agli spaghetti con le polpette).

nirula's

Anche Eriksson, che era un signore, avrebbe applaudito a scena aperta questa Juventus.
Quest’anno, con buona pace del Var, non ce ne sarà per nessuno.
I gol di Vlahovic, sottoposti al Var in modo capzioso, valgono per tre.
Buonanotte.

almayer

Grazie Fabrizio. Vorrei aggiungere qualcosa ma ho un groppo in gola per le tue parole.

Roxgiuse

Riposa in pace Sven, grande uomo di calcio e grande uomo tout court 🙏🌷

moha

Citazione:

c’è una deficienza naturale
la cui bocca è un orinale
pensando di essere spiritosa
è solamente pallosa
quella deficienza naturale

Modifica il 3 mesi fa da moha
il ghiro

Grazie Fab per questo ricordo del grande uomo, prima che del grande tecnico che è stato. Le tue parole fanno bene a tutti noi amanti di questo GIOCO.

2010 nessunoo

Se ne va un’altro signore oltre che nel calcio, soprattutto nella vita..

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